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Erosione a Ostia Ponente, l’esperta: “I lavori sulla spiaggia sono dannosi”

12 maggio 2020 | 16:35
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Erosione a Ostia Ponente, l’esperta: “I lavori sulla spiaggia sono dannosi”

Ilaria Falconi: “I lavori eseguiti in questi giorni incrementano il rischio erosione: realizzare barriere frangivento per ridurre il riversamento di sabbia sulla strada”

Ostia – I lavori che il X Municipio sta effettuando per ridurre la sabbia accatastata a ridosso del muretto del lungomare Duca degli Abruzzi dalle mareggiate e dalle sventolate invernale, sarebbero sbagliati. Si rischia di alimentare l’erosione delle spiagge già fortemente marcata. E per evitare che la sabbia finisca sulla strada, ci sono metodi più efficaci e ad impatto zero.

A sostenerlo è Ilaria Falconi, tecnico ambientale ISMEA presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, laurea in Scienze ambientali con specializzazione in Monitoraggio e riqualificazione ambientale , master di II livello in analisi e mitigazione del rischio idrogeologico e master in Europrogettazione europea.

I lavori di manutenzione eseguiti sugli arenili – sostiene Falconi – incrementano il rischio di erosione su tale tratto di litorale già notevolmente compromesso. L’erosione, infatti, è maggiormente concentrata nelle vicinanze della foce del Tevere a causa del trasporto solido divergente, della notevole riduzione del trasporto torbido annuo e della messa in opera delle strutture di difesa costiera distaccate emergenti (realizzate negli anni ’70 e ‘80), in corrispondenza della foce, che ha, inoltre, spostato l’erosione verso le spiagge limitrofe, soprattutto verso la costa compresa tra il Pontile della Vittoria ed il Canale dei Pescatori. In tale tratto l’intervento riguardante l’abbassamento del livello della sabbia a ridosso del muretto incrementa le perdite di sedimento dal sistema spiaggia in quanto modifica ed altera il profilo morfologico. Nella progettazione occorre tenere in considerazione e valutare opportunamente le caratteristiche dei movimenti migratori dei materiali litici, con attenzione al senso nel quale in prevalenza tali movimenti si verificano. Il problema della sabbia depositata sulla strada a causa del trasporto eolico può essere facilmente risolto utilizzando delle barriere frangivento. Tali barriere rappresentano un ottimo metodo per limitare la perdita di sabbia dalle spiagge”.

D’altra parte è ciò che fanno da decenni i concessionari degli stabilimenti balneari.  “Un’efficace barriera frangivento – specifica Falconi – dovrebbe essere costituita da reti plastiche di altezza di 1 – 1.5 metri con maglia da 1 – 2 mm, sostenute da paletti o telai in legno, o altro materiale idoneo, posizionate il più possibile lontano dalla riva, con elementi orientati opportunamente secondo la direzione dei venti dominanti. Tali strutture possono portare in breve alla formazione di una duna simmetrica di diverse decine di centimetri in altezza e di alcuni metri di larghezza alla base, in relazione alle condizioni di vento, alla presenza di sabbia ed alla forma data alla barriera. L’opzione può risultare efficace anche su spiagge di limitata ampiezza (ad esempio 40 metri complessivi) sempre in relazione alle condizioni locali. Le opere sopra descritte possono essere realizzate anche con materiali biodegradabili, quali legno, stuoie di canne, corda di canapa, bioreti, ecc.. Infine, le barriere frangivento possono essere utilizzate anche nelle spiagge situate in ambienti antropici”.