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Scuole a Terracina: tra mancata manutenzione e carenza di servizi, la denuncia di “Europa verde”

9 giugno 2020 | 17:50
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Scuole a Terracina: tra mancata manutenzione e carenza di servizi, la denuncia di “Europa verde”

Europa verde: “Non è stato esplicitato alcun piano da parte di Comune e Provincia per la risoluzione di alcune criticità strutturali, di sicurezza e manutentive delle nostre scuole.”

Terracina – L’emergenza Coronavirus e la conseguente “nascita” massiccia della didattica a distanza, ora, sul finire dell’anno scolastico e le incertezze per quello che inizierà a settembre, impongono una riflessione chiara e netta su qual è la reale situazione del sistema scuola a livello locale. 

Ed è proprio una riflessione di questo tipo che hanno voluto fare gli esponenti di “Europa verde Terracina”, delineando un quadro delle problematiche urgenti, per fornire un contributo e uno stimolo all’Amministrazione, in modo che possa affrontare in tempo e con lungimiranza le azioni da intraprendere prima dell’avvio del nuovo anno scolastico.

“Ad oggi – sottolineano da Europa verde- , non è stato esplicitato alcun piano da parte del Comune di Terracina e della Provincia di Latina in merito alla risoluzione di alcune criticità strutturali, di sicurezza e manutentive presenti negli edifici scolastici della nostra città, problematiche, del resto, già note agli uffici comunali preposti e che richiedono interventi tempestivi e non più procrastinabili.

Dopo mesi di chiusura e dopo anni di incuria o di interventi sporadici e non risolutivi, molti dei nostri edifici scolastici necessitano di interventi tempestivi, che dovranno precedere la riapertura a settembre delle scuole. Interventi che sicuramente i dirigenti avranno posto al centro della discussione anche delle riunioni che il Comune, attraverso la commissione competente, ha previsto con i dirigenti scolastici per pianificare l’organizzazione della ripresa delle attività scolastiche a settembre.”

Ma quali sono gli interventi più urgenti?

Ma quali sono gli interventi più urgenti, secondo Europa verde? Gli esponenti spiagano: “In primis, la ritinteggiatura completa delle pareti interne, delle aule, dei bagni, degli spazi comuni, dando la precedenza agli istituti che presentano le maggiori criticità. Poi, il miglioramento dei servizi igienici, spesso carenti, con possibile rischio di contagi tra gli alunni.”

E ancora: “la valorizzazione degli spazi esterni, dei giardini, dei cortili, con coperture, strutture mobili in legno per la realizzazione di ambienti di apprendimento alternativi all’aula, lezioni all’aperto, didattica laboratoriale in piccoli gruppi. Come l’individuazione e ristrutturazione degli spazi interni degli edifici per realizzare laboratori e atelier artistici.”

Non solo. Secondo Europa verde c’è bisogno di una verifica degli impianti fognari, insufficienti e che costituiscono un rischio igienico-sanitario grave in alcune scuole dell’infanzia e della primaria dove si verificano periodici sversamenti di acque reflue per il quali il Comune ha provveduto con interventi solo temporanei e mai risolutivi. Come anche c’è bisogno di una riqualificazione energetica degli edifici per ridurre le spese di combustibile ed elettricità e contenere le emissioni di CO2.

Infine, c’è bisogno di incentivi alla mobilità sostenibile, proteggendo gli alunni dallo smog e dal traffico, con ztl all’ingresso e all’uscita, zone cuscinetto intorno agli edifici scolastici, trasporto casa-scuola sicuro ed ecologico e senza auto utilizzando pedibus, bici, navette elettriche e percorsi sicuri a piedi. C’è bisogno di più controllo e pulizia di eventuali impianti di areazione, riscaldamento e condizionatori e di una pulizia accurata dei locali, disinfestazioni, sanificazioni dei locali, delle attrezzature e dei materiali.

“È poi importante – sottolineano da Europa verde – che tutte le scuole abbiano la certificazione di agibilità, antisismica, anti inquinamento elettromagnetico, antirumore, no-amianto e il certificato di collaudo statico, così come è necessario creare l’anagrafe della situazione statica ed energetica dell’edilizia scolastica della nostra città, migliorare l’inclusività e l’accessibilità eliminando le barriere architettoniche, ma anche pensare e progettare una scuola del futuro ecologista ed attenta alla riconversione e all’efficienza energetica, alla mobilità sostenibile, al cibo sano e alla salute degli alunni.”

Ma come affrontare tutto ciò?

Ma come affrontare tutto ciò? Per Europa verde si potrà usufruire delle possibilità e delle risorse concesse dal recente “Decreto Rilancio” a favore della Scuola ed in particolare, dal cosiddetto “Fondo per l’emergenza epidemiologica da COVID-19”: 1 miliardo di euro (400 milioni nel 2020 e 600 milioni nel 2022) per il contenimento dei possibili effetti del coronavirus sulla vita scolastica.

Un fondo ‘aperto’, gestito dal ministero dell’Istruzione, che servirà ad adottare tutte quelle misure che si renderanno necessarie per garantire la salute di bambini, ragazzi, insegnanti e personale scolastico. A questi soldi si aggiungono i 331 milioni, previsti in modo specifico per far ripartire in condizioni di sicurezza il prossimo anno scolastico 2020/2021.

Per Europa verde tali risorse serviranno: per la sanificazione e l’igienizzazione degli edifici, per l’acquisto di tutti i dispositivi per la sicurezza tra cui i termo-scanner, per potenziare la didattica a distanza (e non farsi trovare spiazzati in caso di necessità), per imbastire corsi di formazione sulla sicurezza, per aiutare gli alunni con disabilità nella didattica a distanza, per la fornitura di dispositivi e connessioni agli studenti meno abbienti, per la manutenzione degli ambienti scolastici e per la loro messa in sicurezza (soprattutto in vista della rimodulazione degli spazi interni per garantire il distanziamento); misure che dovranno essere realizzate entro il 30 settembre 2020. In più, per far svolgere gli esami di Maturità in presenza, previsti ulteriori 39,2 milioni di euro per la pulizia delle scuole e la predisposizione degli standard di sicurezza.

“Gli interventi che riguardano l’edilizia scolastica – sottolineano gli esponenti –  potrebbero essere velocizzati anche in virtù del maxiemendamento, che ha riformulato il “decreto scuola”, e che assegna ai sindaci dei Comuni e delle città metropolitane, nonché ai presidenti delle Province, i poteri dei commissari straordinari per gli interventi infrastrutturali prioritari, disciplinati dall’articolo 4 della legge 55/2019 (Sblocca-cantieri), in base al quale, i sindaci e i presidenti delle Province potranno operare come commissari speciali per gli interventi di edilizia scolastica, avendo anche la possibilità di derogare a molte disposizioni del codice dei contratti pubblici.

“I nostri bambini e ragazzi – concludono i due portavoce di Europa verde, Catia Mosa e Gabriele Subiaco -, dopo mesi di chiusura, hanno diritto oltre che  a una scuola sicura e curata igienicamente, anche ad un ambiente accettabile esteticamente, perché vivere in spazi belli, efficienti e ordinati ha un valore educativo intrinseco che spesso viene ignorato dalla politica.

Inoltre, chiediamo, a nome delle famiglie in difficoltà, l’attivazione di servizi domiciliari con figure specialistiche e una rete di supporto che possa aiutarli in questo cammino. Per i bimbi e i ragazzi tutti, nostro futuro, chiediamo attenzione, lungimiranza, risorse e aiuti concreti per ricominciare a settembre nelle modalità migliori atte a garantire il diritto alla scuola e allo studio in contesti vivi, veri, sociali. Elementi imprescindibili che nessuna Didattica a Distanza (Dad) potrà mai sostituire. Chiediamo che la cabina di regia comunale recentemente costituita per pianificare la ripartenza a settembre produca finalmente un piano concreto con interventi precisi, risorse e tempi di intervento certi e tanti cantieri veri nei prossimi mesi.”

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