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Desirèe Costanza, campionessa italiana di bocce: “Dopo l’oro tricolore punto agli Europei”

5 maggio 2020 | 10:00
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Desirèe Costanza, campionessa italiana di bocce: “Dopo l’oro tricolore punto agli Europei”

Il racconto dell’atleta di Fiumicino. Gli inizi nel mondo delle bocce, la sua carriera e il futuro dopo il coronavirus

Fiumicino – Desirèe Costanza, 23 anni di Fiumicino, è la campionessa italiana di bocce in carica. Un altro simbolo dello sport dona il suo lustro alla cittadina con la sua vittoria dello scudetto 2018/2019 nella specialità “raffa” con la società Roma Nord.

Ai Soliti Ignoti di Amadeus: “Le bocce sono un vero sport”

Tanti podi in carriera e con un passato nelle arti marziali Desirèe ha partecipato, già in ottobre 2019, ma in replica sabato scorso 2 maggio al noto programma quiz televisivo preserale di Rai 1, I Soliti Ignoti, condotto da Amadeus. E dopo il campione di hip hop e quello di beach tennis, tutti di Fiumicino,  anche Desirèe è stata protagonista in tv per farsi conoscere da tutti gli italiani e portare alto il nome di Fiumicino e del mondo delle bocce. L’abbiamo vista nei panni di un ignoto da scoprire e che in prima battuta ha disorientato la concorrente facendole sbagliare l’identità. Sì perché gli spettatori non si aspetterebbero mai una giovanissima donna, bella, simpatica e atletica che pratica lo sport delle bocce. Si, sport a tutti gli effetti, e Desirèe è riuscita con la sua presenza a lanciare un messaggio forte e chiaro:  “Le bocce sono uno sport vero e proprio, adatto a tutti”.

La tradizione familiare nelle bocce. Nella “raffa” Desirèe è la migliore. E il sogno degli Europei nel cuore

Dopo ben 9 anni di judo a livello agonistico, uno sport di contatto e soprattutto di sfogo fisico, Desirèe ha dovuto purtroppo abbandonare il tatami all’età di 16 anni per un serio infortunio al ginocchio. Sempre affascinata dagli sport di contatto ha praticato per poco anche la box amatoriale, prima di dedicarsi seppur con qualche iniziale remora verso lo sport delle bocce, un’attività dallo sfogo mentale più che fisico. A casa di Costanza le bocce sono sempre state un’attività familiare, dal nonno al padre fino adesso al fratello minore (vincitore anch’egli dei campionati del 2015). Inizialmente Desirèe non era affatto propensa alle bocce, racconta infatti di averle odiate in principio, ma dopo gli stimoli della famiglia ha gradualmente iniziato la sua carriera seguendo le loro orme appassionandosi sempre più a questo sport, metabolizzandone anche l’idea nell’immaginario comune.  Oggi è campionessa nazionale per le Federbocce nella specialità della raffa (dove la boccia viene lanciata al volo o lasciata rotolare sul terreno) divenendo una delle più forti giocatrici in Italia, aggiudicandosi così diversi titoli in numerose competizioni del nostro paese.

Ancora non ho partecipato a Campionati Europeiracconta Desirèesolo ad un Campionato Italiano a squadre tenutosi in varie città laziali per andare poi in finale a Bologna per il titolo italiano. Gioco a bocce da quando avevo 15 anni, sono all’ottavo anno di attività anche se non tutti a pieno regime”. Nella vita privata l’atleta fiumicinese studia all’Accademia Osteopatia Roma Eur Laurentina, provenendo da studi tecnici come quelli di ragioneria al Paolo Baffi di Fiumicino.

Breve periodo lavorativo prima di iscriversi all’accademia inizialmente come massaggiatrice e poi da osteopata. Desiree ha sempre svolto i suoi allenamenti al circolo bocciofilo Lido del Faro anche se al momento è tesserata con la società Roma Nord con la quale ha vinto il Campionato Italiano.

La partecipazione femminile a questo sport è molto ridotta perciò bisogna associarsi in realtà più grandi e visibili. Già le bocce è uno sport di nicchia, che ci partecipi una donna, soprattutto giovane è ancora più eccezionale”.

Il mondo delle bocce in Italia: 2500 tesserati e tanti giovani. Lei che fa da esempio

Le bocce sono per tutti”, questo è il messaggio che sia Desirèe che la FIB (Federazione italiana di bocce) vogliono lanciare;  esistono circa 60 società iscritte in Italia con 2.500 agonisti e tantissimi giovani. A bocce si può giocare a partire dai 5 anni e fino agli 80 e oltre, ed è uno sport che se fatto con passione e dedizione può dare mille soddisfazioni. La Federazione sta lavorando negli ultimi anni proprio per cercare di rivoluzionare l’immagine della disciplina e della Federazione stessa che ha 120 anni di storia. I giovani che praticano, al contrario di ciò che si pensa, sono tanti, soprattutto nella specialità del “pétanque” poichè è spettacolare. E poi si conta una positiva crescita dei giocatori disabili con 1500 iscritti.  Molto importante ed istruttivo anche il progetto lanciato nelle scuole italiane.

Esiste sia la Nazionale Italiana maschile che femminile di bocce e sono le squadre che vincono di più nel mondo. Sono sempre nelle  prime posizioni delle classifiche mondiali vincendo innumerevoli  titoli. Un mondo quindi, quello delle bocce, sconosciuto ai più, ma che sarebbe molto interessante conoscere e approfondire. Roma, per esempio, è una città importante per questo sport che coinvolge tanti giocatori che fanno attività agonisticae non e che, come in tutte le altre discipline, è impegnativa, faticosa  di testa e fisicamente.

Il futuro e la quarantena: “Vivo male il lockdown. Le bocce sarà l’ultimo sport a ripartire”

Ho sempre giocato per puro divertimento – spiega la ventitreenne – non prendevo così sul serio le bocce prima di partecipare al Campionato Italiano; ma visto l’esito ho dovuto fare scelte importanti sul da farsi, perchè ci sono tante persone dietro a tutto ciò e tanti spostamenti da effettuare”. Dopo aver vinto il titolo infatti per la campionessa italiana si sono aperte alcune piccole grandi porte: la chiamata di una società bocciofila molto importante di Milano, per esempio, una società che può dare molte più possibilità di competere non solo a livello italianoma anche europeo e che gode di una considerazione e una visibilità diversa. Senza dubbio nel nord Italia il movimento bocciofilo è molto più nutrito che al centro sud, con delle specializzazioni, meccanismi e tempi totalmente differenti. “Magari con loro posso aspirare alla Nazionale Italiana, ci voglio provare anche se richiederà molta disponibilità agli spostamenti”, aggiunge.

Adesso però con la pandemia Desirèe ha dovuto mettere tutto in stand by, gli allenamenti in primis.“Vivo male questo lockdown – confida la campionessa – non posso allenarmi da più di due mesi ma la cosa che mi rattrista di più è che il mondo delle bocce, soprattutto in alta Italia ha contato molte vittime da coronavirus”. Sono stati calcolati infatti circa 250 decessi fra i giocatori; del resto, è un dato di fatto, che questo sia uno sport praticato per la maggioranza da persone anziane, le più colpite dal virus.

Quindi Desirèe continua a stare a casa e studiare, sempre in perenne contatto con la sua società attuale e familiarizzando virtualmente anche con quella di Milano che sicuramente, terminata l’emergenza, andrà a visitare per valutare il suo futuro.

Tutto dipenderà purtroppo da come e quando finirà questa pandemia – conclude Desirèè – perchè se lo sport “tutto” non riprenderà il suo normale decorso secondo me sarà possibile che si rimandi tutto al prossimo anno”. Il presidente della Federazione (FIB) ha già dichiarato che le bocce purtroppo sarà uno degli ultimi sport a poter ripartire proprio in virtù dei numerosi lutti subiti e la difficoltà di restare dentro il rettangolo di gioco,  di evitare gli assembramenti in pista e sugli spalti.