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Ricercato per omicidio, si nascondeva in una roulotte sul lungomare di Ostia

Sospettato di omicidio commesso a Verona nel 2001, romeno viveva in una roulotte. Ricercato anche per aver bruciato la compagna

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Ostia – Lo cercavano dopo che l’esame del DNA aveva rivelato che lui era sulla scena dell’omicidio di un uomo ben 19 anni fa a Verona. E, nel frattempo, era ritenuto pure di aver ustionato gravemente la compagna dandole fuoco.

La Polizia di Verona ha eseguito a Ostia un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a seguito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile, dal Servizio Centrale Operativo e dalla Polizia Scientifica di Roma, nei confronti di Ion L. di 64 anni romeno, ritenuto responsabile dell’omicidio aggravato di Antonio Schiesaro, 70 anni, avvenuto in città nel maggio 2001.

Un«cold case» risolto dopo 19 anni grazie all’esame del dna. Il cadavere dell’uomo era stato ritrovato all’interno della propria abitazione con numerosi colpi di arma da taglio. In particolare, l’anziano era stato colpito 70 volte al collo ed alla schiena con una forbice d’acciaio. La zona della stazione ferroviaria è nota per essere un luogo di ricerca di giovani, per lo più stranieri, con i quali consumare occasionali rapporti sessuali, in cambio di ospitalità. Sulla scena del delitto erano state rilevate all’epoca moltissime tracce di sangue, anche sui bordi della vasca da bagno.

Un omicidio, si era supposto, compiuto a scopo di rapina, in quanto era stata sottratta la pensione delle vittima. Di recente con nuove tecniche scientifiche sono emersi elementi di indizio contro Ion L. già noto alle forze dell’ordine e senza fissa dimora.

L’uomo, responsabile di condotte violente anche nei confronti della compagna, alla quale aveva dato fuoco dopo una lite, è stato rintracciato sul lungomare di Ostia dove aveva trovato rifugio all’interno di una roulotte ed ora è rinchiuso nel carcere di Regina Coeli.

Per dovere di cronaca, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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