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Covid-19 e calcio: i comportamenti sociali alla base del contagio

31 maggio 2020 | 14:44
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Covid-19 e calcio: i comportamenti sociali alla base del contagio

Uno studio effettuato in equipe scientifica, tra Roma e Londra. Firmata da Ricciardi. Si prende da esempio la partita tra Atalanta e Valencia

Roma – A poche settimane  dalla ripartenza della Serie A, si analizza il fattore contagio intorno ad una partita di calcio. Lo fanno i virologi mediante una ricerca scientifica stesa all’interno di uno studio apposito firmato da Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e professore ordinario d’Igiene e medicina preventiva all’UniversitàCattolica di Roma.

Atalanta – Valencia. Lo scorso 19 febbraio probabili asintomatici insieme per assistere alla partita

Sulla piattaforma Frontiers, il responso della ricerca ha chiarito che le partite dovrebbero essere giocate a porte chiuse e si dovrebbe alzare l’attenzione nei confronti degli spazi immediatamente adiacenti allo stadio, dove le persone possono assieparsi, creando assembramenti. Si fa riferimento soprattutto all’ultimo esempio prima del lockdown. La partita di Champions League tra Atalanta e  Valencia giocata a San Siro, a Milano: “Furono venduti 45.792 biglietti, circa il 95% (43.500 persone) acquistarono il tagliando in Italia, solo il 5% (2.500) in Spagna“, indica lo studio. Lo scorso 19 febbraio l’epidemia stava prendendo piede in Italia. E l’incontro di calcio offrìmolte opportunità di contatti tra le persone, non solo nello stadio, ma nel trasporto pubblico verso lo stadio, nei bar e in luoghi simili prima e dopo il match – spiegano i ricercatori – un evento affollato da tanti tifosi bergamaschi vista l’importanza della partita: sarebbe stato impossibile mantenere il distanziamento sociale, anche se fosse stato tentato”.

Partite a porte chiuse, per garantire la non trasmissione del contagio

E allora nel prossimo futurotutte le partite di calcio dovrebbero svolgersi a porte chiuse, prestando particolare attenzione ai raduni o a luoghi affollati che potrebbero potenzialmente verificarsi nelle immediate vicinanze degli stadi“. Precisa la ricerca su Frontiers. La nota prosegue a chiarire: “dovrebbe essere reso obbligatorio l’uso della mascherina per gli spettatorieintensificata la sorveglianza dei tifosi che partecipano a questi eventi di massa per conoscere meglio le dinamiche di trasmissione del covid-19 e supportare il monitoraggio e il contenimento delle infezioni“.

Viaggi, riunioni famigliari e nei bar con gli amici. Possibili cause scatenanti

Lo studio è stato curato dall’Università Cattolica di Roma insieme alla London School of Hygiene and Tropical Medicine. Esso ha preso in esame quanto successo a Bergamo. Una delle città italiane più colpite dal covid-19. Si analizza il comportamento sociale delle persone, che assistettero alla partita: “Molti di coloro che hanno viaggiato da Bergamo verso Milano,si sono probabilmente riuniti a casa e nei bar con amici e familiari per assistere alla partita. Ciò ha creato un’opportunità abbastanza eccezionale per i residenti di Bergamo di riunirsi subito dopo che il primo caso era stato segnalato in Lombardia e quando, quasi certamente, c’era un numero significativo di persone che erano contagiose sebbene asintomatiche“.

Non partita, ma comportamenti sociali, vere cause di diffusione del coronavirus

Tuttavia non è stata la partita in sé ad essere causa scatenante del contagio collettivo, ma le dinamiche sociali messe in atto: “La riunione di migliaia di persone sui mezzi di trasporto, nei bar e nei club – sottolinea la ricerca – potrebbe aver avuto un ruolo importante nella diffusione della malattia a livello locale e regionale, probabilmente con un impatto maggiore rispetto alla partita allo stadio“.

Lo studio va avanti, per capire ancora..

Servono “maggior approfondimenti scientificiosservano i ricercatoriperché la trasmissione di agenti infettivi nell’aria durante eventi sportivi è sostanzialmente sottovalutata. Serve un intenso sforzo di ricerca per comprendere molto meglio l’interazione tra le persone e, potenzialmente, dei virus che si può verificare in queste circostanze, prima, durante e dopo le partite“.

(Il Faro on line)