Stop alla Serie A Femminile. Le calciatrici: “E’ tempo delle tutele. Vogliamo il professionismo”

8 giugno 2020 | 22:00
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Stop alla Serie A Femminile. Le calciatrici: “E’ tempo delle tutele. Vogliamo il professionismo”

Era stata proposta la formula dei playoff e dei playout. Le atlete hanno rifiutato: “In campo, o tutte o nessuna”

Roma – Il campionato di calcio femminile finisce qui. Il Consiglio Federale della Federcalcio ha deciso per la chiusura delle competizioni sportive 2019/20.

Definitivamente tramontata l’ipotesi play off e play out, che tra l’altro aveva trovato l’opposizione delle calciatrici, la stagione è definitivamente conclusa. Senza vincitori, con la Juventus, attualmente prima in classifica, che non potrà festeggiare.

I criteri – ha stabilito il Consiglio Federale, sono gli stessi validi per i campionati professionistici maschili. Una decisione quella di chiudere la stagione del calcio femminile, presa a malincuore dal Consiglio Federale. “La decisione di sospendere il calcio femminile è una nota negativa per me – ha sottolineato il numero uno della Figc, Gabrile Gravinasarebbe stato un bellissimo spot per tutto il movimento dare pari dignità alle ragazze“.

L’idea di riprendere il campionato con una formula ridotta dei playoff e playout aveva trovato la netta opposizione delle calciatrici: “O scendiamo tutte in campo o non ci scende nessuna“, la sintesi del pensiero delle atlete diffuso in una nota dell’Associazione Italiana Calciatori prima del Consiglio Federale di questa mattina: “Non vediamo come possa essere tutelato il merito sportivo con una modalità di gioco che a nostro avviso non garantirebbe la vera equità. Tutte devono essere in grado di lottare per i propri obiettivi, oppure devono tutte mettere un punto su questa stagione e prepararsi per la prossima partendo dalle stesse condizioni. Quello che appare in sintesi ai nostri occhi è che il nostro sistema va riformato. Siamo le calciatrici della Serie A Femminile, si parla di noi e delle imprese della Nazionale di cui alcune di noi fanno parte e che sentiamo nostra. Ma è ora di garantire le giuste tutele a tutte quante, uno status da professioniste e condizioni reali di professionismo“.

(fonte@ansa.it)