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Riforma dello sport, le domande del Comitato Italiano Gestori Impianti Sportivi a Spadafora

20 luglio 2020 | 20:43
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Riforma dello sport, le domande del Comitato Italiano Gestori Impianti Sportivi a Spadafora

Saranno tutelati i lavoratori sportivi? Ci saranno i fondi necessari per adempire alla nuova realtà legislativa? I gestori interpellano il Governo

La bozza di Decreto Legislativo sul mondo dello Sport presentata dal ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora assegna a tutti gli lavoratori che operano all’interno delle palestre  e degli impianti sportivi la qualifica di “sportivi“. Da tale qualifica discenderebbe un notevole aggravio degli obblighi giuslavoristici (contributi, adempimenti fiscali e non solo) per le associazioni e le società sportive, a fronte di tutele nulle o quasi per i lavoratori.

Poniamo al Ministro alcune domande precise da cui ci attendiamo risposta.

Tutte insieme potrebbero essere riassunte dalla locuzione latina “Cui prodest?”, a chi giova?

I lavoratori sportivi assunti prima del Jobs Act perderanno di diritto le proprie garanzie e tutele? Se così fosse, invece di aumentare le tutele si rischierebbe di ridurle. I lavoratori che collaborano con più associazioni perderanno la loro qualifica di collaboratori sportivi occasionali in via soggettiva (cioè in virtù del superamento della soglia personale dei 10.000 euro annui) o solo se supereranno tale soglia all’interno del singolo rapporto?

E secondo Lei, Ministro, le piccole e medie associazioni sportive sono in grado di sostenere economicamente gli adempimenti obbligatori che questo testo prevede nel campo dei rapporti di lavoro? In un momento di grave crisi non sarebbe il caso di sostenere il mondo sportivo, anziché appesantirlo?

Quindi questa riforma, così mal scritta, non sembra giovare a nessuno.

Magari potrebbe essere più lungimirante istituire la figura dell’imprenditore sportivo e tipizzare in modo più sistematico e coerente i rapporti di lavoro sportivo, senza necessariamente gravare in modo così pesante sulle tasche dei “datori di lavoro” (anziché dello Stato) quella che si vuol far passare come una rivoluzione del mondo dello sport.

Auspichiamo dunque che il Ministro ascolti le nostre richieste e, al tempo stesso, di poter avere un confronto proficuo per far crescere e ridare benzina al motore del mondo dello sport affaticato da mesi di sacrifici.