Roma: lei vuole divorziare, lui prima finge il suicidio poi la picchia: arrestato

15 luglio 2020 | 13:07
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Roma: lei vuole divorziare, lui prima finge il suicidio poi la picchia: arrestato

La moglie chiedeva il divorzio perché stanca delle continue liti e delle violenze verbali e fisiche subite nel passato

Roma – Lei vuole il divorzio, ma lui finge di volersi suicidare e poi la picchia. E’ quello che è successo nel primo pomeriggio di ieri, 14 luglio 2020, all’interno di un appartamento nel quartiere nomentano.  Il 49enne, è stato arrestato dalla Polizia per maltrattamenti e lesioni.

Marito e moglie iniziano a discutere perché lei vuole il divorzio, ma la lite degenera e lui prima la insulta, poi le lancia un telefonino addosso e la colpisce con uno schiaffo in viso, e tenta infine di impietosirla fingendo di volersi buttare dal balcone.

Gli agenti del commissariato di Porta Pia, diretto dal dott. Angelo Vitale, al loro arrivo – in seguito alla segnalazione al Nue (112) di lite in famiglia da parte della vittima – hanno trovato il marito 49enne, nel salotto di casa, la moglie 48enne all’ingresso e i due figli minori in lacrime.

Il rapporto tra i due coniugi era teso già da tempo ed ha raggiunto il culmine quando la donna, stanca delle continue liti e delle violenze verbali e fisiche subite anche nel passato ad opera del marito, e per le quali non aveva mai sporto denuncia, ha deciso di chiedere il divorzio temendo per la sua incolumità. Da lì è scaturita la violenta lite.

L’uomo, ha ammesso ai poliziotti tutto ciò che aveva detto la moglie dichiarando anche di aver finto di volersi suicidare in modo “teatrale” per evitare che la moglie continuasse con l’idea del divorzio.

La vittima, dopo le cure sanitarie, è stata refertata con una prognosi di 20 giorni e per il marito il Pubblico Ministero ha disposto l’arresto. Portato a Regina Coeli, l’uomo dovrà rispondere di maltrattamenti e lesioni

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove di formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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