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Minturno e il triangolo della rinascita: al via il concorso di idee per riqualificare la sponda destra del Garigliano

25 giugno 2020 | 16:01
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Minturno e il triangolo della rinascita: al via il concorso di idee per riqualificare la sponda destra del Garigliano

Il concorso mira anche a realizzare un approdo turistico che valorizzi le bellezze archeologiche di Minturno

Minturno – “Non ci occupiamo solo dell’oggi, ma abbiamo anche la forza di guardare e progettare il futuro”. Un futuro quello immaginato dall’amministrazione Stefanelli che, a circa un anno dalle prossime elezioni, passa per un simbolico triangolo della rinascita, che porterà finalmente allo sviluppo economico che Minturno merita. 

Un triangolo, com’è ovvio, basato su tre punti principali: il Castello baronale, il lungomare di Scauri e di Marina (compresa la riqualificazione dell’ex fabbrica delle Sieci) e la valorizzazione del passo del Garigliano. Un punto quest’ultimo, al centro della conferenza stampa di ieri, durante la quale il sindaco, Gerardo Stefanelliha voluto presentare un bando di caratura europea (della durata di 60 giorni e con un premio per i primi 3 classificati di 20mila, 3mila e 2mila euro) che vuole riqualificare la sponda destra del Garigliano, con annessa portualità interna e valorizzazione delle preesistenze archeologiche. 

Abbiamo il dovere – ha sottolineato il Sindaco – di conservare e difendere i nostri sogni: ovvero, trasformare tutto il territorio di Minturno in un paese che vive di turismo, bellezze e delle proprie ricchezze interne“. Per poterlo fare, ora serve il contributo di progettisti e architetti che potranno presentare delle idee importanti su cui il Comune (attraverso una Commissione di esperti) possa scegliere la migliore e poi passare a realizzarla o tramite un progetto di finanza (capitale interamente privato) o attraverso il “leasing in costruendo” (il Comune realizzerà l’opera attingendo a capitali privati per l’acquisto di posti barca, per la gestione del porto)”.

Una formula innovativa, quindi, per la realizzazione di una grande opera pubblica che il Comune provò a far diventare realtà già nel 2018, con la delibera 151, quando il Municipio manifestò il proprio interesse alla riqualificazione ambientale del basso corso del fiume Garigliano, anche mediante la creazione di strutture per ricettività nautica.

L’amministrazione, all’epoca, conferì mandato allo stesso proponente di procedere all’acquisizione di uno studio di fattibilità dell’intervento, a cui seguirono una serie di sopralluoghi, rilievi mediante S.A.P.R. e fu anche  condotto uno studio preliminare geoarcheologico, “attesa la peculiarità del sito e la vicinanza ad emergenze storico culturali di notevole pregio.

Ne emerge che l’area del basso Garigliano, in particolare nel tratto che va dalla SS. Appia fino
al suo sbocco nel mare Tirreno pur presentando, come già detto una mole notevole di emergenze sia di natura archeologica, storica ed ambientali, e pur essendo soggetta a diversificate forme di tutela si presenta con un elevato grado di abbandono e luogo di numerose criticità. È meta di un turismo poco o nulla qualificato che in moti casi è anche causa di abbandono rifiuti e di azioni che ne accrescono il degrado“.

E ancora: “Sulla base di tali premesse, quest’amministrazione ha sentito forte l’esigenza di promuovere un intervento di riqualificazione dell’area anche finalizzato ad un incremento dei flussi turistici di più elevato target qualitativo“. Quest’ ultimo obiettivo lo si è voluto raggiungere inserendo, nel contesto del masterplan, anche la realizzazione di un approdo turistico, visto che il settore della nautica da diporto ha manifestato in questi ultimi anni una notevole dinamicità, sia di crescita della domanda, sia di sviluppo dell’offerta in un ambiente competitivo in piena evoluzione.

Conseguentemente, nel corso degli ultimi decenni, la domanda di posti barca ad uso diportistico ha subito interessanti incrementi sia a livello regionale, sia sul piano nazionale. “Ad oggi – ha sottolineato il Sindaco -, la risposta a queste esigenze si è basata per molto tempo su un quadro infrastrutturale fortemente insufficiente, che ha fatto riferimento prevalentemente all’utilizzo di strutture portuali esistenti e con destinazioni d’uso diverse”.

Ma cosa prevede il masterplan?

Ma per vincere questo concorso di idee a caratura europea – come ha sottolineato il Sindaco – come bisogna muoversi, quindi? Stefanelli spiega: “L’elaborazione del masterplan dovrà prevedere la riqualificazione
e il recupero ambientale e urbanistico di una zona prevalentemente protetta da vincoli ambientali e territoriali. Non solo: dovrà contenere l’inserimento di un approdo turistico per imbarcazioni di piccola e media stazza, che sia integrato nel contesto storico-culturale ed ambientale presente nell’area e con il tessuto urbano circostante. Oltre la struttura strettamente connessa agli ormeggi, dovranno essere presenti le infrastrutture per un uso in linea con le tendenze evolutive del mercato”.

Una riqualificazione, inoltre, quella della sponda destra del Garigliano, su cui si sta lavorando insieme alla Soprintendenza, tant’è che, proprio a nome della stessa, Giovanna Rita Bellini ha sottolineato: “Andrà prevista la riqualificazione dell’intero river front, della viabilità di zona con pedonalizzazione del percorso lungo fiume e formazione di percorsi alternativi, il recupero e la valorizzazione dell’area del Santuario della Dea Maricae quale elemento di pregio e delle ulteriori emergenze immediatamente circostanti, da rendere fruibili, compatibilmente con le esigenze di protezione e tutela”.

Ma quanto è grande l’area da riqualificare?

Ma quanto è grande, in effetti, quest’area da riqualificare? Ebbene, sono circa 40- 50 ettari, in gran parte costituente la sponda destra del fiume Garigliano a partire dalla zona a ridosso della SS. Appia, in prossimità del ponte sul fiume, fino alla costa. È comunque ritenuta possibile, in relazione alle motivazioni dettagliatamente esposte nella proposta di masterplan l’ampliamento dell’area oggetto di intervento, purché contenuto entro limiti accettabili (l’area da utilizzare è classificata dal vigente p.r.g. in parte zona agricola con preesistenze archeologiche, in parte zona agricola di tutela).

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