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A Minturno svelato un tratto di basolato dell’Appia antica, al via gli scavi sulla Regina Viarum

20 giugno 2020 | 16:00
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A Minturno svelato un tratto di basolato dell’Appia antica, al via gli scavi sulla Regina Viarum
A Minturno svelato un tratto di basolato dell’Appia antica, al via gli scavi sulla Regina Viarum
A Minturno svelato un tratto di basolato dell’Appia antica, al via gli scavi sulla Regina Viarum

Nel 2003, scavi nella stessa area di intervento, riportarono in luce la scalinata di accesso al tempio del divo Giulio e un monumentale basamento in pietra di un edificio sconosciuto

Minturno – La magia dell’Antica Minturnae è pronta a tornare alla luce e far risplendere i propri tesori. Lo scorso 18, giugno, infatti, è stato svelato un tratto di basolato di Appia antica, già riportato in luce nel 2003 e successivamente protetto e reinterrato.

Un gesto quello di Giovanna Rita Bellini, direttore dei lavori e direttore scientifico per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone Latina e Rieti, e Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno, che segna l’inizio delle attività archeologiche del secondo intervento sul castrum di Minturnae, che riporteranno in luce l’ultimo tratto della Regina Viarum subito prima dell’attraversamento del fiume Garigliano, che all’epoca avveniva per mezzo di un ponte utilizzato tra gli altri da Cicerone e Paolo di Tarso.

Il ritrovato amore per la Regina Viarum

Ma da cosa nasce questo ritrovato amore per la Regina Viarum? Ebbene, l’episodio saliente che l’ha riportata alla ribalta, per così dire, avvenne 5 anni fa, quando il giornalista Paolo Rumiz decise di attraversarla a piedi da Roma a Brindisi. Rumiz ha poi tratto un libro da quell’esperienza che ha segnato, per certi versi, l’inizio di una nuova era.

Da lì è poi nato il progetto del Ministero dedicato alla Regina Viarum, dalla somma complessiva di 20mila euro, tra i quali rientrano anche i nuovi scavi a Minturno.

L’area di intervento

Come già detto, l’area di intervento comprende quella sulla quale è stata condotta, nella primavera-estate del 2003, un’indagine archeologica che ha riportato in luce – su un lato dell’antico lastricato – l’imponente scalinata di accesso al tempio del divo Giulio (o Venere genitrice) e – sul lato opposto – un monumentale basamento in pietra di un edificio ancora sconosciuto.

Il basolato apparve parzialmente obliterato da una gran quantità di resti architettonici, che all’epoca non furono rimossi. Un’indagine stratigrafica del terreno sul basolato “sigillato” dai blocchi consentirà ora di conoscere, attraverso l’esame dei reperti più recenti, la datazione dell’obliterazione dell’Appia e, quindi, del suo abbandono. I risultati dello scavo segneranno perciò un punto fondamentale per la storia della strada consolare e per comprendere la fine della Minturnae romana.

I lavori

I lavori, che dureranno circa 9 mesi, permetteranno di aggiungere alla “collezione” di reperti archeologici visitabili in città un’altro pezzo del puzzle di quel mosaico di sapori, costruzioni e colori che fu questa zona in epoca romana e che hanno attratto in questo territorio storici, filologi, ma anche turisti, artisti e appassionati.

Infine, i lavori sono affidati all’impresa Modugno Restauri di Capua, e vedranno sul campo gli archeologi Gianmatteo Matullo, Mauro Treglia, Luisa Di Pastena, il restauratore Emiliano Africano, Valerio Spaccini per i rilievi e Chiara Bocchino per la comunicazione.

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