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Ventotene sorprende ancora: al largo dell’isola trovati resti di una nave romana

29 giugno 2020 | 16:30
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Ventotene sorprende ancora: al largo dell’isola trovati resti di una nave romana

Il ritrovamento è avvenuto grazie a una segnalazione di un esperto subacqueo del posto

Ventotene – Ventotene continua a sorprendere. Il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, infatti, unitamente al Nucleo Carabinieri subacquei di Roma, ha individuato al largo dell’isola, la presenza di evidenze archeologiche sul fondale marino.

Il ritrovamento è avvenuto grazie a una segnalazione arrivata da un esperto subacqueo del posto. I militari, coordinati da funzionari archeologi della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone Latina e Rieti, diretta dalla soprintendente Paola Refice, hanno così individuato reperti di elevato interesse storico-archeologico, siti ad una profondità di circa 40 metri, e li hanno sottoposti a rilievi metrici e fotografici.

Tra i reperti catalogati: un’ancora in pietra di forma ovale (lunghezza 60 centimetri) proveniente da una nave risalente al periodo compreso tra il VI e il IV secolo a.C.un ceppo di ancora in piombo (lunghezza 65 centimetri) e una contromarra in piombo (lunghezza 47 centimetri), già facenti parte della medesima ancora in legno non conservatasi, verosimilmente appartenente ad una nave romana risalente al periodo compreso tra il III sec. a.C. ed il I-II sec. D.C.; un ceppo di ancora in piombo (lunghezza 51 centimetri) interessato da processi di ossidazione e corrosione, saldato ad un’ancora di “tipo ammiragliato” in ferro con barra mobile (lunghezza 1,5 m) e un’ancora di minori dimensioni, tutte verosimilmente appartenenti al medesimo relitto di nave romana di epoca imperiale (I-II sec. D.C.); un’ancora di “tipo ammiragliato” in ferro (lunghezza 4 metri) proveniente da relitto moderno; un’ancora di “tipo rampino” (lunghezza 3 metri) proveniente da relitto moderno.

La Soprintendenza, attraverso il suo servizio di tutela subacquea, ha stabilito di valorizzare il contesto archeologico in situ, secondo le recenti indicazioni Unesco in merito al patrimonio culturale subacqueo.

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