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Ostia, il “Grassi” a rischio di tornare a essere ospedale Covid

Le ambulanze Ares 118 continuano a trasportare al Pronto soccorso pazienti del Bangladesh prelevati dagli alberghi di isolamento aeroportuale. La Asl Roma 3: "Nessun pericolo"

Ostia – L’ospedale “Grassi” rischia di tornare a essere ospedale Covid e chiudere alle emergenze dei residenti. Per il terzo giorno consecutivo ambulanze dell’Ares 118 hanno trasferito al pronto soccorso del nosocomio di Ostia pazienti positivi giunti dal Bangladesh e sottoposti a isolamento negli alberghi dell’aeroporto di Fiumicino.

Si fa sempre più forte il rischio che l’ospedale “Grassi” torni a specializzarsi nell’assistenza Covid, come è successo a marzo e aprile, bloccando tutte le altre attività per evitare rischio di contagio e l’esplosione di focolai territoriali. Dalla Regione Lazio sono state emanate direttive precise all’Ares 118 ma le ambulanze continuano a trasferire paucisintomatici del Bangladesh che nell’isolamento degli alberghi sviluppano l’infezione. L’ultimo caso è della notte scorsa ma, nonostante le raccomandazioni del personale sanitario di Ostia, era già successo sabato e venerdì.

Tutto questo avviene quando, in ragione anche dei notevoli flussi vacanzieri, sono aumentati gli accessi al pronto soccorso. Si viaggia sui 120/130 accessi al giorno, numero che a livello regionale pone il pronto soccorso di Ostia al secondo posto come quantità di richieste di assistenza e primo come trasporto di pazienti in ambulanza. Patologie che si rivelano troppo spesso di estrema complessità e gravità: nella notte scorsa sono stati tre gli infartuati, uno dei quali non ce l’ha fatta.

E qui si apre un altro capitolo dell’estrema criticità della situazione sanitaria del litorale. La chiusura delle attività ambulatoriali e la paura di contagio hanno bloccato di fatto ogni intervento diagnostico e terapeutico sulle patologie anche letali. La risposta dell’assistenza territoriale finora è stata limitata o comunque non adeguata alle circostanze ed il risultato è che troppe persone sono trascurate o addirittura non prese in carico.

LA REPLICA DELLA ASL ROMA 3

In relazione alla vicenda i vertici della Asl Roma 3 hanno diffuso il seguente comunicato. “In relazione alle notizie di stampa comparse nella giornata odierna sulla situazione all’Ospedale Grassi di Ostia (“Lazzaretto” per malati Covid del Bangladesh) la Direzione Generale della Asl Roma 3 precisa che quanto scritto non corrisponde al vero.  I cittadini del Bangladesh sbarcati in questi giorni all’aeroporto di Fiumicino – complessivamente 618 – sono ospitati in isolamento in strutture protette e sottoposti a tampone ogni cinque giorni. Soltanto due  persone sono stati ricoverati in osservazione e in isolamento all’Ospedale Grassi perché le loro condizioni fisiche hanno richiesto particolari attenzioni. Nessun pericolo quindi che – in prospettiva – il nosocomio torni ad essere al centro della strategia di contenimento Covid, né che le normali attività ospedaliere vengano in alcun modo stravolte.

Per quanto riguarda il presente e il futuro del Grassi vale ricordare, sottolinea ancora la Direzione Generale della Asl Roma 3, lo stanziamento di quasi 56 milioni di euro destinati all’ampliamento, alla messa a norma e all’ammodernamento tecnologico
dell’ospedale. E’ il più importante investimento fatto negli ultimi 15 anni sul quadrante del litorale che servirà a migliorare l'assistenza territoriale“.