La ricerca

Meno spreco alimentare durante il periodo di Coronavirus

27 maggio 2020 | 16:34
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Meno spreco alimentare durante il periodo di Coronavirus

Una ricerca dell’osservatorio di Waste Watcher- Last Minute Market ha constatato come gli italiani hanno rivalutato il cibo in questo momento di emergenza.

Di: ILARIA CASTODEI

Nei mesi scorsi di lockdown siamo stati testimoni e protagonisti delle infinite file di persone che hanno assaltato i negozi di alimentari. Presi dalla paura di una quarantena domiciliare e di un eventuale mancato approvvigionamento dei supermercati (soprattutto nelle zone dove sono comparsi i primi casi di Covid-19) siamo inesorabilemte passati dalla corsa all’ultimo pacchetto dei nutella biscuits agli scaffali vuoti della farina, del lievito, dei prodotti conservati come barattolame, conserve e i surgelati. Siamo passati, dunque, da un consumo compulsivo superficiale e di lusso alla preoccupazione di acquistare i beni di prima necessità.

La Coldiretti ha evidenziato, tramite i mercati di campagna Amica, un sensibile aumento anche di frutta, verdura e carne, mentre, come già precedentemente denunciato, il settore ittico è rimasto tristemente un po’ indietro. (Vedi link: https://www.ilfaroonline.it/2020/04/07/il-coronavirus-affligge-anche-la-pesca-il-mercato-ittico-si-sta-fermando/331177/).

In questo periodo molti hanno dunque riscoperto la cucina come un momento per alleviare le pene dell’isolamento,immortalandosi nella preparazione di pasta fatta in casa, pizze, pane, torte e molto altro; circa 7 italiani su 10 si sono cimentati ai fornelli con una frequenza più elevata rispetto a prima. A questo punto la paura degli esperti del settore ha riguardato fondamentalmente una pianificazione errata della spesa, che poteva avere come conseguenza un boom degli sprechi. L’ipotesi del rischioè statasupportataanche dai dati Nielsen chea fine febbraio hanno segnato un’impennata delle vendite nella GDO (è stata registrata, infatti, una crescita media, in Italia, dell’8,34%), ponendo il giusto problema legato al rischio di non consumare il cibo in tempo.

L’indagine Waste Watcher

Nonostante i timori e con non poca sorpresa, solo qualche giorno fa, è stata pubblicata una importante ricerca dell’osservatorio Waste Wather, l’osservatorio sugli sprechi creato da Last Minute Market per EXPO 2015,che ha invece descritto un andamento in netta controtendenza. L’indagine ha registrato, infatti, in un campione statistico di 1.200 soggetti intervistato dal 29 aprile al 5 maggio distribuiti per sesso, età, rilevanza geografica, un incredibile quanto inaspettato decremento dello spreco alimentare familiare. I rifiuti domestici finiti nel secchio dell’umido sono stati di vario genere ma sono calati sensibilmente fino a raggiungere circa 430 grammi a settimana, stimando un calo di spreco del 25% rispetto al 2019. Dunque gli italiani hanno veramente scoperto il valore del cibo dando molta più attenzione alla sua conservazione e trasformazione casalinga?

Molto del merito va sicuramente alle tante istituzioni e categorie economiche che hanno cercato con ogni mezzo e per una serie di motivi, come quello ambientale, di arginare il fenomeno spreco del cibo. Tra i primi ad attivarsi per sensibilizzare la popolazione è stato il Banco Alimentare, che già il 25 febbraio aveva pubblicato una nota in cui dichiarava: “vogliamo ricordare, oggi più che mai, che il cibo è un dono davvero prezioso: nemmeno una briciola di ciò che è stato acquistato merita di finire sprecata!”; quindi più attenzione al tema dellospreco, ricordando che ogni anno vengono buttati via, dalle nostre case, ben 2,4 milioni di tonnellate di cibo, quantità valorizzata solo in Italia in ben 15 miliardi di euro. Quindi, anche se in periodo di piena emergenza sanitaria, la lotta contro lo spreco alimentare non è passata in secondo piano e i frutti si sono raccolti proprio durante una lunga e sofferta quarantena.

Preferenza di spesa e qualità del prodotto

Forse in cerca di una buona scusa per uscire di casa o per un inossidabile abitudine, per fare la spesa, più del 70% degli italiani si è affidata al proprio supermercato o negozio al dettaglio di fiducia, preferendo a volte i piccoli produttori, mentre solo una piccola fetta, il 18% , fra pigrizia e paura del contatto ha deciso di comprare on line. C’è da aggiungere che molti italiani (più il 34%) hanno non solo aumentato la quantità del cibo acquistata ma hanno preferito anche una più alta qualità del prodotto e forse proprio questo ha fatto sì che cisi concentrasse sul no-spreco in pattumiera.

La quarantena e la bilancia

Dopo tante settimane di isolamento in casa, poche uscite solo per gli acquisti frenetici di generi alimentari e le tante ore passate davanti ai fornelli, un sondaggio popolare ha stabilito come tutto questo non sia andato a scapito della personale silhouette evitando di far spostare troppo a destra l’ago della bilancia. Pare infatti che la maggioranza della popolazione (6 su 10), abbia evitato di far diventare il cibo una valvola di sfogo per superare lo sconforto e sia riuscita a contenere l’aumento di peso entro i 2 kg, mentre solo pochissimi hanno avuto un appesantimento importante. Addirittura c’è chi ha dichiarato di essere anche dimagrito.

Sappiamo bene che anche l’esercizio fisico, come lo jogging e le passeggiate, sia stato sin dall’inizio della quarantena un argomento molto discusso: si poteva fare, non si poteva fare, da soli, entro i 200 metri, tutti sembravano diventati dei runner; sicuramente una necessità per evitare di uscire dal lockdown corredati delle tanto odiate maniglie dell’amore. Sicuramente ha aiutato un po’ di movimento fisico ma l’impatto più forte a questo fenomeno lo ha dato senz’altro un più abile e consapevole utilizzo casalingo del cibo acquistato e conservato in frigo e in dispensa. Utilizzo intelligente e meno spreco di cibo, questo dunque il sunto della vita alimentare del paese negli ultimi tre mesi di isolamento.
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