Seguici su

Cerca nel sito

Civitavecchia in festa abbraccia il nuovo vescovo, mons. Ruzza: “Ascoltiamo le sofferenze” foto

Nel Duomo la presa di possesso della "cattedra" con il saluto delle Istituzioni, poi la messa al Forte Michelangelo alla presenza di mille persone

Civitavecchia – “Vorrei che il discernimento guidasse ogni futuro passo del nostro cammino diocesano, soprattutto alla luce degli eventi dei mesi scorsi che ci chiedono di ripensare le modalità dell’annuncio evangelico e di innovare lo stile della presenza nel mondo per poter efficacemente offrire la speranza di Cristo al mondo frantumato e scosso dalla crisi della pandemia”.

Lo ha detto il nuovo vescovo di Civitavecchia-Tarquinia, mons. Gianrico Ruzza, celebrando nel porto locale la messa che ha sancito l’inizio del suo servizio episcopale nella diocesi. Il presule ha poi sottolineato le “molteplici attenzioni” a cui la comunità è chiamata per essere presente significativamente nella vita delle città: il sostegno alle famiglie; la prossimità con i poveri e tutti coloro che sono in difficoltà; il mondo del lavoro, “penso al nostro Porto e alla crisi occupazionale, l’altissima considerazione che dovremmo avere per gli anziani, uno dei tesori più preziosi di questa comunità”.

“Penso – ha detto – che l’entusiasmo con cui vorremmo annunciare il Vangelo debba essere giovane, fresco, spontaneo, capace di suscitare linguaggi nuovi, adeguati ai tempi, vicini ai giovani”.

Da mons. Ruzza è arrivato anche l’invito a una comunità che sappia essere aperta: “Dinanzi a questo mare, sento il desiderio di andare a pesca con tutti voi di quegli uomini e di quelle donne che – anche senza saperlo – sono in attesa del pescatore, per incontrare il loro Signore e trovare, in tal modo, la vera gioia”.

Forte l’esortazione a essere “una Chiesa che rinuncia alla mondanità e si proietta verso l’esterno, uscendo dai propri ambiti e luoghi tradizionali per ascoltare la sofferenza degli uomini e accompagnarli nel loro cammino, annunciando la gioia di Cristo Risorto”.

La messa al Forte Michelangelo, celebrata davanti a 1.000 persone, è stata anticipata dalla presa di possesso della “cattedra” con i saluti dei rappresentanti istituzionali e del clero.

Marrucci: “Il Signore benedica e renda fecondo il tuo ministero”

Il Signore benedica e renda fecondo il tuo ministero. Ti accompagni e ti conforti la materna intercessione di Maria, Madre di Dio e della Chiesa”. Si è concluso con questo augurio il saluto di mons. Luigi Marrucci al suo successore, mons. Gianrico Ruzza, che ha iniziato oggi il suo ministero episcopale nella diocesi di Civitavecchia-Tarquinia.

“Caro fratello vescovo Gianrico – ha affermato mons. Marrucci –, tu oggi, sei per questa Chiesa particolare, il dono di Dio che, nel suo nome porta la pace, cioè dona Gesù Cristo, come Paolo lo definisce nella lettera agli Efesini: ‘Cristo è la nostra pace’ (Ef 2,14) e i profeti, per tutti Michea, lo avevano descritto ‘Egli sarà la pace!’ (Mi 5,4)”. “Come Cristo-pace, il vescovo – ha proseguito – è immagine di Dio Padre: una paternità che accoglie, che ama, che sempre perdona, che guida con saggezza e fermezza”.

Come Cristo-pace, il vescovo porta le stigmate del martirio: dire ‘sì-eccomi’ – ha ammonito mons. Marrucci – comporta sempre, e in tutte le circostanze della vita, accogliere anche il peso della croce e spesso la morte sulla croce”. E, ricordando le parole di san Paolo VI nel 1972, a nove anni dalla sua elezione a Sommo Pontifice, mons. Marrucci ha evidenziato che “al vescovo è richiesta l’immolazione quotidiana della vita”.

Infine, “come Cristo-pace, il vescovo è servo di comunione e di fraternità”, ha osservato il vescovo emerito, assicurando al suo successore che “questa santa Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia – sacerdoti e popolo di Dio – cammina alla scuola dell’unico Maestro che è Gesù Cristo”.

Marrucci ha concluso il suo saluto riprendendo un passaggio della sua prima omelia, il 19 febbraio 2011, nella cattedrale: “Il vescovo che viene, non è il funzionario di turno che deve far girare gli ingranaggi della diocesi, né l’amministratore delegato di un’azienda che enuncia il suo piano di produzione; il vescovo è il padre di famiglia, generato dalla paternità di Dio, che è inviato per aiutare e favorire il cammino della fraternità e della comunione ecclesiale. Il vescovo viene per camminare con voi, vi accompagna, ritma con voi il passo, talvolta lo sollecita, ma sempre, tutti quanti, come discepoli alla scuola dell’unico Maestro Gesù Cristo”.

Oggi, domenica 26 luglio, il vescovo è a Tarquinia per celebrare nella concattedrale di Santa Margherita alle 11.30. Al suo arrivo in città verrà accolto nella Casa comunale dai rappresentanti istituzionali e dalla cittadinanza per il saluto ufficiale. (fonte Sir)