Covid-19, il Papa elogia il volontariato: “Una delle grandezze della società italiana”

28 giugno 2020 | 13:01
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Covid-19, il Papa elogia il volontariato: “Una delle grandezze della società italiana”

Appello per la pace in Siria e in Yemes: “Ci sono bambini con la fame che non possono mangiare. Per favore, che i dirigenti lavorino per la pace”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – Il volontariato “è una delle grandezze della società italiana”. A dirlo è Papa Francesco durante la recita dell’Angelus. Il Pontefice, affacciato su una piazza San Pietro che di domenica in domenica torna a riempirsi sempre più di fedeli e pellegrini, tutti con la mascherina e distanziati tra loro, elogia i volontari ricordando il loro servizio durante l’attuale pandemia di coronavirus, assieme ai “tanti servizi che si fanno per gratuità”.

“Pensate al volontariato – dice – una delle cose più grandi della società italiana. In questi mesi quanti volontari hanno prestato la loro opera per spirito di servizio e carità, e quanti hanno dato la loro vita“.

La gratitudine generosa di Dio Padre tiene conto anche del più piccolo gesto di amore e di servizio reso ai fratelli – spiega – una riconoscenza contagiosa, che aiuta ciascuno di noi ad avere gratitudine verso quanti si prendono cura delle nostre necessità. Quando qualcuno ci offre un servizio, non dobbiamo pensare che tutto ci sia dovuto. La gratitudine, la riconoscenza, è prima di tutto segno di buona educazione, ma è anche un distintivo del cristiano. È un segno semplice ma genuino del regno di Dio, che è regno di amore gratuito e riconoscente”.

Bergoglio racconta quindi un aneddoto: “In questi giorni ho sentito un prete che era commosso perché in parrocchia gli si è avvicinato un bambino che ha detto ‘Padre, questi sono i miei risparmi, poca cosa. Ma è per i suoi poveri, per coloro che oggi ne hanno bisogno, per la pandemia. Un piccolo gesto che è una grande cosa”.

“La corruzione nasce se la famiglia è più amata della patria”

Commentando poi il brano evangelico di questa domenica (cfr. Mt 10,37-42), Papa Francesco pone l’accento sull’invito che fa Gesù ai suoi discepoli di “vivere in pienezza e senza tentennamenti la nostra adesione al Signore“. Cristo stesso, infatti, “chiede di prendere sul serio le esigenze evangeliche, anche quando ciò richiede sacrificio e fatica”.

“La prima richiesta esigente che Egli rivolge a chi lo segue è quella di porre l’amore verso di Lui al di sopra degli affetti familiari” ma “Gesù non intende di certo sottovalutare l’amore per i genitori e i figli, ma sa che i legami di parentela, se sono messi al primo posto, possono deviare dal vero bene“. E a braccio aggiunge: “Alcune corruzioni nei governi arrivano perché antepongono l’amore per la famiglia all’amore per la patria e mettono i parenti in posti di potere. Quando l’amore è più grande per loro non va bene”.

“Tutti potremmo portare tanti esempi al riguardo – prosegue -. Senza parlare di quelle situazioni in cui gli affetti familiari si mischiano con scelte contrapposte al Vangelo”.  Al contrario, “quando l’amore verso i genitori e i figli è animato e purificato dall’amore del Signore, allora diventa pienamente fecondo e produce frutti di bene nella famiglia stessa e molto al di là di essa”. E ammonisce: “Se cerchiamo l’interesse familiare finiremo sempre sulla cattiva strada”.

Il sacrificio dei genitori

Gesù dice ai suoi discepoli dice anche: “Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me”. “Si tratta – spiega Bergoglio – di seguirlo sulla via che Egli stesso ha percorso, senza cercare scorciatoie. Non c’è vero amore senza croce, cioè senza un prezzo da pagare di persona“. “E lo dicono – aggiunge nuovamente a braccio – tante mamme e tanti papà che si sacrificano per i figli, portando delle vere croci perché amano”.

Portata con Gesù, la croce non fa paura, perché Lui è sempre al nostro fianco per sorreggerci nell’ora della prova più dura, per darci forza e coraggio.

La preghiera per la Siria, il Libano, lo Yemen e l’Ucraina

Dopo la benedizione, il pensiero del Papa va al Medio Oriente. Ricorda che martedì 30 giugno si svolgerà la quarta Conferenza dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite per “sostenere il futuro della Siria e della regione”. “Preghiamo per questo importante incontro – l’invito del Pontefice -, perché possa migliorare la drammatica situazione del popolo siriano e dei popoli vicini, in particolare del Libano, nel contesto di gravi crisi socio-politiche ed economiche che la pandemia ha reso ancora più difficili”. E a braccio aggiunge: “Ci sono bambini con la fame che non possono mangiare. Per favore, che i dirigenti lavorino per la pace“.

Bergoglio invita a pregare “anche per la popolazione dello Yemen, in modo speciale per i bambini, che soffrono a causa della gravissima crisi umanitaria. Come pure per quanti sono stati colpiti dalle forti alluvioni nell’Ucraina occidentale: possano sperimentare il conforto del Signore e il soccorso dei fratelli”.

Infine, l’immancabile “arrivederci”: “Auguro a tutti voi una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo! E arrivederci a domani per la festa dei Santi Pietro e Paolo” (leggi qui).

(Il Faro online)