Crisi idrica ai tempi del Coronavirus? A Formia rispunta la possibilità di un dissalatore al Molo Vespucci

8 maggio 2020 | 16:01
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Crisi idrica ai tempi del Coronavirus? A Formia rispunta la possibilità di un dissalatore al Molo Vespucci

Il progetto fu già presentato durante la crisi idrica del 2017, ma l’allora amministrazione Bartolomeo diede battaglia sul tema.

Formia – I dati pluviometrici parlano chiaro: è concreta la possibilità, per il Golfo di Gaeta, di dover affrontare una nuova crisi idrica (come già avvenuto nel 2017) ai tempi del Coronavirus.

Partendo, probabilmente, da questa consapevolezza, Acqualatina ha fatto rispuntare fuori (come già fatto proprio nel 2017) la possibilità di installare un dissalatore al Molo Vespucci di Formia.

Il progetto presentato nel 2017

Quando il progetto fu presentato in prima battuta, l’allora amministrazione Bartolomeo iniziò una dura battaglia sul tema, sostenuta da balneari, comitati ambientali e anche altre forze politiche. Tutti uniti da una battaglia comune: sventare l’installazione ed evitare così, grossi rischi ai danni della fauna marina (a causa della percentuale di salamoia che fuoriesce dai dissalatori).

Alla fine, il progetto fu stralciato dal piano degli investimenti dell’epoca, anche perché, per risolvere la crisi idrica, si cominciò a lavorare al campo pozzi dei Venticinque ponti (progetto che, ad oggi, presenta diverse criticità, prima fra tutti, la salinità dell’acqua).

Eppure… Eppure, con una nuova crisi idrica che incombe sul Golfo, forse qualcosa può cambiare, i destini possono essere cambiati, specialmente se quella crisi arriva, come per magia, nel periodo storico più difficile che l’Italia interi ricordi dai tempi del Secondo dopoguerra.

Di fatto, ieri, Acqualatina in una relazione inviata al Municipio di via Vitruvio ha allegato un progetto di minidisk (dissalatore) da installare, come già detto poco sopra, presso il Molo Vespucci nell’eventualità di una “carenza idrica e conseguente necessità di approvvigionamento aggiuntivo, e di indisponibilità della condotta Cellole Minturno per sopravvenuti impedimenti”.

La reazione del Sindaco

Non si è fatta attendere la reazione del sindaco di Formia,Paola Villa, che ha subito chiarito: “Formia si è già espressa in tutte le sue sedi: no ai dissalatori, non ci sono altre valutazioni di sorta.  Tra l’altro, i pozzi ” 25 Ponti” dovevano dare una riserva d’acqua di 300l/sec, invece oggi, anzi quando saranno terminati tutti e 4 i pozzi, forse ne daranno 100l/sec, per un costo di 1.617.000,00 euro; dal monitoraggio del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Roma ci potrebbe essere presenza di mineralizzazione idrica, sali nell’acqua e ancora manca una relazione conclusiva dellAasl sulla qualità dell’acqua dei pozzi, senza dimenticare che il 7 marzo scorso nell’acqua del pozzo Tulliola c’erano i batteri e microrganismi.”

E ancora, sottolinea il Sindaco: “Per quanto riguarda la condotta Cellole-Minturno è bene evidenziare che ancora non sono stati resi noti i costi totali di quest’opera. Eppure sarebbe interessante sapere quanto stia spendendo AcquaCampania, perché non si crede alla “generosità” in materia di gestione dell’acqua, per la costruzione del tratto della tubatura che sta sul versante Regione Campania. Non sappiamo neppure  quanto costerà un metro cubo di acqua di questa tubatura, eppure lo abbiamo chiesto al tavolo tecnico con il prefetto, durante le assemblee dell’Ato4 e infine durante la riunione di Bacino.

Cosa ancora più grave – conclude il Sindaco -, il gestore allega, senza però farne menzione durante la riunione, tra i documenti un ultimo foglio con un disegno del nostro Molo Vespucci e un miniskid (dissalatore) e la dicitura ” nel caso di carenza idrica e conseguentemente necessità di approvvigionamento aggiuntivo, e di indisponibilità della condotta Cellole Minturno per sopravvenuti impedimenti, sarà necessario valutare una soluzione alternativa, anche di natura temporanea”, un dissalatore.
Formia ha già gridato il suo no, ma sarebbe interessante, da parte di chi ne ha le competenze, ad esempio la Segreteria Tecnico Operativa dell’ATO4, fare una dettagliata rendicontazione degli oltre 5 milioni di euro dati dalla Protezione Civile perché si affrontasse la crisi idrica“.

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