Corpus Domini, il Papa: “La Messa è il tesoro da mettere al primo posto nella Chiesa e nella vita”

14 giugno 2020 | 10:32
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Corpus Domini, il Papa: “La Messa è il tesoro da mettere al primo posto nella Chiesa e nella vita”
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Corpus Domini, il Papa: “La Messa è il tesoro da mettere al primo posto nella Chiesa e nella vita”

Nella basilica di San Pietro la Messa del Corpus Christi senza processione, il Pontefice: “L’Eucaristia non è un semplice ricordo, è un fatto: è la Pasqua del Signore che rivive per noi”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “La Messa è il tesoro da mettere al primo posto nella Chiesa e nella vita. E nello stesso tempo riscopriamo l’adorazione, che prosegue in noi l’opera della Messa. Ci fa bene, ci guarisce dentro. Soprattutto ora, ne abbiamo veramente bisogno”.

E’questo l’invito che Papa Francesco rivolge a tutti fedeli cattolici al termine della Messa celebrata, nella basilica di San Pietro, all’Altare della Cattedra (alla presenza di circa una cinquantina di fedeli, tutti distanziati e con la mascherina sul viso), nel giorno della solennità del Corpus Domini. Un rito che quest’anno si svolge senza la tradizionale processione eucaristica per le vie di Roma a causa dell’emergenza coronavirus.

Nell’omelia, il Pontefice, rimarcando l’importanza per un cristiano di partecipare alla celebrazione eucaristica, soprattutto ora, dopo che per mesi – per via della pandemia – le Sante Messe sono state sospese in diversi Paesi del mondo, pone l’accento sull’importanza del memoriale della morte e risurrezione di Cristo. Un “fatto” che si attualizza durante ogni Messa.

“Dio sa quanto è difficile, sa quanto è fragile la nostra memoria, e per noi ha compiuto una cosa inaudita: ci ha lasciato un memoriale – aggiunge il Papa -. Non ci ha lasciato solo delle parole, perché è facile scordare quello che si ascolta. Non ci ha lasciato solo la Scrittura, perché è facile dimenticare quello che si legge. Non ci ha lasciato solo dei segni, perché si può dimenticare anche quello che si vede. Ci ha dato un Cibo, ed è difficile dimenticare un sapore. Ci ha lasciato un Pane nel quale c’è Lui, vivo e vero, con tutto il sapore del suo amore”.

Medicina per la memoria

“L’Eucaristia – rimarca – non è un semplice ricordo, è un fatto: è la Pasqua del Signore che rivive per noi. Nella Messa la morte e la risurrezione di Gesù sono davanti a noi. Fate questo in memoria di me: riunitevi e come comunità, come popolo, celebrate l’Eucaristia per ricordarvi di me. Non possiamo farne a meno, è il memoriale di Dio. E guarisce la nostra memoria ferita”.

Non solo: è la medicina per guarire “la nostra memoria” “che porta sempre a galla le cose che non vanno e ci lascia in testa la triste idea che non siamo buoni a nulla, che facciamo solo errori, che siamo ‘sbagliati’. Gesù viene a dirci che non è così. Egli è contento di farsi intimo a noi e, ogni volta che lo riceviamo, ci ricorda che siamo preziosi”. E questo perché “il Signore sa che il male e i peccati non sono la nostra identità; sono malattie, infezioni. E viene a curarle con l’Eucaristia, che contiene gli anticorpi per la nostra memoria malata di negatività. Con Gesù possiamo immunizzarci dalla tristezza”.

Sempre avremo davanti agli occhi le nostre cadute, le fatiche, i problemi a casa e al lavoro, i sogni non realizzati. Ma il loro peso non ci schiaccerà perché, più in profondità, c’è Gesù che ci incoraggia col suo amore. Ecco la forza dell’Eucaristia, che ci trasforma in portatori di Dio: portatori di gioia, non di negatività.

“Solo l’amore guarisce”

“Ma “l’Eucaristia guarisce” anche “la nostra memoria chiusa”. Infatti, spiega Bergoglio, “le ferite che ci teniamo dentro non creano problemi solo a noi, ma anche agli altri. Ci rendono paurosi e sospettosi: all’inizio chiusi, alla lunga cinici e indifferenti. Ci portano a reagire nei confronti degli altri con distacco e arroganza, illudendoci che in questo modo possiamo controllare le situazioni”.

“Ma è un inganno: solo l’amore guarisce alla radice la paura e libera dalle chiusure che imprigionano. Così fa Gesù, venendoci incontro con dolcezza, nella disarmante fragilità dell’Ostia; così fa Gesù, Pane spezzato per rompere i gusci dei nostri egoismi; così fa Gesù, che si dona per dirci che solo aprendoci ci liberiamo dai blocchi interiori, dalle paralisi del cuore”, sottolinea il Papa.

In altre parole, “il Signore, offrendosi a noi semplice come il pane, ci invita anche a non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che creano dipendenze e lasciano il vuoto dentro. L’Eucaristia spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire. Ci rialza dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo”.

“È urgente ora prenderci cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti. E farlo in modo concreto, come concreto è il Pane che Gesù ci dà. Serve una vicinanza reale, servono vere e proprie catene di solidarietà. Gesù nell’Eucaristia si fa vicino a noi: non lasciamo solo chi ci sta vicino!”, conclude il Papa.

Dopo la comunione, niente processione ma l’esposizione del Santissimo Sacramento e la benedizione eucaristica, così come è avvenuto nelle Messe a Santa Marta trasmesse in diretta streaming dal 9 marzo al 17 maggio 2020, nel periodo in cui in Italia e in altri Paesi del mondo non erano possibili le celebrazioni delle Messe col popolo a causa della pandemia. Poi, a mezzogiorno, l’affaccio su piazza San Pietro per pregare l’Angelus.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media