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Confcommercio tuona: “Con il nuovo decreto firmata la condanna a morte di migliaia di imprese!”

27 aprile 2020 | 17:50
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Confcommercio tuona: “Con il nuovo decreto firmata la condanna a morte di migliaia di imprese!”

Confcommercio: “La crisi produrrà solo per i pubblici esercizi altri 9 miliardi di danni che portano le perdite stimate a 34 miliardi in totale dall’inizio dell’emergenza.”

Regione Lazio – “Nel discorso di Conte, nessuna certezza sugli aiuti economici, nessuna visione complessiva sulla gravità dello “tsunami” che si sta abbattendo sul sistema delle imprese e più in generale sulla nostra società, e ancora tanta confusione“.

È il commento durissimo di Giovanni Acampora, presidente di Confcommercio Lazio e consigliere nazionale di Confcommercio. “Solo autocelebrazioni su recovery found, ringraziamenti a pioggia ai vari comitati e task force, conditi degli ormai consueti aggettivi a partire dall’ormai irrinunciabile “poderosa”, ma stavolta con un inquietante” “non consentiremo“; un errore di comunicazione oppure un inizio di deriva autoritaristica in nome di una presunta conoscenza a noi non nota di estrema gravità sanitaria?”

La realtà è che i dipendenti aspettano ancora la cassa integrazione, la “poderosa liquidità” stenta a decollare, l’assegno di 600 euro è meno di una mancetta e diindennizzi, contributi a fondo perduto e moratoria su tasse e tributi neanche l’ombra.

La tanto annunciata e auspicata “fase due” è diventata al massimo “fase 1 e mezzo”, con timidissime aperture e  interi comparti strategici lasciati nella più completa incertezza”.

E ancora, continua Acampora: “sui bar, ristoranti, pizzerie, catering, intrattenimento, solo una data ipotizzata. Sugli stabilimenti balneari solo un timido accenno, interi comparti neanche nominati, tra cui gli ambulanti, tutto ciò produrrà solo per i pubblici esercizi altri 9 miliardi di danni che portano le perdite stimate a 34 miliardi in totale dall’inizio della crisi.

Nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento moriranno oltre 50.000 imprese e 350.000 persone perderanno il loro posto di lavoro. Tutto questo a dispetto sia del buon senso che della classificazione di rischio appena effettuata dall’Inail che indica i Pubblici Esercizi come attività a basso rischio e nonostante la categoria abbia messo a punto protocolli specifici per riaprire in sicurezza.

E beffa delle beffe – conclude Acampora – il divieto di licenziamentoper altri due mesi; cioè le aziende con un prevedibile, anzi certo, calo del fatturato oltre il 50% minimo, saranno costretti a non licenziare ma solo a fallire!!!”

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