Salute, visite specialistiche nel Lazio dal 28 maggio. I medici di famiglia: “Rivedere la app Doctor Covid”

18 maggio 2020 | 09:26
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Salute, visite specialistiche nel Lazio dal 28 maggio. I medici di famiglia: “Rivedere la app Doctor Covid”

Direttiva indirizzata a tutte le Asl: avviare la ripresa delle visite specialistiche e degli screening dal 28 maggio. I medici di famiglia, primo filtro nella lotta al covid-19: “Procedure semplificate per esami urgenti”I

Roma – La Giunta Regionale e la Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria hanno deciso: esaurita la fase pandemica, dal 28 maggio devono riprendere tutte le visite specialistiche, screening inclusi.

La direttiva è stata firmata e trasmessa a tutte le Asl ed alle Aziende ospedaliere il 15 maggio. Nel documento vengono riassunte tutte le procedure che dovranno essere adottate sia per tutelare la salute di pazienti e operatori sanitari dal rischio contagio, sia per smaltire tutte le visite che sono state sospese con l’esplosione della pandemia covid-19. La Asl Roma 3 aveva annunciato (leggi qui) di essere pronta già a partire dal 25 maggio.

Innanzitutto una prima decisione: dal 15 maggio la validità delle prescrizioni è ampliata dagli attuali 12 a 24 mesi, a partire dalla data di compilazione della stessa. C’è poi un’altra importante novità, per cercare di smaltire le visite già prenotate e sospese oltre alle nuove richieste viene richiesto alle Asl di ampliare “l’orario di accesso al pubblico e, se necessario, prevedendo l’apertura nella giornata di domenica. I pazienti che prenotano al CUP saranno sottoposti a “una valutazione telefonica del rischio COVID-19 per gli utenti che devono accedere ai Poliambulatori Lazio Doctor Covid oppure questionario a voce”. In ogni caso, c’è l’obbligo di presentarsi alla visita con la mascherina a difesa delle vie respiratorie.

Le aziende sanitarie devono provvedere “in ogni punto di accesso alla struttura ambulatoriale dall’esterno, alla rilevazione della temperatura corporea, non consentendo l’accesso in caso di temperatura superiore a 37,5°C e invitando l’assistito a contattare il proprio Medico di Famiglia”. Va garantita “la presenza di dispenser di gel per l’igiene delle mani in ogni spazio comune/sala d’attesa”.

Riguardo agli esami clinici e radiografici “come forma di contenimento, è possibile ipotizzare che l’accesso alle attività di prelievo venga suddiviso in base alla lettera iniziale del cognome (es il lunedì accesso alle A -B, martedì alle C-D. etc) nei diversi giorni della settimana”.

Relativamente alle visite arretrate è bene “stabilire le priorità con le quali recuperare, compatibilmente con gli spazi disponibili, le prestazioni prenotate non erogate, impegnandosi a garantire la continuità assistenziale per i follow up prenotati, in particolare per quelli che presentano maggiore criticità clinica” valutando in particolare livello di rischio e appropriatezza.

Si suggerisce, poi, di “prevedere, al fine di ridurre al minimo lo spostamento degli utenti e l’affollamento nei siti di erogazione, che gli specialisti forniscano consulto a distanza/teleconsulto a MMG/PLS o ad altri specialisti per una second opinion

Infine, tornano gli screening. “Riavviare test di primo livello dei programmi di screening oncologici sospesi stabilendo la priorità” e facendo “precedere l’appuntamento per l’esecuzione del test da un contatto telefonico da parte del coordinamento aziendale che effettua un triage telefonico per il rischio Covid-19”.

MEDICI DI FAMIGLIA PRIMO FILTRO

Alberto Chiriatti, vicesegretario regionale FIMMG

Nonostante le difficoltà legate alla massiccia richiesta di assistenza e alla farraginosità nel rapporto con le strutture territoriali, i medici di famiglia hanno prodotto un enorme sforzo contenendo l’epidemia e garantendo le prestazioni richieste dai pazienti”. E’ positivo il bilancio della Fase 1 da parte del vicesegretario regionale FIMMMG(Federazione italiana dei medici di medicina generale), Alberto Chiriatti. Nei giorni scorsi l’assalto ai pronto soccorso nella Fase 2 era stato visto come una resa della medicina territoriale e, più specificatamente, di quella di famiglia (leggi qui). “I medici hanno retto con grande spirito di sacrificio – prosegue Chiriatti – e questo è avvenuto nonostante le difficoltà alle quali siamo andati incontro. C’è stato un problema di carenza delle dotazioni dei dispositivi individuali di protezione, tamponata grazie a diverse donazioni, una difficoltà oggettiva a gestire le visite domiciliari e, soprattutto, un rapporto mediato con il SISP (Servizio Igiene e Sanità pubblica) attraverso la app Lazio Doctor Covid, strumento che bisogna implementare e migliorare”.

L’emergenza non è finita – avverte Chiriatti – ma bisogna recuperare la richiesta di prestazioni accumulate. Penso per esempio alla necessità che si trovi una modalità per l’erogazione di esami in tempi rapidi, massimo 48 ore, e all’opportunità di incrementare la telemedicina per consulti da remoto”.