La maternità |
Focus
/

Domenica si celebra la Festa della Mamma

8 maggio 2020 | 06:48
Share0
Domenica si celebra la Festa della Mamma

Storia, evoluzione e simbologia di una festa antichissima che onora la figura della donna nella sua più grande espressione: la maternità.

Se è vero che mamma è la prima parola che si impara a dire dal momento in cui si viene al mondo, si riesce a capire anche che il rapporto con lei influenzerà tutta l’esistenza di ognuno. Domenica sarà la Festa della Mamma, oramai per consuetudine fissata in Italia, come nella maggior parte dei paesi del mondo, alla seconda domenica di maggio; il mese delle rose, della rinascita, del vero passaggio alla bella stagione, ma soprattutto al mese della madre per eccellenza, Maria.

Il mese mariano infatti prende il nome proprio dalla particolare attenzione alla Madonna di questi giorni, come l’intreccio virtuoso tra la natura, che si colora e profuma di fiori e la devozione popolare. Oggi tale festa è un inno alla maternità ed ha acquisito connotati consumistici tali da divenire, dopo le feste comandate, una ricorrenza dagli aspetti fortemente commerciali. I suoi simboli sono il colore rosso, il cuore e la rosa, che più di ogni altro fiore rappresenta l’amore e la bellezza e sa testimoniare l’affetto e la riconoscenza dei figli, che alcune volte restituiscono con l’amore anche preoccupazioni simboleggiate dalle spine. Dunque, l’usanza di regalare le rose rosse (o di portare rose bianche sulle tombe delle mamme che non ci sono più) è molto diffusa. In questa occasione, i bambini sono soliti offrire regali alle loro mamme, come disegni o altri lavoretti realizzati a scuola e nel contempo recitare dolci poesie con tanto di dedica.

Nascita ed evoluzione della Festa della Mamma

Leggende narrano che, nell’antichità, i Greci dedicassero alle loro madri un giorno dell’anno, festeggiando la dea Rea, madre degli dei; un culto della divinità femminile e della fertilità che segnava il rapido passaggio dal gelido inverno alla colorata e calda estate. Gli antichi romani celebravano feste in onore della nascita e della maternità salutando l’arrivo della primavera con un’intera settimana di festività, dedicate alle rose e alle donne.

Andando molto più avanti nel tempo compaiono testimonianze di una festa della mamma nella lontana Inghilterra del 1600 quando, nella quarta domenica della Quaresima si festeggiava una ricorrenza chiamata “Mothering Sunday”: una festa pagana che però la Chiesa volle favorevolmente inglobare nei suoi riti, trasformandola nel giorno in cui si celebrava la “Madre della Chiesa”, forza spirituale della vita e protezione dal male nonchè madre terrena. Ancora oggi in alcune località si tramanda l’offerta della famosa “Mothering cake”, un dolce che oggi è di competenza prettamente pasquale e viene chiamato Simnel cake.

Facendo un altro balzo in avanti nel tempo si giunge al 1908 negli Stati Uniti, dove una donna, Anna M. Jarvis, profondamente legata alla propria madre, un’attivista pacifista, dopo la sua morte si impegnò per far istituire una festa nazionale dedicata alla figura materna. Così con determinazione e tenacia, tempestò di tantissime lettere i ministri e i membri del congresso fino a che non riuscì nel suo scopo: il 10 maggio 1908 ci fu a Grafton la prima celebrazione della festa della mamma, una ricorrenza, per la Jarvis, dedita a manifestare un segno d’affetto di tutti nei confronti della propria madre mentre questa è ancora in vita.

Soltanto però nel 1914 il presidente Wilson annunciò la delibera del Congresso per festeggiare il “Mother’s Day” la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per tutte le madri d’America.
Anna scelse anche simbolo della festa: il fiore preferito della madre, il garofano bianco che presto peò venne sostituito dalle rose rosse, molto più rappresentative dell’amore e del periodo.
La festa venne introdotta poi nel 1917 in Svizzera, nel 1918 in Finlandia, nel 1919 in Norvegia e in Svezia, nel 1923 in Germania e nel 1924 in Austria. Successivamente molti altri Paesi introdussero anch’essi la ricorrenza.

La storia italiana della festa

In Italia, la festa, venne celebrata per la prima volta soltanto diversi anni dopo, nel 1933, in epoca fascista. Fu proprio l’espressione politica che volle la festa coincidente con la vigilia del Natale, a significare la giornata dedicata alla natalità “ufficiale” chiamata appunto ‘Giornata della madre e del fanciullo’. Addirittura venivano premiate le madri che avevano avuto più figli, proprio a significare quanto il movimento nazionale si interessasse a proteggere la maternità e l’infanzia.

Con l’avvento degli anni cinquanta la festa della mamma continuò grazie a due circostanze molto diverse tra loro. La prima era legata a motivi di promozione commerciale, l’altra a quelli religiosi. Nel 1956 il senatore e sindaco di Bordighera (Imperia), Raul Zaccari, in collaborazione con Giacomo Pallanca, presidente dell’ Ente Fiera del Fiore e della Pianta Ornamentale, prese l’iniziativa di celebrare la festa della mamma nel suo paese.

La circostanza religiosa risale invece all’anno dopo, nel 1957, don Otello Migliosi parroco di Tordibetto di Assisi, volle fortemente celebrare la mamma per il suo valore religioso e cristiano soprattutto, come terreno di incontro e di dialogo delle varie culture. Ancora oggi, ogni anno, Tordibetto celebra ufficialmente la Festa con importanti manifestazioni religiose e culturali. Per l’occasione è stato creato uno spazio verde unico in Italia, il “Parco della Mamma” con al centro una statua della maternità, opera dello scultore Enrico Manfrini.

Ancora l’anno successivo, nel 1958, sempre Raul Zaccari, fece un passo ancora più arduo; con altri illustri colleghi senatori, presentò al Senato della Repubblica un disegno di legge per l’istituzione nazionale della festa. La lodevole iniziativa suscitò però un dibattito dove alcuni senatori hanno ritenuto inopportuno che sentimenti così intimi fossero oggetto di norma di legge.
La festa comunque prese ugualmente piede in Italia e originariamente la data ufficiale era fissata per un giorno specifico, ovvero l’8 maggio (in concomitanza con la festa della Madonna del Rosario di Pompei). Ma per facilitare i festeggiamenti e far ricadere la ricorrenza in un giorno festivo (la domenica), si è poi deciso di rendere la data “mobile” e fissarla la seconda domenica di ogni mese di maggio.

La Festa della Mamma nel mondo

La data della festa moderna non è mai stata imposta neanche a livello globale e per questo è molto ballerina. Ogni nazione ha la sua giornata dedicata così, oltre negli Stati Uniti, questa festa è celebrata la seconda domenica di maggio anche nella maggior parte degli stati del mondo compresa l’Italia. Sono pochi quelli che la festeggiano in altre date come la Norvegia la seconda domenica di febbraio, in Argentina la seconda di ottobre, in Francia l’ultima domenica di maggio (ed è celebrata come compleanno della famiglia); mentre a San Marino, in Arabia Saudita, Palestina, Egitto e Libano si festeggia a marzo; Thailandia e Costa Rica festeggiano ad agosto e in Russia a novembre.

La maternità e l’arte

La figura materna nei secoli ha influenzato e affascinato anche il mondo degli artisti antichi e contemporanei; tanti sono coloro che hanno dedicato bellissime opere al tema della maternità e del rapporto con i figli: fra i tanti, Klimt con Le tre età della donna e le due Speranza, mentre Picasso con il famoso Maternidad; Ritratto di Madre di Van Gogh, Tote Mutter di Egon Schiele fino ad arrivare all’intramontabile Madonna col bambino, soggetto dipinto da più artisti , ma il più noto rimane sempre quello di Giotto. Piu vicino ai nosti tempi ecco un Andy Warhol con il suo Julia Warhola, la serigrafia della madre.

Come non ricordare le bellissime e delicate poesie di innumerevoli scrittori, una tra le più belle e amorevoli ci è stata regalata da Victor Hugo (1802-1885):

La madre
La madre è un angelo che ci guarda
che ci insegna ad amare!
Ella riscalda le nostre dita, il nostro capo
fra le sue ginocchia, la nostra anima
nel suo cuore: ci dà il suo latte quando
siamo piccini, il suo pane quando
siamo grandi e la sua vita sempre.