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Davide Re: “Il rinvio dei Giochi ha fatto effetto. Obiettivo di stagione: 44”50 nei 400 metri”

11 maggio 2020 | 10:00
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Davide Re: “Il rinvio dei Giochi ha fatto effetto. Obiettivo di stagione: 44”50 nei 400 metri”

Interviene nella trasmissione radiofonica Personal Best il primatista italiano dei 400 metri. Il campione di atletica racconta il suo lockdown e il ritorno in pista

Anche Davide Re è tornato ad allenarsi. Dopo il via del Governo per  gli allenamenti individuali, dedicati solo agli atleti di interesse nazionale (leggi qui), anche il primatista italiano dei 400 metri con 44″77 sul traguardo (leggi qui) ha raggiunto di nuovo la pista.

Lo ha fatto al Guidobaldi di Rieti dove abitualmente si allena. Insieme alla sua coach Chiara Milardi sta riprendendo sensazioni e  velocità. Anche se quest’ultima è il suo tallone di Achille. Lo ha dichiarato a Radio24. Nella trasmissione della domenica pomeriggio a tema sportivo Personal Best, l’atleta delle Fiamme Gialle ha raccontato il suo lockdown e i suoi obiettivi per il futuro. Non è semplice per un atleta allenarsi senza orizzonti fatti di gare e competizioni, ma se si punta a migliorare se stessi allora il tempo del coronavirus che l’Italia sta vivendo, sembra più semplice. Punta allora Davide ad abbassare i suoi tempi. Arrivare in cronometro (strumento molto importante per lui), nei 400 metri, sui 44”50 e andare sotto al minuto nei 500 metri. Vorrebbe onorare la memoria di Donato Sabia, scomparso alcune settimane fa (leggi qui), che  deteneva il primato italiano sulla distanza.

E’ stato un colpo al cuore il rinvio delle Olimpiadi. Lo è stato probabilmente per tutti gli atleti che sognavano una partecipazione ai Giochi nel 2020 e che avevano preparato allenamenti e obiettivi della stagione, fatti apposta. Niente da fare però, il Cio ha deciso per lo slittamento nel 2021 (leggi qui). E Davide ha appoggiato questa idea. Seppur soffrendone. Una decisione giusta. Anche per la forma fisica, che forse a Tokyo non sarebbe stata una delle migliori e non poteva esserlo. Gli allenamenti di tutti gli atleti negli ultimi due mesi si sono svolti a casa. E anche Re ha sfruttato lo spazio del suo cortile per andature ed esercizi di palestra. Si è adattato a questo periodo di  chiusura e ha imparato ad utilizzare i social. Lo ha raccontato a Personal Best. E ha aggiunto che Facebook, come Instagram e altri strumenti digitali sono importanti per comunicare la propria attività.

Sono confermati per il momento i Campionati Italiani Assoluti di agosto di atletica leggera e la Fidal sta pensando ad una serie di meeting nazionali per dosare forma e carattere degli atleti. Sarebbe contento di questo Davide. I suoi compagni di Nazionale sono forti nel giro di anello e Davide ne è il primatista. Un talento della resistenza e della determinazione. Lo diceva anche Claudio Licciardello, ex campione d’Europa in staffetta al coperto e primatista italiano nei 400 con 45”25, a Il Faro on line nella sua intervista di aprile e attualmente allenatore di atletica nella Guardia di Finanza (leggi qui). Entrambi delle Fiamme Gialle ed entrambi della scuderia di quei campioni del giro dello stadio, che ha dato all’Italia grandi soddisfazioni. E’ uno degli obiettivi che si pone allora Davide. Gli Assoluti.  Come fosse un’ancora di salvezza in questo nefasto 2020. E Re non molla e guarda avanti. E gli allenamenti proseguono, per migliorare se stessi prima di tutto e poi conquistare medaglie in un futuro oltre il covid-19 confrontandosi con gli avversari in pista.

“Tornare in pista, come farlo per la prima volta. In quarantena mi sono allenato in cortile”

“Sto bene, abbiamo ripreso gli allenamenti e questo mi rende particolarmente felice. In realtà non ci siamo mai fermati. Abbiamo lavorato a casa, ma correre in pista è sempre bello. Il primo giorno è stato un po’ come correre i primi passi. Ti devi riabituare al materiale della pista, diverso rispetto a quello stradale. E’ stato emozionante. Come farlo per la prima volta. Sono riuscito a sfruttare al meglio il cortile condominiale per quanto riguarda gli esercizi di palestra, durante la quarantena. Ho portato a casa alcuni attrezzi. Per quanto riguarda la corsa giravo intorno al quartiere, oppure utilizzavo la cyclette. In base agli esercizi che dovevo fare ho misurato la metratura del cortile. 22 metri quadrati per un quindicina, che bastava comunque per la palestra e le andature”.

“Durante il lockdown ho imparato ad utilizzare i social, per noi atleti sono importanti”

“Ho imparato ad utilizzare di più i social. Ormai sono molto usati dagli atleti. Sono mezzi importanti per farci conoscere come sportivi e divulgare la nostra attività. Sono sempre stato una persona restìa in questo, ma durante la quarantena ho deciso di imparare ad usarli un po’ meglio”.

“A 16 anni ho capito che il mondo era la velocità. Nell’aspetto della resistenza sono più portato”

“Fino ai 15 anni ho fatto tanti altri sport. Ero anche uno sciatore e conquistavo gli stessi risultati. Ho vinto il Trofeo Topolino in slalom. In ottobre vinsi il Criterium Cadetti sui 300 metri. Avevo un piccolo vantaggio fisico, ero più sviluppato. Ho provato anche pallavolo e calcio. Piano piano ho accantonato gli altri sport e ho scelto l’atletica. Intorno ai 16 anni ho capito che la velocità era il mio mondo. Partecipai ai Mondiali Under 18 e arrivai in semifinale. Come quattrocentista sono più approntato sulla resistenza. Facevo anche campestri, mi è rimasto il mezzofondo nelle gambe. La velocità pure è un po’ il mio tallone di Achille, ci stiamo lavorando con la mia allenatrice Chiara Milardi. Migliorando la velocità e mantenendo la resistenza si sono visti i risultati”.

“I 400 sono una distanza difficile. La mia resistenza mi fa patire di meno. Distribuisco meglio lo sforzo”

“I 400 sono complicati, come le altre gare, però non puoi permetterti di partite piano. Non si recupera più. Non si può neanche ripartire a tutta. Altrimenti tutto diventa  faticoso e si butta via la gara. Bisogna imparare a gestirsi e allenarsi. Preparare e migliorare la velocità. E’ importante la distribuzione dello sforzo. Viene anche automatico. Lavoriamo molto sui ritmi gara soprattutto d’estate. Bene o male si sa quello che si sta facendo. Riesco a capire se sui 200 metri sto passando sui 21 o 22 secondi. E’ difficile stare sul decimo. Riesci a tenere i 3 o 4 centesimi. Alcuni riescono a dosarsi. Chi punta di più sulla velocità parte  forte ma sa che poi verso la fine della gara paga di energia. Allora preferisce mettere tutto nei primi momenti in pista. Chi resiste come me, patisce di meno e riesce ad avere una distribuzione uniforme dello sforzo”.

“Il rinvio dei Giochi di Tokyo era nell’aria, ma ha fatto effetto”

“Gli 8 centesimi in più di Doha che mi hanno lasciato fuori la finale ancora bruciano. Credo lo faranno finché non riuscirò a rifarmi. Spero il prossimo anno già con le Olimpiadi. Sono anche una spinta per farmi allenare con più impegno e con la stessa motivazione, nonostante sia stata cancellata la stagione delle gare. Sapere che si sta lavorando per qualcosa, anche se si svolgerà il prossimo anno, tiene alta la motivazione. Lo slittamento dei Giochi Olimpici ha fatto effetto. E’ stata tuttavia una decisione giusta. Per tutti gli atleti che erano ai Mondiali di Doha la Iaaf ha mandato un questionario in cui si doveva esprimere il proprio pensiero al riguardo. Personalmente per vari motivi e per una Olimpiade che poteva svolgersi a porte chiuse dove non si sapeva in quale forma fisica arrivarci, ho preferito il posticipo. Ha fatto effetto sicuramente, era nell’aria comunque”.

“Voglio il primato stagione sui 400 metri. Voglio correre 44”50. E fare superare il primato di Sabia nei 500 metri. Sarebbe un modo per onorarlo”

“Per le Olimpiadi si sapeva che sarebbero state posticipate. Per gli Europei di Parigi ci contavo molto, una volta fatto slittare i Giochi. C’era la sensazione che potessero svolgersi, li hanno annullati per le troppe gare del 2021. Abbiamo deciso di trovare altri obiettivi per quest’anno. Quello principale è correre forte i 400. Noi abbiamo un vantaggio che è il cronometro. Che io corra 44”50 sarebbe una soddisfazione. E diventa l’obiettivo stagionale. Alla fine ho deciso che lo scopo dell’anno è migliorare me stesso, oltre le gare che non si svolgeranno. Non è più il  confronto con gli altri, ma migliorare me stesso. Il mio personale. L’idea  potrebbe essere anche quella di avere del tempo per provare a  fare il record italiano sui 500 metri. Correrli forte significa farlo anche nei 400 metri. Il primato europeo appartiene a Donato Sabia, mancato quest’anno. Ci sembrava un modo per onorare la sua memoria (1 minuto e 8 centesimi). E’ una sfida andare sotto al minuto. Non sarebbe la prima volta che corro i 500 metri. Negli ultimi due anni abbiamo avuto l’abitudine in aprile, come prima gara dell’anno, di fare un 500, senza averlo mai preparato, solo per rompere il ghiaccio, ci sono andato vicino. Ho fatto 1’00:50 e poi 1’00:27. E’ un obiettivo anche quello. Riuscire a fare il primato, andare sotto il muro dei 60 secondi. Dopo il muro dei 45” nei 400”.

“Della staffetta mi piace il gioco di squadra. E quando sei in scia lo senti”

“La cosa più bella della staffetta è che si gioca in squadra. Mi da carica e mi ricorda l’esperienza della pallavolo. Correre bene la frazione è una motivazione in più. Ma le patisco emotivamente.  A Doha mi sentivo in dovere di fare bene, perché potevo farlo e se lo aspettavano tutti. Era una responsabilità, ma divertente. Un modo per affrontare la gara tutti insieme. La difficoltà sta nel cambio, bisogna stare attenti. Bisogna controllare con un occhio il compagno che sta arrivando da dietro, se si vuole un cambio fatto bene e veloce. Con l’altro controllare davanti, se si è nel mezzo. Bisogna essere vigili e pronti allo slalom. Poi devi andare veloce, ma prima devi stare attento. Corro o l’ultima o la prima, dipende dalla strategia. A partire per ultimo puoi prendere la scia, che si sente. Anche psicologicamente”.

“Soffro le gare indoor. Non amo correre le curve”

“Le gare indoor sono bellissime, anche da vedere. Ma non sono capace a correre in curva. Faccio fatica. Hanno una curva stretta e parabolica, hanno un anello di 200 metri. Sono 4 curve da fare. Per me le gare indoor sono difficili. Ho corso poche volte i 400 metri. Ma le competizioni sono belle, c’è il contatto fisico che è adrenalinico. Mi spiace di non avere questo talento nelle gare al coperto”.

“Spero nei meeting italiani. I 400 metri vivono un momento d’oro”

“Il Campionato Italiano Assoluto dell’8 e del 9 agosto intanto è confermato. Resta uno degli obiettivi. Una delle gare clou. Volevano fare un circuito di meeting italiani, stavano parlando di questa idea. Spero che si riesca a fare. Sarebbe un modo per confrontarsi su base nazionale. Sui 400 metri stiamo vivendo un momento d’oro. Abbiamo Matteo Galvan, il precedente primatista italiano, Edoardo Scotti che due volte ha corso sotto i 46 secondi. Vladimir Aceti 45”80 lo scorso anno. Il livello è alto”.

“I miei successi li condivido con due grandi donne. La mia allenatrice e la mia manager”

“I miei successi sono dovuti alle donne. Non sono il sesso debole. Chiara è una grande allenatrice. Rapporto importantissimo. Quasi un legame di amicizia, ma in campo le gerarchie vanno rispettate. Bisogna rispettare i rapporti. Sia con la mia allenatrice, che con la mia manager. Accoppiata vincente”.

(Il Faro on line)(foto@Colombo/Fidal)