L'evento |
Interni
/

Mattarella e Pahor mano nella mano omaggiano i martiri delle foibe

13 luglio 2020 | 16:50
Share0

A Basovizza storico incontro tra iItalia e Slovenia, il Presidente della Repubblica: “Oggi segnamo una tappa importante nel dialogo tra le culture”

Trieste – Il saluto mano nella mano, un minuto di silenzio, gli onori militari, gli inni sloveno ed italiano. Si è svolto così lo storico incontro, avvenuto nelle mattinata del 13 luglio 2020, tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il suo omologo sloveno Borut Pahor, alla caserma Opicina di Trieste. I due Capi di Stato, si sono recati presso la Foiba di Basovizza per deporre una corona di fiori in ricordo della strage dell’altopiano carsico. Presente, tra gli altri, anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio

Un incontro dal grande valore simbolico: è la prima volta che il più alto rappresentante di una nazione nata dalla disgregazione della ex Jugoslavia rende omaggio alle vittime italiane delle foibe. Un gesto che si traduce in un segno di pace scambiato proprio nel luogo dove, nel 1945, i partigiani jugoslavi scaraventarono duemila nostri connazionali. Una ferita che dura da più di settant’anni.

“Oggi qui a Trieste con la presenza dell’amico Presidente Borut Pahor segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita d’Europa, ancora benvenuto Presidente” ha detto Mattarella.

La storia non si cancella – continua il Presidente – possiamo coltivarla con rancore, oppure farne patrimonio comune nel ricordo. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite da una parte e dall’altra l’unico oggetto dei nostri pensieri coltivando i sentimenti di rancore, oppure al contrario farne patrimonio comune nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro“.

Successivamente, Mattarella e Pahor hanno deposto un’altra corona di fiori al Monumento dei Quattro Martiri e replicato il minuto di silenzio tenendosi per mano. Nella prefettura di Trieste, invece, i due Presidenti hanno conferito allo scrittore Boris Pahor – che nella sua vita ha subito la persecuzione fascista, la deportazione nei campi di concentramento nazisti e la messa al bando dalla Jugoslavia di Tito –  l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e l’onorificienza slovena all’Ordine per Meriti eccezionali.

E’ stato poi firmato un Protocollo d’intesa che prevede un percorso che si concluderà con la restituzione del Narodni Dom (La Casa del Popolo) – incendiato il 13 luglio 1920 dai fascisti – alla comunità slovena in Italia. L’obbiettivo dell’incontro dei due Capi di Stato è quello di riconoscere le reciproche sofferenze superando il passato e tracciando il percorso per una concreta riconciliazione.

“L’atto di oggi – ha sottolineato Pahor – è grido del nostro desiderio congiunto a non sacrificare lo spirito positivo di questo tempo pregno di promesse a vantaggio di un altro spirito che potesse riportare un passato amaro e tristemente già vissuto”.

L’odio non richiede impegno – conclude il Presidente Sloveno – basta lasciarsi andare e lasciarsi prendere in modo codardo dai pregiudizi, l’amicizia invece richiede coraggio e impegno per poter durare e rafforzare l’unione“.

(Il Faro online)