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Calcio e coronavirus, Vulpis: “Un mondo difficile per tutti. Resistere per poi ripartire”

8 maggio 2020 | 16:25
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Calcio e coronavirus, Vulpis: “Un mondo difficile per tutti. Resistere per poi ripartire”

Il Direttore di Sporteconomy parla della situazione economica del calcio italiano e del futuro che si potrebbe delineare a causa dell’emergenza sanitaria in atto

Roma – Lo sport italiano partecipa alla ricchezza del Paese in una parte consistente di Pil. E’ un settore trainante dell’economia nazionale che coinvolge milioni di praticanti e di gestori. Sta intervenendo il Governo in suo aiuto (leggi qui), con aiuti finanziari e protocolli di riapertura, che possano rispettare le regole del distanziamento sociale anticontagio, in modo da portare avanti l’attività, soprattutto quella economica.

Ma non sarà semplice salvare l’intero sistema. Senza i nevralgici ricavi avuti sino ad oggi. Il coronavirus è andato solamente ad aggravare una situazione debole, che esisteva già prima. Lo dice Marcel Vulpis. Il Direttore dell’agenzia di stampa economica sportiva Sporteconomy lo dichiara a Il Faro on line descrivendo uno scenario futuro, contraddistinto da quella grave crisi economica, che probabilmente colpirà lo sport per mancanza dei preziosi guadagni. Si parla di calcio, ma anche dell’intero sistema sportivo italiano. Le realtà professionistiche e quelle dilettantistiche appartengono a tutte le discipline. Di quelle discipline che sperano in questi giorni di poter ripartire, per limitare i danni.

E le squadre di calcio non potranno contare sul guadagno del botteghino. Con gli stadi di proprietà chiusi, il ticketing sparirà dalla voce in bilancio, in termini di ricchezza. E coinvolgere i tifosi, tramite un engagement on line, come prosegue a spiegare Vulpis, non basterà a contenere i costi. Perché mentre questi ultimi lieviteranno per proseguire la gestione, diminuiranno i ricavi. E il panorama è ben chiaro. Il fallimento. Ne parla soprattutto per le società dilettantistiche il Direttore di Sporteconomy. Nessuna delle squadre dei campionati delle serie minori potrà attendersi degli utili consistenti: “L’arginare la perdita economica sarà già un risultato importante”. Sottolinea Vulpis.

Ostiamare – Anagni (foto@claudiospadolini)

Lo scopo sarà quello di resistere per poi ripartire. Si stanno facendo tanti progetti in queste ore. La riforma dei campionati mira proprio a limitare la grave crisi che già sta colpendo il sistema. La ristrutturazione in questo caso della Serie B con una Terza Serie, ex Lega Pro è una delle modalità indicate per non cadere nel baratro (leggi qui).

Tuttavia Vulpis si augura che possa essere contenuta una eventuale povertà che potrebbe colpire le società, per il bene del sistema intero. Il coronavirus non è la causa di una crisi finanziaria, già esistente. Potrebbe essere una opportunità per correggere gestioni e trovare soluzioni unanimi che vadano a sostenere le società stesse: “Sarà un mondo difficile per tutti”. Dice Marcel.

Sarà un mondo difficile per tutti. Molti costi proseguiranno ad aumentare per le società dilettantistiche e professionistiche. Non solo per il calcio, ma per tutti gli sport. I ricavi purtroppo saranno limitati. Ridotti drasticamente a causa del distanziamento sociale. Per le società che hanno degli stadi di proprietà, dover e poter giocare a porte chiuse, significherà rinunciare alla voce del ticketing in bilancio. Solo nella Serie A pesa dell’11 – 13% rispetto al fatturato globale di un club medio. Tante altre voci di ricavo saranno rimodulate. Riviste anche. I contratti precedenti dovranno essere riaccordati sulla base delle esigenze delle aziende sponsor e del fatto che non ci saranno tifosi all’interno degli impianti. Sarà possibile ingaggiarli probabilmente tramite la parte digital. E’ una opportunità, ma non l’unica. Fino ad oggi ci si è mossi sia sull’online, che non. Dare una priorità all’online rispetto al live è una freccia in meno nell’arco. Le squadre lo faranno perché obbligate, ma non è questa la strada maestra da seguire”.

L’augurio è che le squadre dilettantistiche possano fare quadrato e mettersi da sole in sicurezza. Ridurre i costi, avere maggiore attenzione alla sostenibilità economica, già questo dovrebbe aiutarle a resistere e a superare questo anno difficile. Credo che nella stagione 2020/2021 nessuno possa aspettarsi dei grandi utili, già non perdere sarà un grande risultato. L’obiettivo è resistere per poi ripartire. Se invece molte società continueranno a praticare politiche economiche/gestionali dissennate, la via finale è il fallimento. O saranno costrette a non iscriversi ai campionati. E potrebbe essere una perdita di valore per il sistema sportivo in quanto tale”.

Speriamo che ciò avvenga in misura ridotta. Il coronavirus ha accelerato uno stato di disavanzo del mondo dello sport in generale. Uno sbilanciamento tra costi e ricavi. Nella direzione di maggiori spese. Tuttavia, il sistema sportivo italiano era debole a prescindere dagli attuali fatti. Deve essere riconosciuto questo. Non possiamo trasformare il covid-19 in un alibi. Non lo è. E’ soltanto una emergenza sanitaria che sta aggravando la situazione dello sport italiano, che si è scoperta senza anticorpi. Parafrasando analogie in ambito tecnico scientifico”.

(Il Faro on line)