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“Impianti di itticoltura fuori controllo”, la denuncia del Pd di Formia

23 giugno 2020 | 16:30
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“Impianti di itticoltura fuori controllo”, la denuncia del Pd di Formia

Pd Formia: “Bisogna rendere operativo lo spostamento degli allevamenti dei pesci fuori Punta Stendardo e imporre una gestione completamente diversa dei mitili”

Formia – Quello degli impianti di itticoltura a Formia, nello specchio acqueo antistante il litorale di Vindicio, sta diventando un tema sempre più caldo, che, a fronte del religioso silenzioso in cui sembra essere caduta l’amministrazione regionale, in città, sembra essere tornato, invece, più che mai al centro dell’attenzione.

A entrare nei meriti della questione, stavolta è il Partito democratico locale, che, non solo chiede che, una volta scadute le concessioni (il prossimo 31 dicembre), le stesse vengano delocalizzate offshore, ma va anche oltre, creando, grazie al Gps, una mappatura degli impianti, che ha messo in evidenza ulteriori problemi, fin’ora probabilmente sottovaluti.

“Segnaliamo come sia necessario vigilare sul rispetto delle regole da parte delle attività presenti. Per questo – spiegano i democratici – abbiamo svolto una misurazione a mare sugli spazi occupati tramite rilevazione GPS e li abbiamo confrontati con le concessioni illustrate dalla Regione durante l’ultimo question time.

Il risultato?  Le concessioni sono fuori controllo e i risultati sono impietosi: le strutture degli allevamenti di orate e spigole sembrano occupare un’area doppia rispetto ai 91000 metri quadrati destinati alla pescicoltura e anche i mitili sono ben oltre gli spazi  loro riservati. A questo dato si aggiunge la morosità sui canoni da parte di alcuni dei titolari delle concessioni e l’inquinamento da plastica legato ad una cattiva gestione dei retini delle cozze”.

La soluzione del Pd

Ma qual è la soluzione, allora, secondo i democratici di Formia? “A questo punto – spiegano diventa doveroso pretendere una gestione diversa del nostro mare, considerando soprattutto  che il nostro Golfo è stato dichiarato Area Sensibile dalla Regione Lazio nel 2010. Un riconoscimento che fu una delle grandi battaglie del centro-sinistra locale e che, in sostanza, ammette la possibilità di un particolare rischio di eutrofizzazione del nostro mare e impone criteri stringenti per ridurre tutti i fattori che contribuiscono ad un eccessivo apporto di azoto e fosforo (reflui urbani, residui dell’attività agricola, pescicoltura…)”.

Questo, però, era il passato. E, per quanto il riconoscimento sia stato utile, non è ancora servito al suo vero scopo: far delocalizzare offshore gli impianti. L’ormai prossima scadenza delle concessioni può essere il punto di partenza per segnare l’inizio di una nuova era per il litorale formiano e per la sua rinascita anche sul piano turistico.

“Ora – sottolineano dal Pd – bisogna compiere un ulteriore passo per dare piena attuazione all’Area Sensibile e migliorare la qualità del nostro mare: diventa prioritario rendere operativo lo spostamento degli allevamenti dei pesci fuori Punta Stendardo e imporre una gestione completamente diversa dei mitili.

Cogliamo anche l’occasione – concludono i democratici – per invitare la sindaca Villa ad essere maggiormente incisiva su questo tema e a dare seguito alla delibera sull’itticoltura presentata dal consigliere del Pd e di FBC Claudio Marciano e votata all’unanimità dal Consiglio Comunale più di un anno fa.  Ad oggi non ci risulta che questo sia stato fatto”.

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