Il fatto

Scrivere insieme da lontano: così un gruppo di bambini ha superato il lockdown

11 giugno 2020 | 12:57
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Scrivere insieme da lontano: così un gruppo di bambini ha superato il lockdown

Un bambino comincia e l’altro continua: così prende vita una storia che ritrae preoccupazioni ed emozioni di alcuni bambini di sette anni, durante il periodo di emergenza sanitaria

di LINDA SOGARO

C’era una volta nel paese di Virulandia, un piccolo Virus chiamato da tutti Virulino.Era così piccolo che nessuno si accorgeva della sua presenza. Era stanco della sua solita vita e voleva visitare il mondo…

Scuola – Le scuole sono finite portandosi via, quest’anno, una nostalgia amara. I bambini che sono stati obbligati al distanziamento sociale causato dal Covid-19, hanno dovuto affrontare le più disparate condizioni psicologiche, sia personali che familiari, senza il supporto della routine quotidiana né quello della vicinanza fisica ai compagni e amici di scuola.

Foto di classe, cene di festeggiamento, saluti agli insegnanti: tutto è rimasto come sospeso, soggetto a un cambiamento improvviso. Le conseguenze inevitabili sulle reazioni soggettive al lockdown hanno avuto un impatto su adulti e bambini, indifferentemente.

Nonostante la solitudine subita e le distanze relazionali, la Puglia ci regala una storia straordinaria: un gruppo di bambini della seconda elementare di una scuola in provincia di Bisceglie, si unisce in completa autonomia per scrivere insieme da lontano.

Scrivere del virus, delle paure condivise, delle condizioni di ognuno, in una dinamica dove gli alunni scolasticamente più funzionali si sono accorti delle difficoltà degli altri compagni, scambiandosi un aiuto reciproco.

Foto di quaderni, chiamate e note vocali su WhatsApp sono stati gli strumenti per scrivere insieme, in un perfetto esempio spontaneo di cooperative-learning, in cui la collaborazione tra membri del gruppo porta al raggiungimento di un obiettivo comune.

Se spesso viene utilizzato come un modello educativo in cui l’insegnante svolge un ruolo di coordinazione, in questo caso sono stati proprio i bambini in prima persona a prendere l’iniziativa, senza sapere nulla di definizioni o modelli educativi.

Tutto parte infatti dalle lezioni online: la maestra chiede a un bambino perché non abbia avuto tempo di leggere o fare qualcosa di creativo, lui risponde che nessuno in casa ha potuto aiutarlo, per impegni lavorativi. Anche altri esprimono difficoltà, figli unici e alunni con disturbi dell’apprendimento che hanno accusato ancora di più il colpo dell’isolamento e il peso della didattica a distanza.

Da qui l’idea di una bambina di pensare a un racconto comune, in cui uno incomincia la storia, un altro la prosegue tenendo teso il laccio che li lega tra loro, amici dall’asilo.  Fino al momento in cui, finalmente, Adriana, Leonardo, Caterina, Lucia, Luca, Nicole, Mauro e Francesco sono tornati a giocare insieme, con le loro mascherine colorate.
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