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Decreto Aprile, ministro Franceschini: “Confermare le concessioni balneari fino al 2033”

24 aprile 2020 | 19:10
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Decreto Aprile, ministro Franceschini: “Confermare le concessioni balneari fino al 2033”

Il ministro al MIBACT Dario Franceschini recepisce le richieste dei balneari e degli assessori regionali al Demanio nella disattivazione della Bolkestein. Stabilimenti balneari concessionari fino al 2033

Roma – Sospensione di ogni procedimento di riassegnazione e riacquisizione delle concessioni balneari fino al 2033. Annullando, con questo, gli effetti della direttiva comunitaria detta Bolkestein.

E’ l’effetto che produrrà il Decreto Aprilese verrà accolta la proposta presentata dal ministro per i Beni e le attività culturali e Turismo Dario Franceschini. La norma blocca la riacquisizioni e la riassegnazione delle spiagge in modo da chiarire ogni dubbio applicativo sulla proroga delle concessioni balneari, già disposta fino al 2033. Negli scorsi mesi, infatti, alcune amministrazioni avevano disapplicato la norma introdotta a fine 2018: per fugare l’incertezza il Mibact propone la sospensione di ogni procedimento di riassegnazione o riacquisizione eventualmente avviato. La sospensione, prevista fino al 2033, si è resa necessaria proprio allo scopo di dare certezza agli operatori economici che esercitano la propria attività avvalendosi di beni del demanio marittimo, soprattutto in questo drammatico momento di crisi.

E’ stata la conferenza degli assessori regionali al Demanio marittimo stamattina a sollecitare il ministro Franceschini a prendere una decisione in questa direzione.  «Le difficoltà che i concessionari dovranno affrontare nei prossimi mesi – spiega il documento finale della conferenza – rendono ancora più urgente che sia data l’opportuna salvaguardia per la piena applicazione della legge 145/2018, laddove ha disposto l’estensione di 15 anni delle concessioni demaniali marittime. Come già rappresentato al governo in sede di conferenza unificata del 29 gennaio 2020, molteplici sentenze dei giudici e segnalazioni delle procure hanno ammonito i funzionari delle amministrazioni di Comuni e Regioni che gestiscono il demanio marittimo sulle responsabilità, anche penali, che possono assumersi qualora applichino a vario titolo la legge di cui si tratta, ritenuta contraria al diritto comunitario e quindi da disapplicare. Occorre non solo salvaguardare l’estensione operata dalla legge a favore dei concessionari ma anche e soprattutto, nell’attesa che si concluda l’interlocuzione con la Commissione europea sul tema della riforma della materia prevista dalla citata legge 145/2018, garantire chi tale legge dello Stato applica. Spetta al governo trovare la forma più opportuna per farlo. Si chiede, inoltre, al governo di valutare l’esclusione delle strutture degli operatori balneari dal regime della direttiva CE n.123/2006 in materia di servizi, modificando l’art.2 del d.lgs. n. 59/2010, per sottoporle al regime della concessione dei beni pubblici, anche tramite il trasferimento degli arenili sui quali esse insistono dal demanio al patrimonio disponibile dello Stato, secondo le procedure, previste dall’art. 7 della legge n.125/2015, per una revisione organica delle zone del demanio marittimo. Su tutti i temi sopra elencati le Regioni chiedono di essere consultate».

Se il provvedimento verrà approvato, a Ostia decadrà tutta l’impalcatura sulla quale si fonda il PUA, Piano di Utilizzazione degli Arenili, elaborato da Risorse per Roma e in via di approvazione in Campidoglio. E significa anche che gli stabilimenti balneari privi di gestione, come ad esempio l’Isola Fiorita e La Casetta, dovranno essere affidati senza aspettare altro tempo per evitare che si configuri il danno erariale da parte dell’amministrazione comunale e, per sua vece, municipale.