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La furia del vento: un anno fa il tornado killer che colpì Focene

27 luglio 2020 | 17:05
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Nella notte fra il 27 e il 28 luglio 2019 il vortice uccise la giovane Noemi Magni, alla quale oggi è intitolata la pista ciclabile

Fiumicino – Era la notte fra il 27 e il 28 luglio del 2019 quando un’ondata di maltempo si trasformò in un evento catastrofico che distrusse case, campagne, coltivazioni. Ma la furia della natura andò oltre e strappò all’affetto di familiari e amici una giovane vita, quella di Noemi Magni (leggi qui).  Stava tornando a casa dopo essere uscita per comprare le sigarette, quando la furia del vento ha letteralmente sollevato l’auto sulla quale viaggiava – una Smart – scaraventandola contro la recinzione dell’aeroporto.

Focene è stata la parte di territorio più colpita dal maltempo di quei giorni, che si è trasformato durante le prime ore della note in un vero e proprio uragano devastante. Distrutte alcune abitazioni, colpito anche un distributore di benzina. E’ volato di tutto, provocando danni serissimi. Anche le auto sono state preda del vento. Una macchina è finita incastrata nei pressi di via dei Nautili, un’altra scaraventata dentro al distributore di benzina; ma per fortuna non c’era nessuno a bordo.

Una terza vettura, invece, vedeva alla guida la donna, che è stata soccorsa dall’ambulanza, ma per la quale non c’è stato nulla da fare. La violenza della tromba d’aria ha sollevato l’auto che viaggiava su via Coccia di Morto sbattendola prima sul guard rail, poi oltre il canale di bonifica sfondando la staccionata della pista ciclabile e, infine, contro la rete dell’area aeroportuale.

“Teatro di guerra”

“La tromba d’aria che ha colpito Focene intorno alle 2.15 ha fatto moltissimi altri danni colpendo una ventina di case circa. Una di queste è stata completamente distrutta. Ci sono alberi divelti, calcinacci, recinzioni abbattute, auto danneggiate ovunque. Per fortuna, non ci sono altri feriti – aveva raccontato il sindaco Montino, giunto sul posto all’indomani della catastrofe naturale per constatare i danni -. La situazione è comunque gravissima: sembra un teatro di guerra. Prima di tutto per quello che è successo alla povera ragazza e poi per i tantissimi danni”.

“Abbiamo avuto tanta paura: un rumore assordante, tutto sarà durato pochi secondi ma è volato tutto. Il tetto tremava, sembrava sollevarsi. Il vento ha danneggiato un gazebo in giardino buttando tutto all’aria, il tetto danneggiato, tanti detriti e calcinacci caduti”, la testimonianza di uno dei residenti di Focene, coinvolti dal passaggio della tromba d’aria.

“Sono rientrata a casa, dopo lavoro, appena due minuti prima che scoppiasse il finimondo. Ci potevo essere io al posto di quella povera e sfortunata ragazza. Sono stata fortunata. Che spavento”, è il racconto di una signora, che ha avuto anch’essa dei danni al tetto dell’abitazione.

Ma ad andare in frantumi anche le coltivazioni di Torrimpietra e Maccarese. La furia del vento distrusse serre e depositi, come denunciato dalla Cia di Roma (leggi qui).

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Venti fino a 253 chilometri orari

Il Litorale Romano, come fanno notare i meterologi, è fra le zone d’Italia in cui i tornado hanno un’alta probabilità di formazione. Tra i più recenti e violenti ricordiamo quello del novembre del 2016, che colpì le città di Ladispoli e Cesano, provocando due vittime e 23 feriti; nel 2017, un’altra tromba d’aria si abbatté sul Borgo Hermada di Terracina, causando 4 feriti. Tornado, quelli di Ladispoli e Terracina, di intensità maggiore rispetto a quello di Focene. Recentemente, sono state diverse le trombe d’aria che si sono formare sulla costa di Roma, da Fregene (leggi qui) a Sperlonga (leggi qui) con tanto di ombrelloni che volano via dalla spiaggia.

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Secondo gli esperti che hanno analizzato il tornano di Focene del luglio dello scorso anno, l’intensità del fenomeno è stimabile tra F1 ed F2, con venti tra i 117 e i 253 chilometri orari (in base all’intensità i tornado sono classificati su una scala che va da F0 ad F5 (scala Fujita), e quindi da 80 ad oltre 400 chilometri orari).

L’immagine satellitare all’infrarosso mostra un sistema temporalesco con caratteristiche tipiche di una supercella. La zona in rosso rappresenta l’altezza massima della nube (-70°C) che in quel punto sfonda il limite della tropopausa. Il radar nazionale (come fa notare il meteorologo Lorenzo Catania) mostra il mesociclone della supercella che dalla costa si sposta nell’entroterra del litorale romano, e quindi su Focene.

Ad un anno di distanza da quella calamità naturale resta lo sgomento di una comunità che ha visto perdere la vita a una giovane di appena 26 anni. A un anno di distanza molte cose sono state ricostruite e una targa, posta a ridosso del luogo in cui Noemi morì, ricorda quanto accaduto quella notte. Alla ragazza infatti è stata intitolata una strada. Ma non via Coccia di Morto, come avevano inizialmente chiesto i genitori tramite una petizione lanciate su Change.org tramite il quotidiano ilfaroonline.it (leggi qui), bensì la pista ciclabile che costeggia l’aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci” di Fiumicino proprio sul lato di via Coccia di Morto.

(Il Faro online)