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Covid-19, nel mondo oltre 13 milioni di casi. L’Oms: “Il 50% concentrati in soli due Paesi”

14 luglio 2020 | 09:51
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“Sebbene il numero di decessi giornalieri rimanga relativamente stabile, c’è molto di cui preoccuparsi. Tutti i paesi sono a rischio, ma non tutti i paesi sono stati colpiti allo stesso modo”

Washington – Sono più di 13 milioni i casi di coronavirus nel mondo. I dati aggiornati della John Hopkins University (Jhu) parlano di 13.103.290 contagi a livello globale con 572.428 decessi. Gli Stati Uniti restano il primo Paese al mondo per numero di casi e vittime.

Qui, secondo la Jhu, sono stati diagnosticati almeno 59.222 nuovi casi di coronavirus in 24 ore – con il totale dei contagi che ormai supera i 3,36 milioni – e altri 411 decessi. Il bilancio aggiornato delle vittime negli Usa parla di 135.605 morti per complicanze legate al Covid-19.

Il monito dell’Oms

“Sono stati segnalati all’Oms 230mila casi di Covid-19. Quasi l’80% di questi casi è stato segnalato da soli 10 paesi e il 50% da soli due paesi”. Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. L’esperto ha sollecitato i Paesi ad “agire in fretta”, “perché non è mai troppo tardi per prendere le decisioni giuste e dare messaggi chiari alla popolazione’.

“Sebbene il numero di decessi giornalieri rimanga relativamente stabile, c’è molto di cui preoccuparsi. Tutti i paesi sono a rischio, ma non tutti i paesi sono stati colpiti allo stesso modo – ha sottolineato il Dg Oms -. Al momento ci sono 4 situazioni nel mondo: alcuni Paesi vigili e consapevoli si sono preparati e hanno risposto rapidamente ed efficacemente ai primi casi. Di conseguenza, finora hanno evitato grandi focolai”.

“Ci sono poi i Paesi che in cui si è verificato un grave focolaio che è stato messo sotto controllo attraverso una combinazione di leadership politica forte e di popolazioni che aderivano a misure chiave di sanità pubblica”. Questo è accaduto “in molti Paesi in Europa che hanno dimostrato che è possibile tenere sotto controllo i grandi focolai”. Poi ci sono Paesi che hanno allentato le misure troppo in fretta, “e si trovano a gestire nuovi aumenti di casi”.

Infine “in diversi paesi in tutto il mondo, stiamo assistendo a pericolosi aumenti nei casi di Covid e i reparti ospedalieri si stanno riempiendo di nuovo. Sembrerebbe che molti paesi stiano perdendo quanto ottenuto, poiché le misure efficaci per ridurre il rischio non vengono attuate o seguite”.

L’epicentro di Covid-19 “rimane nelle Americhe, dove è stato registrato oltre il 50% dei casi del mondo”, ha detto ancora il dg Oms. E “in alcune aree vediamo un pericoloso aumento dei casi. Ma dalle esperienze che arrivano da diversi Paesi del mondo sappiamo che non è mai troppo tardi per controllare il virus, anche se c’è stata una trasmissione esplosiva”. “Se i governi non comunicano in modo chiaro con la popolazione e questa non segue le misure di base, che si sono rivelate efficaci, la situazione andrà peggio. Ma non deve andare per forza così”, ha sottolineato il Dg.

“Non è mai troppo tardi per adottare messaggi e strategie chiare”, esorta. “Dobbiamo essere chiari nei messaggi alla popolazione, e stringenti nelle misure adottate. Con il distanziamento sociale, e contact tracing, test e controlli sappiamo che si può contrastare efficacemente la circolazione del virus”, rincara la dose il capo delle emergenze sanitarie dell’Oms, Mike Ryan. “Ci sono molte persone che non possono stare a casa perché devono lavorare: se tu puoi fallo, e mantieni le distanze, cura l’igiene delle mani, indossa la mascherina se non puoi rispettare il distanziamento. Perché tutti noi possiamo fare qualcosa per contrastare la diffusione di questo virus”, ha aggiunto Maria Van Kerkhove, a capo del gruppo tecnico dell’Oms per il coronavirus. (fonte Adnkronos)