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Minturno, gli stabilimenti balneari provano a ripartire

4 maggio 2020 | 15:45
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Minturno,  gli stabilimenti balneari provano a ripartire
Minturno,  gli stabilimenti balneari provano a ripartire
Minturno,  gli stabilimenti balneari provano a ripartire
Minturno,  gli stabilimenti balneari provano a ripartire

Operatori balneari perplessi: mancano regole certe, e si prevede un’estate “nera”

Minturno – Da stamane, sulla riviera minturnese che si estende per circa dieci chilometri dal Monte d’Oro alla foce, sponda destra, del Garigliano, il Verde Fiume, per dirla con Dante – “Or [le mie spoglie] le bagna la pioggia e move il vento, di fuor dal regno, quasi lungo ‘l Verde, dov’e’ le trasmutò a lume spento.” – sono ripresi i lavori di ripristino della spiaggia e di manutenzione degli stabilimenti balneari iniziati, in primis, con l’abbattimento delle protezioni in sabbia erette, con la rena appunto, a difesa degli stessi dalla forza violenta dei marosi che, sovente e soprattutto al soffiare del maestrale e dello scirocco, nei mesi non estivi non scherzano.

Ma l’interrogativo che si pongono gli operatori balneari, e non solo, è: “la stagione vacanziera avrà inizio o no?”. Certo è che la pandemia di covid-19, che sta impazzando in mezzo mondo, rischia di mettere definitivamente in ginocchio un’economia già disastrata come quella minturnese, che nel corso dei millenni non ha saputo darsi un’alternativa a quella basata essenzialmente sui… vacanzieri che, ancora a migliaia e malgrado il decremento degli ultimi anni, frequentano da giugno ad inizi settembre i nostri lidi.

Gli operatori balneari minturnesi, attraverso i loro rappresentanti di categoria, si dimostrano alquanto scoraggiati e scettici e si lasciano andare, sovente, a dichiarazioni non proprio ottimistiche. “Attendiamo che gli organi preposti e le stesse organizzazioni di categoria –  dichiara uno di essi – ci diano risposte chiare e soddisfacenti e, ove esse non lo siano, si rischia di non aprire per nulla i battenti. A che servirebbe, infatti aprire e dare il via ad una stagione balneare quando si vocifera che si potrebbe addirittura essere costretti, per assurdo, a scendere in spiaggia indossando una mascherina chirurgica ed a porre gli ombrelloni ad una distanza tale fra di loro ed in tale limitata quantità che gli incassi non sarebbero sufficienti a coprire le spese di gestione?”.

Una voce tra tante, che testimonia un sentire comune. D’altronde quest’anno il turismo dovrà giocoforza essere diverso, privilegiando gli spostamenti di prossimità. Per dirla in parole povere, chi sta nel Lazio andrà in vacanza nel Lazio, se ci andrà. Dunque bisognerà attrezzarsi per spartirsi con gli altri comuni costieri una fetta di questo tipo di turismo, ma per farlo c’è bisogno (almeno) di regole chiare. Da parte del Governo, certo, ma anche da parte del Comune.