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“Epidemia colposa” di Covid-19, i gestori dei locali chiusi a Fiumicino sporgono denuncia

L'avvocato Gabrielli: "Non è accettabile che chi è preposto ai controlli sulla salute pubblica si affidi alla buona volontà di stranieri provenienti da paesi in cui il virus circola liberamente"

Fiumicino – I titolari di “Indispensa” e “Spuma”, le due attività commerciali chiuse per un caso di positività al coronavirus fra il personale (leggi qui), hanno deciso di sporgere denuncia per epidemia colposa e lesioni personali.

“E’ stato accertato – spiega il legale dei gestori dei due locali, l’avvocato Massimiliano Gabrielli – che il contagio nel loro locale è stato veicolato da un cittadino del Bangladesh, collocato alcuni giorni prima in isolamento nella stessa abitazione con diversi altri connazionali, tra i quali un lavapiatti dipendente del ristorante. Il Bangladesh è tutt’ora classificato dall’Oms come paese ad alto rischio epidemiologico (al secondo posto dopo l’India) e, prima dell’arrivo del bengalese posto in isolamento fiduciario il 22 giugno a Fiumicino, già 48 ore prima un altro passeggero sintomatico sbarcato dal Bangladesh era risultato positivo ai test, e ricoverato al Policlinico Umberto I aveva confermato di essersi sentito male fin da prima della partenza (leggi qui)”.

“Se ci sono delle responsabilità – spiega l’avvocato Gabrielli – queste sono a monte dei gestori del locale, che stavano lavorando nel pieno rispetto delle regole, e le andremo a stanare attraverso la nostra querela ed una interrogazione parlamentare proposta stamane dal senatore William De Vecchis di Fiumicino (leggi qui). Non è accettabile che chi è preposto ai controlli sulla salute pubblica si affidi all’autoisolamento ed alla buona volontà di stranieri provenienti da paesi in cui il virus circola liberamente tra la popolazione, non verificando dove queste persone, una volta usciti dall’aeroporto, vadano a stare e con chi”.

“L’art. 438 del Codice penale – continua Gabrielli – punisce chiunque per negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi o protocolli sanitari, provochi la diffusione di una epidemia, e chi ha responsabilità di governo e di controllo sul territorio deve innanzitutto osservare le normative per garantire la sicurezza dei propri cittadini“.

Allo stato attuale, su 1300 tamponi eseguiti dalla Asl Roma 3 tra dipendenti e clienti del bistrot sono risultati positivi solo i due titolari e due dipendenti non a contatto con il pubblico (leggi qui). I familiari dei gestori ed i clienti che si sono sottoposti in via precauzionale ai test sono risultati tutti negativi. Un solo altro soggetto è risultato positivo al coronavirus, ma il collegamento come cliente dell’attività “Indispensa” e con lo stesso cluster arrivato a Fiumicino dal Bangladesh non è stato confermato.
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