Frana in via delle Fosse a Formia, tra proteste sotto il Comune e disagi lunghi 6 mesi

7 luglio 2020 | 16:01
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Frana in via delle Fosse a Formia, tra proteste sotto il Comune e disagi lunghi 6 mesi

Da 6 mesi, i residenti della palazzina Ater di via delle Fosse non possono accedere alla propria abitazione se non a piedi. Dal Comune ancora nessuna soluzione

Formia – Per alcuni, la fine del lockdown non ha segnato il ritorno alla normalità. È il caso di via delle Fosse a Formia, da sei mesi, ormai, intrappolata in un circolo vizioso, iniziato con uno smottamento avvenuto lo scorso 21 dicembre, quando, a causa del maltempo, il violento fluire del torrente Rio Fresco, ha praticamente imprigionato gli abitanti di una palazzina Ater, che possono accedere alle proprie abitazioni soltanto a piedi.

Una situazione esasperante, soprattutto, perché stagnate ormai da mesi. Tranne un timido approccio risolutivo, avvenuto nei primi giorni (era stato interdetto il traffico agli autoveicoli, con la strada percorribile soltanto a piedi), nonostante i vari tentativi di dialogo (lo scorso febbraio, gli abitanti della palazzina avevano inviato una missiva indirizzata al Sindaco, al Presidente del Consiglio, all’Assessore ai Lavori pubbblici e al Presidente della Commissione suddetta), la situazione è rimasta identica. Con circa 20 famiglie e diversi anziani, intrappolati in una serie di disagi che sembrano senza fine, lockdown o non lockdown. Prima tra tutti, il fatto che neppure i mezzi di soccorso stradale potrebbero passare per quella strada, perlomeno non in tempi rapidi.

Il motivo? Sembrerebbe una questione di competenze burocratiche. La casa “bloccata” è popolare, quindi, qualcuno ha avanzato la teoria che i lavori non procedano per via di una mancata partecipazione economica da parte dell’Ater.

Da via delle Fosse chiedono le dimissioni dell’amministrazione

Un silenzio, però, che col passare dei mesi si è fatto sempre più ingombrante. Nessuna risposta, nessuna soluzione. Così, circa un mese fa, gli abitanti, ormai esasperati hanno deciso di appendere degli striscioni all’imbocco dell’ormai famigerata strada. Striscioni in cui si chiedevano le dimissioni dell’amministrazione.

Una “rivolta” plateale, a cui, però, è seguito anche qualcosa di più: una raccolta firme, con una nuova lettera indirizzata alle istituzioni. Non solo più comunali, stavolta, ma anche alla Prefettura, ai Vigili del Fuoco, la Polizia provinciale, la Asl e all’Ater.

“Nel complesso Ater – si legge nella lettera – abitano 24 nuclei familiari, composti da 70 persone tra cui 6 minori, 19 ultra 60enni , 13 malati con patologie gravi, 6 portatori di handicap gravi. A queste persone è negata ormai da mesi l’unica strada di accesso alle proprie abitazioni.

Le auto devono rimanere parcheggiate in modo disordinato a circa 200 metri dall’ingresso e bisogna proseguire a piedi, attraversando un pericoloso cantiere aperto; cosa ancor più difficile e pericolosa per i domiciliati anziani o poco deambulanti,che ormai da mesi sono gravati da questo enorme disagio.

Il complesso residenziale Ater è ubicato immediatamente a ridosso delle sponde del torrente Rio Fresco, facilmente esondabile in caso di piogge. Pur essendo situato in zona alluvionale, in tutti questi mesi non è stato predisposto anche solo un minimo piano di transito per i mezzi di soccorso, in di emergenza o evacuazione, così come – prosegue la lettera – non è stato messo in sicurezza l’unico varco pedonale d’accesso al complesso abitativo, che rimane di fatto un cantiere abbandonato a cielo aperto”.

E ancora: “I pochi, costosissimi e visibilmente inutili, interventi di somma urgenza eseguiti dall’attuale amministrazione comunale, non hanno apportato alcuna soluzione o miglioramento delle condizioni, cosa come le dichiarazioni della sindaco e dei vari amministratori comunali che si sono susseguite, alternando scuse a rassicurazioni.

Ad oggi, registriamo una totale inerzia da parte dell’amministrazione comunale, nonostante esista la disponibilità a reperire fondi pubblici per risolvere – in tempi ristretti – questa grave situazione di disagio. Abbiamo infatti constatato nostro malgrado che vengono anteposti interventi per opere pubbliche comunque costosi, ma di gran lunga meno urgenti di quello qui descritto.

Segnalata la gravità della situazione che stanno vivendo le famiglie che abitano il complesso Ater di via delle Fosse, chiediamo alle autorità in indirizzo – conclude la lettera – di adottare quanto prima ogni provvedimento utile e necessario a velocizzare la soluzione di questa drammatica situazione”.

Un mese di silenzio: la protesta sotto il Comune

Nonostante la lettera, però, ad oggi, la situazione non è cambiata per i residenti di via delle Fosse, che dopo quasi un mese, fatto ancora una volta di silenzi, hanno deciso di scendere a protestare pacificamente sotto il Municipio.

Una protesta, quella di ieri, fatta con tanto di cartelli, che palesa l’esasperazione di queste persone, intrappolate, loro malgrado, in una situazione da cui non sanno come uscire. Una protesta il cui significato più profondo lo si poteva leggere proprio su uno degli striscioni: “Sei mesi di indifferenza e abbandono sono troppi: noi abitanti delle case popolari siamo stanchi delle vostre chiacchiere“.

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