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Fregene, cani avvelenati dal lumachicida: i consigli del veterinario

Dopo la vicenda di Lucky, avvelenato dal lumachicida, i consigli del veterinario: cosa fare, quali sintomi osservare, come prevenire.

Fiumicino – Avvelenamento da lumachicida: è così che pochi giorni fa ha perso la vita Lucky, un labrador di Fregene. La vicenda ha suscitato rabbia e indignazione tra i cittadini, che da anni denunciano l’avvelenamento o, addirittura, la sparizione di animali domestici nella zona.

Il veleno ingerito da Lucky si trovava nella pineta di Fregene, dove il cane stava passeggiando con la padrona. Date le pessime condizioni in cui è arrivato nell’ambulatorio veterinario della Dott.ssa Scarabino, per giorni Lucky ha combattuto tra la vita e la morte, ma purtroppo il veleno gli è stato fatale.

“Attenzione, si comunica la presenza di veleno per lumache in pineta, altamente velenoso per i cani” si legge in un cartello appeso all’entrata della pineta di Fregene. La foto dell’avviso, postata nel gruppo Facebook “Quelli che portano il cane a Fregene”, ha generato paura tra i residenti della zona, che portano regolarmente i propri animali domestici a passeggio nel bosco.

Ma allora come si può prevenire e quali sono i segnali di un avvelenamento in corso? Sono alcune delle domande che noi de ilfaroonline.it abbiamo fatto alla Dott.ssa  Maria Carla Scarabino, medico veterinario del povero Lucky di Fregene.

Quali sono i segnali di malessere?

“Dipende dal tipo di veleno – ha dichiarato la Dott.ssa -, ognuno ha un comportamento a sé stante. I veleni più frequenti sono gli insetticidi comuni, che provocano salivazione abbondante, vomito, diarrea, tremori e a volte convulsioni. Conviene sempre non spruzzarli in giro e su superfici che possono entrare in stretto contatto con il nostro amico”.

“Il veleno per topi produce emorragie e ha un decorso lento. Potrebbero esserci emorragie dopo giorni, in base alla quantità di veleno assunto, oppure delle emorragie all’interno del torace o dell’addome e in questo caso non si vede a occhio nudo. Il cane diventa svogliato, apatico, debole, non riesce a fare i movimenti più banali, non ha più appetito e le gengive diventano bianche”.

“La gengiva completamente bianca o grigiastra è il sentore più forte, ma prima di arrivare a questo è bene recarsi dal veterinario, poiché per il veleno per topi esiste un antidoto, che fatto tempestivamente salva la vita dell’animale. Per quanto riguarda il lumachicida, è il veleno più potente, la maggior parte delle volte porta alla morte. Rigidità, convulsioni, febbre e bava alla bocca sono alcuni sintomi, poi l’animale diventa incosciente e potrebbe arrivare al coma”.

Cosa fare in caso di avvelenamento

“Il lumachicida è un veleno molto particolare perché ha un colore blu elettrico – spiega Scarabino -, se il musetto del cane o del gatto risulta sporco di blu potrebbe essere un campanello di allarme. La prima cosa da fare è portarlo di corsa in un ospedale, dove verrà fatta una lavanda gastrica o addirittura l’idrocolonterapia, si cerca così di pulire completamente lo stomaco e l’intestino dalla presenza del veleno”.

“Si può anche tentare di far vomitare il proprio animale: con un pugno di sale fino in bocca si può riuscire a far espellere tutto il veleno presente nello stomaco. Questa procedura si può fare nel caso in cui l’avvelenamento sia in corso da circa mezz’ora, cioè da poco tempo”.

Come prevenire l’avvelenamento

“Spesso l’avvelenamento è causato da incidenti  – prosegue la Dottoressa -. Il veleno più frequente è quello per topi, soprattutto d’estate. È meglio non avere veleni in casa ed esche per topi, anche se vengono posti in punti sicuri, è sempre consigliabile evitarli del tutto. Il topo potrebbe prendere la bustina o il boccone e portarlo nella sua tana per poi lasciarlo in strada, causando un pericolo per gli altri animali”.

“Prevenire significa stare molto attenti, ma a volte sono atti dolosi e in questo caso prevenire diventa difficile se non addirittura impossibile. Quando si porta l’animale a passeggio bisogna fare molta attenzione, in particolare nei posti pubblici o vicino ai cassonetti, dove spesso le persone che non sopportano i cani lasciano i bocconi avvelenati”.

L’ art. 544-bis: l’avvelenamento di animali domestici è un reato

Avvelenare un animale è un reato ai sensi dell’art. 544-bis del nostro codice penale, il quale sancisce che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi”.

Nel caso di maltrattamenti di animali, l’art. 544-ter del codice penale ordina che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se deriva la morte dell’animale“.

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