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Civitavecchia, Riccetti: “Sulle decorazioni ritrovate in via Pecorelli avevamo ragione”

Le decorazioni ritrovate in via Pecorelli sono "un documento di interesse storico meritevole di essere tutelato".

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Civitavecchia – Le decorazioni ritrovate in via Pecorelli sono “un documento di interesse storico meritevole di essere tutelato ai sensi dell’art. 190 del 22 gennaio 2004, n.42 per il quale questa Soprintendenza intende attivare prontamente la verifica di interesse culturale”.

E’ quanto affermano il Soprintendente ai Beni archeologici per l’Etruria meridionale Margherita Eichberg e la responsabile del procedimento Paola Lipani, in una lettera inviata al Comune in merito alla vicenda dei dipinti murali nei locali che furono del Genio militare e poi spogliatoi del campo sportivo del quartiere De Sanctis-Gargarna.

A sollevare il tema fu, nella passata consiliatura, l’allora capogruppo della Lega di Civitavecchia, Alessandra Riccetti, che ne ripercorre la storia. “La palazzina, insieme ad altri manufatti, doveva essere demolita per costruire al suo posto un edificio da 30mila metri cubi. Cercai fin dal 2017 di spingere l’amministrazione comunale di allora ad informarsi circa l’esistenza di vincoli o comunque di ragioni per le quali sarebbe stato più sensato prevedere una salvaguardia e valorizzazione dell’esistente.

Oggi, fortunatamente, apprendiamo dal parere del Mibact che è stato avviato il procedimento amministrativo di dichiarazione d’interesse culturale: “trattasi – si legge nella relazione inviata al Comune – di un ciclo di dipinti murali riconducibili agli anni Trenta del XX secolo con iconografie care al fascismo e citazioni della statuaria antica romana.

I dipinti posti nei locali dell’edificio superstite della Scuola Centrale del Genio rappresentano l’ultima testimonianza dell’unico immobile superstite del gruppo delle “Casermette” costituenti i locali della Scuola militare del politico del Genio”. Mi auguro ora – conclude Alessandra Riccetti – che si possa procedere a un recupero della palazzina, magari per adibirla a funzioni sociali e di aggregazione, come avevo già auspicato negli anni passati”.

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