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Ardea, l’ira dei balneari: “Dimenticati dall’Amministrazione comunale”

23 maggio 2020 | 06:35
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Ardea, l’ira dei balneari: “Dimenticati dall’Amministrazione comunale”

Cavola (S.i.b Ardea): “Stiamo aspettando che il Comune di Ardea, con una propria ordinanza, ci dica quando e come dovrà avvenire la riapertura degli stabilimenti”

Ardea – “Siamo in una situazione catastrofica. La Regione Lazio ha confermato la riapertura degli stabilimenti ma se il Comune non emette un’ordinanza con le indicazioni noi non potremo muoverci. Di media ci vogliono tra i 30 e i 40 giorni per attrezzare le spiagge: questo significa che la stagione balneare ad Ardea rischia di saltare“. Il grido di allarme viene dal responsabile S.i.b (Sindacato Italiano Balneari) di Ardea e vicepresidente regionale S.i.b Angelo Cavola, in polemica con il Comune, che ancora non ha dato le direttive agli operatori balneari sulla gestione degli stabilimenti per la riapertura.

“Ad oggi non sappiamo ancora quando avverrà l’apertura degli stabilimenti di Ardea – dichiara a ilfaroonline.it Angelo Cavola – e questo perché ci sono state prima le leggi nazionali, che hanno dato mandato alle regioni e queste a loro volta hanno demandato ai comuni di provvedere alle disposizioni. Noi, che in questo periodo avremmo già aperto, stiamo aspettando che il Municipio di Ardea, con una propria ordinanza, ci dica quando dobbiamo aprire e con quali modalità dovrà avvenire l’apertura”.

Angelo Cavola

“Nella mia veste di responsabile – continua – ricevo tutti i giorni decine di telefonate di operatori balneari che mi chiedono informazioni, ma io non posso rispondere perché siamo nell’incertezza totale. Non solo non stiamo lavorando ma non sappiamo neanche che cosa dobbiamo fare. Durante l’inverno scorso, prima dell’emergenza sanitaria, abbiamo fatto delle riunioni con l’Amministrazione comunale e ci sembrava di essere stati ascoltati ma alla fine da queste riunioni non è mai emersa alcuna programmazione”.

Pensavamo che l’Amministrazione comunale ci interpellasse per capire le nostre intenzioni e invece così non è stato. Non sappiamo neanche come verrà effettuato il salvamento in mare. Tutte queste indicazioni devono essere riportate nelle ordinanze che stiamo aspettando, sia per quanto riguarda la Capitaneria di Porto che il Comune di Ardea. Voglio chiarire la differenza tra le due ordinanze: quella della Capitaneria di Porto riguarda tutto ciò che avviene in mare (posizionamento delle ciambelle, boe, ecc.) mentre è demandata ai comuni la possibilità di decidere su tutto ciò che riguarda la terra ferma, quindi l’apertura, gli ingressi, i distanziamenti ecc.”

“Per lavorare all’interno di uno stabilimento balneare – spiega il Responsabile S.i.b di Ardea – c’è bisogno di montare la spiaggia, di attrezzarla con ombrelloni, ecc. e mediamente ci si impiegano tra i 30 e i 40 giorni e noi ora non possiamo farlo. Facciamo spesso richieste per incontri con il Comune di Ardea ma non veniamo ascoltati e in questo momento particolare non siamo neanche stati invitati a sedere in un tavolo per decidere il da farsi. Siamo fermi e stiamo aspettando il Comune, il nostro futuro è incerto”.
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