Covid-19, isolato il San Raffaele Pisana: la Asl Roma 3 a caccia di pazienti dimessi nelle ultime due settimane

6 giugno 2020 | 16:41
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Covid-19, isolato il San Raffaele Pisana: la Asl Roma 3 a caccia di pazienti dimessi nelle ultime due settimane

Con 31 casi esplode il cluster dell’ospedale di via della Pisana: dipendenti negativi trasferiti a pernottare in alberghi dedicati. Test per pazienti dimessi negli ultimi 14 giorni

Roma – Covid-19, esplode il cluster tardivo dell’Irccs San Raffaele Pisana: la Asl Roma 3 individua 31 casi positivi tra dipendenti e ricoverati. E’ caccia ai pazienti dimessi delle ultime due settimane e a chi ha frequentato la struttura dal 1° aprile mentre l’intera struttura viene messa sotto stretto cordone sanitario. Il personale risultato negativo al test, se non è in grado di garantire l’isolamento domiciliare, verrà dirottato a dormire in alberghi messi a disposizione per l’occasione.

E’ scattata immediatamente l’indagine epidemiologica della Asl Roma 3 sul caso del cluster esploso all’Irccs San Raffaele Pisana, l’ospedale privato convenzionato con le principali assicurazioni e enti previdenziali che si trova in via della Pisana 235, nel Municipio XII. Alla data odierna risultano collegabili al focolaio 31 casi di cui 9 dipendenti, 2 esterni (entrambi familiari di operatori sanitari) e 20 pazienti di cui 18 già trasferiti e 2 in trasferimento.

A evidenziarlo è la Asl Roma 3, ricordando che nel pomeriggio del 5 giugno è stata disposta la chiusura della struttura con cordone sanitario. «La struttura – dichiara il commissario dell’azienda sanitaria, Giuseppe Quintavallesta dando tutta la collaborazione necessaria alla Asl, che nella giornata odierna ha disposto un affiancamento della direzione sanitaria per consentire un miglior supporto per il contenimento del focolaio, la gestione dei casi e il loro tracciamento». Interessate all’indagine anche altri prfesidi e altre “succursali” del San Raffaele (leggi qui).

È in corso l’indagine epidemiologica «innanzitutto sulle procedure organizzative e i percorsi assistenziali, al fine di identificare una possibile criticità che possa aver agevolato la diffusione del virus tra i reparti a fronte delle misure di prevenzione adottate. Al momento l’ipotesi più accreditata del caso indice è relativa ad alcuni operatori sanitari, ma si resta in attesa della conclusione dell’indagine epidemiologica».

Si conferma un decesso di un paziente affetto da pluripatologie (Parkinson e diabete) positivo al tampone naso-faringeo. Proseguono le attività di test su tutto il personale compresi i consulenti e gli esterni e i pazienti della struttura. Verranno sottoposti ai test anche i dimessi degli ultimi 14 giorni. Inoltre i dipendenti negativi, che non hanno l’adeguata possibilità di isolamento domiciliare per la sorveglianza sanitaria, verranno invitati a pernottare presso strutture appositamente messe a disposizione. Si proseguirà con il supporto delle unità mobili Usca-R, oggi sono presenti 6 squadre sul posto, all’effettuazione dei tamponi.

Sono stati richiesti all’Irccs gli elenchi degli accessi a partire dal 1 aprile nonché il piano presenze di tutti i lavoratori e il registro della rilevazione delle temperature.

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Questo focolaio non ci voleva – dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amatoe tutti i nostri sforzi sono adesso ricondotti alla tutela di pazienti e operatori. Poi faremo tutte le verifiche al completamento dell’indagine epidemiologica. Non bisogna abbassare la guardia lo dico da giorni, va mantenuta alta l’attenzione. Dal quadro fornito dalla Asl Roma 3 emerge un possibile caso indice tra gli operatori e ci aspettiamo un ulteriore incremento dei casi.