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Tirrito: “L’aggressione alla Ion è vigliacca e da condannare, ma è figlia di anni di disinteresse sociale”

15 luglio 2020 | 11:35
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Tirrito: “L’aggressione alla Ion è vigliacca e da condannare, ma è figlia di anni di disinteresse sociale”

La Presidente del Laboratorio Una Donna: “Questa aggressione è intollerabile. Ad Ardea manca una politica di vera integrazione sociale”

E’ intollerabile aggredire una donna; è intollerabile prendersela con una persona approfittando della sua disabilità. Ancor più se questa persona rappresenta l’Italia. Detto questo, va però anche studiato il perché certe cose accadano, dove sono i guasti, dove le mancanze da parte di chi dovrebbe gestire i territori”.

A parlare è Maricetta Tirrito, presidente del Laboratorio Una Donna, intervenuta sull‘aggressione a sfondo razzista che ad Ardea ha visto vittima l’atleta Beatrice Ion della nazionale italiana di basket paralimpico.

Non è un caso che l’aggressione sia capitata proprio ad Ardea – sottolinea la Tirrito – . Su questo territorio, infatti, da anni insistono comunità straniere al limite della legalità, e spesso anche oltre. Comunità che, chiuse in se stesse, non hanno mai pensato ad una vera integrazione, rifiutando di aprirsi all’esterno, alle regole comuni, alla normale convivenza.

Di contro il Comune di Ardea ha sempre fatto finta di non vedere, non ha mai scelto di impegnarsi in una politica di vera integrazione sociale, di controllo del territorio, di  sicurezza declinata sia nei confronti dei cittadini italiani sia degli stessi esponenti di comunità straniere.

Un modo di fare che inevitabilmente ha innescato reazioni scomposte, che hanno portato a diversi episodi di cronaca, l’ultimo dei quali assurto alle cronache nazionali.

Condanna ferma, dunque, a qualunque aggressione nei confronti di una donna e della sua disabilità, ma è arrivato il momento di togliere la testa da sotto la sabbia e affrontare una volta per tutte un problema culturale che deriva da mancanze di tipo sociale. E su questo chi governa un Comune non può girarsi dall’altra parte, limitandosi a mere dichiarazioni di condanna dell’effetto, senza affrontarne le cause”.