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Ponza, D’Amico attacca: “Lo stop agli sbarchi dei diportisti è l’ennesimo corto circuito dell’amministrazione”

20 luglio 2020 | 13:49
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Ponza, D’Amico attacca: “Lo stop agli sbarchi dei diportisti è l’ennesimo corto circuito dell’amministrazione”
Ponza, D’Amico attacca: “Lo stop agli sbarchi dei diportisti è l’ennesimo corto circuito dell’amministrazione”
Ponza, D’Amico attacca: “Lo stop agli sbarchi dei diportisti è l’ennesimo corto circuito dell’amministrazione”

D’Amico: “Il vero problema non è il boom di turisti arrivati a Ponza, ma il ritardo con cui l’amministrazione ha affrontato tutta la questione fine lockdown”

Ponza – È un’estate “calda” quella dei ponzesi, dove ogni scelta finisce nel mirino, al centro di una discussione che pare infinita e che rischia di compromettere non solo la stagione balneare ai tempi del coronavirus, ma anche il fragile equilibrio economica sui cui si basa la sopravvivenza stessa degli isolani.

Un’estate complessa e complicata già di per sé, che a forza delle attenzioni (desiderate o meno che siano), continuano a mettere a dura prova l’isola lunata. L’ultima “prova” da superare è l’ordinanza del sindaco Ferraiuolo che vieta lo sbarco ai diportisti, se non per motivi di emergenza (leggi qui).

Una decisione che non è passata inosservata agli occhi di Danilo D’Amico, portavoce di FdI a Ponza, che ha sottolineato: “Il vero problema non è il boom di turisti (si parla di un’afflusso pari a quello solitamente raggiunto ad agosto), ma il ritardo con cui l’amministrazione ha affrontato tutta la questione fine lockdown. Se si fosse intervenuti in tempo, non saremmo in questa situazione assurda e confusionaria, in cui Sindaco e amministrazione tentano di “proteggersi le spalle”.

In merito a quest’ultima ordinanza, infatti, sono già in molti i diportisti e i velisti che ci hanno scritto protestando contro questo provvedimento. Per non parlare, poi, dei commercianti isolani che ne subiscono, e subiranno, il danno dalla cattiva pubblicità che ne deriva.

Più di tutto, però, quest’ordinanza crea un corto circuito difficile da gestire. Voglio dire – prosegue D’Amico – chi effettua i controlli nei punti preposti allo sbarco? Le “famose sentinelle del mare” e i fatti ci stanno dando ragione, sono figure inutili, in quanto non giuridicamente riconosciute, e quindi, non preposte al controllo del territorio. Ma tant’è. Tutto questo va ad aggiungersi alla cattiva pubblicità che ha colpito Ponza nelle ultime settimane”.

Ponza non è il regno degli assembramenti

D’Amico, insomma, non solo non è affatto favorevole all’ultima ordinanza, ma rigetta al mittente le recenti “fotografie” apparse sui mass media che dipingerebbero l’isola lunata come il regno degli assembramenti. “Non ci sono controlli adeguati? Vero, ed è colpa dell’amministrazione. La movida provoca assembramenti continui? Assolutamente falso. Gli assembramenti – sottolinea D’Amico – sono ridotti a poche fasce orarie e zone, ergo il rischio contagio non solo è gestibile, ma non è diverso da quello di molte altre zone turistiche.

Il fatto che la stampa si concentri solo su Ponza la dice lunga. Non capisco tutto questo accanimento contro una popolazione che vive grazie alla sua vocazione turistica, durante questi 3 mesi. L’afflusso turistico è stato sicuramente maggiore rispetto agli altri anni, ma solo nella zona del Porto. I cittadini di Le Forna, nella parte nord dell’isola, sono disperata per la mancanza cronica di servizi, e quindi di turisti. Quindi che l’amministrazione non ci venga a raccontare la favoletta che non ha i mezzi per poter effettuare i controlli”.

E ancora: “Il Sindaco e la sua amministrazione, invece, che scaricare la colpa sempre su qualcun altro e vietare l’ingresso dei cani in spiaggia (leggi qui), si sveglino dal letargo e comincino a tutelare l’indotto turistico isolano effettuando controlli serrati in collaborazione con le forze dell’ordine presenti sul territorio. Ponza ha bisogno di un’amministrazione che la tuteli e non di un Sindaco che non rispetta le stesse ordinanze che emana.

Il primo cittadino, infatti, dopo aver firmato l’obbligo di mascherina nelle zone ove non è possibile rispettare il distanziamento sociale, cosa che ho chiesto nella mia nota dell’undici marzo, è il primo infatti a non portarla mai. È questo l’esempio da dare ai cittadini? C’era tempo, quindi, per organizzare la cartellonistica e realizzare le brochure informative da diffondere a più non posso, per informare i cittadini in quali strade ed aree vigeva l’obbligo a girare con la mascherine. Avremmo ridotto drasticamente la cattiva pubblicità che ci è stata fatta. Abbiamo imprenditori e partite iva – conclude D’Amico – duramente colpiti dal lockdown e che a fatica stanno rimettendosi in pari. Meritano rispetto, non solo dagli organi di stampa, ma anche dalla loro amministrazione, che tristemente li ha abbandonati“.

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