La Novità |
Regione Lazio
/

Covid-19, la Asl Roma 4 riorganizza l’assistenza ai detenuti

21 maggio 2020 | 11:14
Share0
Covid-19, la Asl Roma 4 riorganizza l’assistenza ai detenuti

Sono stati assegnati otto operatori sociosanitari, quattro per ogni sede penitenziaria, dal 4 maggio fino al 31 luglio per il contenimento dell’emergenza

La Asl Roma 4 ha revisionato l’organizzazione delle attività degli operatori sociosanitari presso la medicina penitenziaria.

Dal giorno 30 marzo presso la medicina penitenziaria Casa Circondariale è stato assegnato un nuovo ausiliario per un totale di 20 ore settimanali. Successivamente, la Protezione Civile ha istituito un’unità sociosanitaria nazionale per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 presso gli istituti penitenziari. Gli operatori sociosanitari sono stati assegnati a ciascun istituto penitenziario del Lazio su indicazione del Ministero Grazia e Giustizia. Sono stati assegnati otto operatori sociosanitari (quattro per ogni sede penitenziaria) dal 4 maggio fino al 31 luglio per il contenimento e contrasto dell’emergenza Covid. Degli otto operatori sociosanitari reclutati hanno aderito cinque persone. Dal 20 maggio 2020, presso i due istituti penitenziari afferenti alla Asl Roma 4, hanno preso servizio cinque operatori degli otto assegnati a seguito dell’ordinanza della Protezione Civile n. 665 del 22/04/2020.

Il Dapss (Dipartimento delle Professioni Sanitarie e Sociali), in collaborazione con la Direzione del Distretto 1 e il Direttore degli istituiti penitenziari, ha individuato specifiche attività di supporto per ottimizzare la presenza dei volontari che si sono dimostrati da subito entusiasti di sostenere e collaborare con la nostra Asl per il benessere della popolazione detenuta. Il setting della medicina penitenziaria è particolarmente complesso, poiché è necessario individuare i diversi approcci alla salute, decodificarli ed offrire contestualmente una chiara chiave di lettura per l’assistenza al detenuto.

L’orientamento è sicuramente quello di porre maggiore attenzione per i bisogni espressi dai detenuti rispetto a quelli della popolazione libera, visto che il detenuto, privato della libertà, si trova in una oggettiva posizione di svantaggio rispetto al cittadino comune. L’operatore sociosanitario, sotto la guida dell’infermiere, garantisce l’attuazione della pianificazione individualizzata dei bisogni. Altro aspetto da considerare è rivolto al fatto che la popolazione detenuta è multietnica e multiculturale, di conseguenza spesso è difficile condividere con qualcuno di altra cultura/etnia la nostra concezione di salute/malattia. In questo scenario, la presenza dell’operatore facilita il percorso assistenziale, soprattutto in questa “fase due” dell’emergenza, coadiuvando tutte le attività infermieristiche e finalizzate al raggiungimento del benessere psico fisico della persona in detenzione.
Il Faro online – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Regione Lazio