Il premio

Nastro d’oro a Vittorio Storaro, il riconoscimento per celebrare il suo mezzo secolo nel cinema internazionale

22 giugno 2020 | 21:15
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Nastro d’oro a Vittorio Storaro, il riconoscimento per celebrare il suo mezzo secolo nel cinema internazionale

In 50 anni di carriera, Storaro ha ammaliato registi del calibro di Bernardo Bertolucci, Francis Ford Coppola e Woody Allen e ha vinto 3 Oscar

Sabaudia – 50 anni di carriera e non sentirli. È la storia di Vittorio Storaro, 80 candeline il prossimo 24 giugno, che è stato insignito del nastro d’oro, un riconoscimento d’eccellenza, quello che hanno voluto assegnarli i giornalisti cinematografici, per celebrare il suo mezzo secolo nel cinema internazionale in qualità di direttore della fotografia.

Il premio all’uomo che ha ammaliato registi del calibro di Bernardo Bertolucci, Francis Ford Coppola, Warren Beatty e Woody Allen verrà consegnato al Museo Maxxi di Roma, in diretta su Rai Movie il 6 luglio a Roma.

Laura Delli Colli, presidente del Sngci, ha sottolineato che negli anni il riconoscimento è andato solo a Michelangelo Antonioni, Alberto Sordi e Sophia Loren in occasione dei primi 50 anni dei Nastri, poi a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, a Stefania Sandrelli – per il 70esimo del Premio – e a Ennio Morricone.

Chi è Vittorio Storaro

Ma chi è Vittorio Storaro? Nato a Roma il 24 giugno 1940, Storaro è il figlio di un proiezionista della Lux Film e già da piccolo comincia a studiare fotografia nell’istituto Tecnico di Roma “Duca d’Aosta” e successivamente al Centro Sperimentale di Cinematografia.

Il suo esordio nel mondo del cinema risale al 1968 con Giovinezza, giovinezza, di Franco Rossi, primo film che gli permise di esprimersi a 360°, dove inserì tutti quei concetti cinematografici che gli erano propri, lasciando fin da subito un’impronta della sua visione fotografico-figurativa.

Fu chiamato da allora da registi importanti come Bernardo Bertolucci, Francis Ford Coppola, Woody Allen e Warren Beatty, che lo hanno spinto a far maturare il suo stile cinematografico, permettendogli, nel tempo, una sempre più cosciente ricerca sulle possibilità creative luministiche dell’immagine.

In oltre 50 anni di carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti sempre in ambito cinematografico, ai David di Donatello, i premio BAFTA, i premi Goya. Nel 1980 vinse il suo primo Oscar per la fotografia per il film Apocalypse Now. Ne vincerà poi altri due nel 1982 e nel 1988 per i rispettivi film Reds e L’ultimo imperatore. Ha ricevuto anche 4 lauree honoris causa dall’Università di Łódź, dalle Accademie di Belle Arti di Macerata e Brera e dalla facoltà di sociologia dell’Università di Urbino.

Storaro cittadino onorario di Sabaudia, le congratulazioni del Sindaco

Il Maestro Storaro, inoltre, è da sempre legato alla città di Sabaudia, di cui tra l’altro è cittadino onorario, tanto da portarlo negli anni a realizzare, in collaborazione con sua figlia, l’architetto Francesca Storaro, il progetto illuminotecnico di Palazzo Mazzoni e in ultimo del Palazzo comunale e della Torre civica, inaugurato poco più di un anno fa, in occasione dei festeggiamenti dell’85° anniversario dell’inaugurazione di Sabaudia: un percorso di luci e riflessi che diviene al tempo stesso un primario strumento di valorizzazione delle linee razionaliste e metafisiche della città.

A nome di tutta la comunità che rappresento, vorrei rivolgere le più vive congratulazioni al Maestro Vittorio Storaro per questo importante riconoscimento, testimonianza di una carriera straordinaria che – ha concluso il sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi – lo ha visto protagonista tra i grandi del cinema internazionale, autore di pagine importanti della storia della Settima Arte. Che sia per noi tutti l’emblema dello studio e della dedizione, il simbolo dei sogni che si avverano”.

(Il Faro online)