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Terracina, sequestrato uno stabilimento balneare abusivo

17 luglio 2020 | 17:20
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Terracina, sequestrato uno stabilimento balneare abusivo

Il titolare sfruttava il possesso di una convenzione con il Comune per attrezzare la spiaggia per esercitare, in realtà, l’attività di stabilimento balneare senza averne titolo

Terracina – Sequestrato, ieri mattina all’alba, a Terracina, quello che dalla Guardia Costiera è stato ritenuto un vero e proprio stabilimento balneare abusivo.

In tale ambito, è stato deferito alla magistratura il titolare di una delle convenzioni rilasciate dal Comune di Terracina, previste dall’articolo 7 del Regolamento Regionale 19/2016, che sfruttava il possesso della stessa per esercitare in realtà l’attività di stabilimento balneare senza averne titolo.

La convenzione è di fatto un accordo, purtroppo a volte disatteso, tra il privato e l’Ente locale, al solo fine di assicurare, a titolo gratuito e a vantaggio della collettività, servizi di assistenza e di salvataggio, oltre che igienici e di pulizia sulla spiaggia, nonché la realizzazione di percorsi per la fruizione dell’arenile da parte di persone diversamente abili anche attraverso la fornitura di attrezzature specifiche”, spiegano dalla Guardia Costiera.

Questa forma di servizio sulle spiagge libere, vieta tassativamente il pre-posizionamento di attrezzature balneari, quali lettini, sdraio e ombrelloni – prerogativa solo degli stabilimenti balneari – che precludono la libera fruizione degli arenili. Purtroppo quest’ultima prescrizione viene spesso elusa, con i cittadini che sollecitano l’intervento del personale della Guardia Costiera”.

L’area in questione è risultata già dalle prime ore del mattino completamente attrezzata con ben due file di ombrelloni, lettini e sdraio che occupavano un fronte mare di 100 metri lineari, per un’area complessiva di circa 500 metri quadrati.

Dai primi accertamenti è anche emerso come il titolare avesse stipulato abbonamenti mensili e stagionali per il posto in spiaggia di prima fila, cosa naturalmente non consentita atteso che l’area deve restare libera e potrebbe essere occupata da chiunque.

“Questi comportamenti illeciti, oltre a violare le norme sull’utilizzo del pubblico demanio marittimo e creare situazioni di sopruso su alcuni cittadini, spesso ingiustamente confinati nelle aree retrostanti delle spiagge, costituiscono di fatto una forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori del settore che rispettano le regole e corrispondono all’erario i previsti canoni demaniali”, concludono dalla Guardia Costiera.

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