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Fregene, non accetta la separazione e tenta di uccidere la moglie: arrestato

29 giugno 2020 | 11:29
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Fregene, non accetta la separazione e tenta di uccidere la moglie: arrestato

La vittima ha raccontato agli agenti di abusi anche di natura sessuale nonché di maltrattamenti subiti anche dai loro tre bambini

Fiumicino – Momenti di paura sul litorale romano sabato scorso, quando nel primo pomeriggio, il personale del Commissariato di Polizia di Stato di Fiumicino, diretto dal dottor Catello Somma, e del Reparto Prevenzione Crimine Lazio hanno arrestato un 39enne straniero, fermato subito dopo aver tentato di uccidere la moglie.

La donna nei giorni scorsi era scappata dalla casa in cui vivevano insieme ai loro tre figli, perché esasperata dalle violenze subite negli anni e si era rifugiata nella villetta di famiglia a Fregene.

L’arrestato, noto alle Forze dell’ordine per i suoi precedenti per spaccio di stupefacenti, tossicodipendente e alcool dipendente, accecato dalla rabbia per essere stato lasciato, ha raggiunto la moglie presso la località balneare e, in sua assenza, si è nascosto nel giardino.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quando la donna è rincasata, se l’è trovato alle spalle con in mano una grossa cesoia con la quale ha tentato di infilzarla, gridandole minacce di morte. Soltanto la prontezza di riflessi della vittima le ha permesso di fuggire, riuscendo ad entrare nell’abitazione e chiudendo dietro la grata della porta, sulla quale si è andato ad infrangere il colpo. Nel frattempo era riuscita a chiamare il 112.

L’uomo è stato bloccato dalla Polizia mentre stava sfogando la propria rabbia distruggendo con una mazza di ferro l’autovettura della moglie.

Presso gli uffici del Commissariato, la vittima ha raccontato di abusi anche di natura sessuale nonché di maltrattamenti subiti anche dai loro tre bambini, uno dei quali si trova tuttora presso una struttura sanitaria a seguito delle percosse del padre, gli altri sono stati collocati in località protetta; violenze che sono iniziate già all’inizio della convivenza e oggetto di denunce già presentate presso altri uffici di Polizia, anche se in maniera meno incisiva rispetto alla realtà dei fatti.

Pertanto, il cittadino è stato tratto in arresto per tentato omicidio, maltrattamenti in famiglia, danneggiamento, violazione di domicilio, possesso di oggetti atti ad offendere, violenza sessuale nonché minacce aggravate ed attualmente si trova ristretto presso il carcere di Civitavecchia.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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