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Lavinio: minacce, calci e pugni al rider della pizzeria per rubarle i soldi

20 maggio 2020 | 11:03
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Lavinio: minacce, calci e pugni al rider della pizzeria per rubarle i soldi

In manette un 39enne di Nettuno rintracciato dagli agenti di polizia del commissariato di Anzio

Anzio – Nella serata di domenica 17 maggio scorso, una giovane addetta alla consegna a domicilio di una pizzeria di Nettuno, si era recata nella zona di Lavinio per consegnare alcune pizze ma, appena giunta, è stata aggredita con calci, pugni ed afferrata al collo da un uomo che, dopo averla gettata sull’asfalto, le ha tappato la bocca dicendole “dammi i soldi …. se non mi dai i soldi ti ammazzo come un cane“. L’uomo si è impossessato anche dell’incasso di circa 80 euro in banconote, per poi fuggire insieme ad una complice.

Le grida di aiuto della ragazza sono però state udite da alcuni residenti della zona che hanno avvisato la Polizia. I poliziotti del commissariato di Anzio hanno quindi raggiunto la ragazza che, sanguinante in viso e visibilmente spaventata, è stata accompagnata in ospedale e refertata con una prognosi di 7 giorni.

Gli investigatori hanno subito avviato le indagini scoprendo che nella rapina era coinvolto un 39enne di Nettuno, con precedenti di Polizia. La malcapitata, inoltre, nella denuncia aveva riferito di aver graffiato in viso il suo aggressore che l’aveva rapinata a volto scoperto.

Rintracciato nella stessa nottata nei pressi della sua abitazione, l’uomo presentava alcuni graffi sulla fronte, sul naso e sulle labbra e per di più la ragazza, nel corso dell’individuazione fotografica, lo ha riconosciuto senza nessun dubbio.

Tutta l’attività investigativa è stata comunicata alla Procura della Repubblica di Velletri e al 39enne, che nel frattempo era stato accompagnato presso la casa Circondariale di Velletri per essere evaso dagli arresti domiciliari. Così gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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