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Grasso: “Serve un fondo straordinario perequativo per i porti, con un Decreto Civitavecchia da almeno 30 milioni”

24 aprile 2020 | 03:00
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Grasso: “Serve un fondo straordinario perequativo per i porti, con un Decreto Civitavecchia da almeno 30 milioni”

“Solo così si può ragionevolmente pensare di poter far fronte al dissesto, che coinvolgerà l’Adsp e le imprese”.

Civitavecchia – “Per far ripartire il porto, oltre alle azioni che l’Adsp ha illustrato in questi giorni, è necessario in primis un “Decreto Civitavecchia” con cui il Governo impegni tutte le risorse necessarie ad evitare il default dell’Authority e a sostenere l’intero sistema economico portuale. Lo ripeto ormai da oltre un mese” così Massimiliano Grasso, vicesindaco e assessore alla portualità e allo sviluppo portuale di Civitavecchia.

“A fronte degli oltre 15 milioni di euro di diritti per i passeggeri che saranno persi nel 2020, serve un intervento mirato per Civitavecchia di almeno 30 milioni, tra parte in conto capitale, per finanziare nuovi investimenti infrastrutturali, e parte corrente per salvaguardare gli equilibri di bilancio dell’ente.

Per questo “Piano dei porti”, è necessaria l’istituzione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di un fondo nazionale straordinario perequativo, che destini le risorse ai vari scali proporzionalmente alle perdite di ciascun porto dovute alle mancate entrate per la riduzione dei traffici passeggeri e merci a causa dell’emergenza Covid.

Solo così si può ragionevolmente pensare di poter far fronte al dissesto, che coinvolgerà l’Adsp e le imprese, soprattutto quelle che prestano servizi legati ai passeggeri.
Nell’immediato, in attesa dell’intervento del Governo che deve reperire e stanziare le risorse necessarie, appare necessario rinnovare l’invito ai vertici dell’Adsp a richiedere l’autorizzazione ad utilizzare temporaneamente almeno parte di quanto accantonato a fondo rischi per i contenziosi, che alla fine del 2019 ammontava ad oltre 35 milioni di euro.

Appare invece meno opportuno, in questo momento, a fronte di un indebitamento di medio/lungo periodo da circa 100 milioni, fare ricorso a nuovo debito per ulteriori circa 13 milioni, per sbloccare ad esempio il finanziamento Bei, senza avere un piano già chiaro anche per la semplice copertura delle rate di rimborso,  non essendo oggi pensabile di attingere ad ulteriori sovrattasse che renderebbero il porto meno competitivo in una fase in cui è invece necessario attrarre traffici e investitori. Significherebbe spostare nel tempo il problema, lasciando una pesante eredità in capo all’ente.