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Eccidio di Borgo Montenero, l’Anpi Terracina ricorda le vittime

4 maggio 2020 | 16:30
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L’Anpi: “Non tutti sanno che le vittime di quest’eccidio erano terracinesi e a loro sono dedicate alcune strade della nostra città.”

San Felice Circeo e Terracina – L’Anpi Terracina ricorda l’eccidio di Borgo Montenero, avvenuto il 4 maggio del 1944, nel comune di San Felice Circeo.

“In uno scenario in cui l’Italia e il mondo erano coinvolti in una assurda guerra scatenata dai regimi nazifascisti, a Borgo Montenero, piccolo centro nel territorio di San Felice Circeo, si consumò una delle tante stragi compiute dai nazisti in Italia.

Forse – sottolineano dall’Anpi – non tutti sanno che le vittime di quest’eccidio erano terracinesi e a loro sono dedicate alcune strade della nostra città.

Noi dell’Anpi partecipiamo ogni anno alle commemorazioni del comune di San Felice Circeo e continua a rinnovare la memoria dell’eccidio di Borgo Montenero. Quest’anno, viste le restrizioni, abbiamo prodotto un video che spiega in breve l’accaduto e che se diffuso può aiutarci a mantenere viva la memoria di questo evento.

La notte del 3 maggio del 1944 – proseguono dall’Anpi – nelle campagne di Borgo Hermada ventitré uomini
vennero catturati dai militari tedeschi a seguito di un rastrellamento. L’accusa: non aver eseguito immediatamente l’ordine di evacuazione. I malcapitati furono imprigionati a Borgo Montenero, dove furono tradotti dopo un lungo tragitto a piedi sotto la minaccia delle armi.

All’alba del 4 maggio del 1944 cinque dei ventitré catturati: Cascarini Cesare, Benvenuti Francesco, Savelli Bernardo, Gallo Giuseppe e Vagnozzi Vittorio vennero trucidati nel campo sportivo di Borgo Montenero sotto i colpi di fucile esplosi da un plotone d’ esecuzione.

Uno dei delitti supremi che continua a consumarsi nei nostri giorni – concludono dall’Anpi – è l’offesa della memoria; bisogna continuare a soffiare sulle braci di quel passato segnato dalla violenza nazifascista affinché esse non si spengano del tutto. Lasciare spegnere queste braci comporterebbe un danno irrimediabile per la nostra collettività, che non può fare a meno di nutrirsi delle testimonianze del suo passato per legare ad esse il suo avvenire.”

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