LA TRAGEDIA |
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Pattinaggio artistico, morta suicida la campionessa Ekaterina Alexandrovskaya

18 luglio 2020 | 21:17
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Pattinaggio artistico, morta suicida la campionessa Ekaterina Alexandrovskaya

Fonti della Polizia locale di Mosca dicono che l’atleta russa si è tolta la vita. Ha lasciato un biglietto con su scritto “amore”

Mosca – Un salto dalla finestra e una giovanissima vita spezzata, forse schiacciata dal peso di un sogno svanito troppo presto. Se n’è andata così la campionessa di pattinaggio russa Ekaterina Alexandrovskaya, appena ventenne ma già costretta al ritiro per infortunio. Si è suicidata a Mosca. Senza lasciare altro che una parola, “amore“, scritta in un biglietto. “La causa preliminare della morte è il suicidio“, ha riferito una fonte di polizia all’agenzia Tass. Anche se un altro quotidiano russo, Izvestija, ha sottolineato che le circostanze della sua morte non sono state chiarite. Di certo c’è che Alexandrovskaya si era ritirata lo scorso febbraio dopo aver subito diversi infortuni, interrompendo bruscamente l’ascesa verso il successo dopo pochi anni. Il primo squillo era arrivato a 17 anni, quando aveva vinto il Mondiale Juniores in coppia con Harley Windsor gareggiando per l’Australia, da cui aveva ottenuto la cittadinanza.

Katia e Harley erano stati i primi due atleti del loro Paese a diventare campioni di pattinaggio artistico. L’anno successivo Harley aveva fatto da partner a Katia anche alle Olimpiadi di Pyeongchang, portando con sé un ricordo indelebile. “Quanto abbiamo ottenuto durante la nostra collaborazione è qualcosa che non potrò mai dimenticare e che porterò sempre nel cuore“, ha scritto su Instagram. E chissà che non fosse lui il destinatario di quel misterioso ultimo messaggio “d’amore” ritrovato nell’appartamento della ragazza a Mosca.

La scomparsa di Katia ha sconvolto tutto l’ambiente. Ian Chesterman, capo missione della squadra australiana a Pyeongchang, l’ha ricordata come “una persona vivace e di talento e un atleta incredibile, calma e umile nei modi ma incredibilmente determinata a dare il meglio di sé“. Eppure la vita da pattinatrice è logorante e può finire in un attimo: “Dopo le Olimpiadi per lei non è stato facile e questo è un altro promemoria di quanto sia fragile la vita“, ha spiegato il suo mentore, ricordando gli infortuni che l’hanno costretta ad un ritiro prematuro. E che potrebbero essere stati determinanti per il suicidio. Tanto più che la ragazza avrebbe già tentato di uccidersi altre volte.

Per il mondo dello sport australiano sarà un luglio difficile da dimenticare. Appena 10 giorni fa Alex Pullin, due volte campione di snowboard e tre volte olimpionico, è annegato mentre andava a pesca in apnea a nord di Brisbane.

(fonte@ansa.it)