Terracina, Legambiente torna sulla questione del treno: “Non esiste nessun progetto complessivo”
Legambiente Terracina: “Chiediamo che la Regione definisca e concordi una volta per tutte i parametri di accettabilità del rischio per la riattivazione del servizio da parte di RFI”
Terracina – Legambiente Terracina torna sulla questione del treno in città e, a margine dell’incontro richiesto dal Circolo, da Legambiente Lazio e dall’Osservatorio Trasporti Regionale e avvenuto nei giorni scorsi, afferma: “La Regione Lazio e in particolare la Segreteria Tecnica dell’Assessorato e la Direzione Regionale Trasporti ha inquadrato in modo corretto tutta la complessità dell’azione di ripristino della linea e concorda con quanto da noi rappresentato, ovvero che un conto è l’intervento per mitigare il rischio del dissesto idrogeologico, un altro è quello di procedere alla riattivazione della linea ferroviaria.
Si è concordato, infatti, nell’incontro che non c’è, ancora ad oggi, e dopo quasi 8 anni dalla caduta del masso, alcuna chiarezza sui lavori complessivi di messa in sicurezza necessari, i loro costi e i loro
tempi e, soprattutto, su quali siano i parametri di accettabilità del rischio da parte di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), responsabile della decisione di riattivare il servizio, considerato che i lavori di messa in sicurezza del versante franoso non ridurrebbero la classe di rischio elevata (classe 4), come da Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), ma lo mitigherebbero soltanto.
Purtroppo, come era già emerso nell’audizione della Commissione Trasporti della Regione Lazio, sarà necessario, dopo l’espletamento della gara d’appalto per la messa in sicurezza di Monte Cucca (in capo al Comune di Terracina), prevista non prima di un anno, anche in base ai tempi stabiliti dal codice degli Appalti, procedere, da parte della Regione e con i fondi disponibili ad oggi (ovvero i famosi 6 milioni di euro di cui si parla nel Piano Infrastrutture e Trasporti della Regione per il ripristino della linea riportati anche nel nuovo piano di investimenti e anche nella vecchia delibera CIPE (Delibera Cipe del marzo 2018 pubblicata in gazzetta ufficiale n. 132 del 9-6-2018) ad un progetto integrativo per la messa in sicurezza dell’intero fronte franoso che, ricordiamo, comprende anche Monte Leano. Progetto integrativo che va definito, tenendo conto dei requisiti di RFI, e valutato in termini di costi.
Costi che – sottolineano da Legambiente – potrebbero essere coperti con parte dei 6 milioni di finanziamenti riportati nel Piano Infrastrutture e Trasporti della Regione, verificando puntualmente quanti di quei 6 milioni siano effettivamente necessari per il ripristino della linea e del servizio ferroviario e utilizzando la parte restante per il progetto integrativo di messa in sicurezza della montagna.
Ed è proprio questo l’elemento più discordante: RFI non avendo proceduto alla manutenzione del tratto ferroviario, che risultava sospeso ma non cancellato, ha lasciato degradare tutti i materiali, gli
azionamenti, le opere civili, la stazione di Terracina, e risulta evidente, anche ai non esperti, che la cifra finanziata potrebbe non essere più congruente con le necessità di ripristino del servizio stimate a suo tempo e questo anche a seguito della necessità di adeguamento alle nuove normative di esercizio che nel frattempo sono subentrate.
È, quindi, necessario – proseguono da Legambiente – che la Regione Lazio faccia chiarezza, verificando tutto quello che serve in termini di budget, sia relativamente alla messa in sicurezza del fronte franoso nella sua interezza, che alla riattivazione del servizio, visto che è stato riconosciuto da tutti i partecipanti all’incontro che l’unico progetto, ad oggi, effettivamente approvato e finanziato dalla Regione Lazio su piattaforma RENDIS e
in via di attuazione da parte del Comune di Terracina, relativo alla messa in sicurezza del Monte Cucca, coprirebbe solo una parte del versante e non sarebbe sufficiente, come del resto è riportato nelle
conclusioni della relazione tecnica allegata al progetto esecutivo, per consentire la riattivazione della tratta, neanche con la eventuale esigua cifra aggiuntiva di 800.000 euro stanziata dal Comune di Terracina.
“Ringraziamo l’ Assessorato Regionale ai Trasporti e la Segreteria Tecnica e la Direzione Generale Trasporti della Regione Lazio nelle persone della dottoressa Giulia Lorenzon e l’Ingegnere Filippo Biasi per aver dedicato tempo ed energie all’incontro e agli approfondimenti a margine, e per aver accolto la proposta proveniente dall’Osservatorio Regionale Trasporti e da Legambiente Lazio, oltre che dal nostro Circolo, di istituire un tavolo tecnico che monitori tutta l’evoluzione del progetto.
Inoltre, riteniamo importante che anche Trenitalia si esprima da subito sul ripristino della tratta, anche perché non vorremmo trovarci nella condizione di spingere per un forte investimento pubblico infrastrutturale che, però, poi non può trasformarsi in effettivo servizio.
Chiediamo che la Regione definisca e concordi una volta per tutte i parametri di accettabilità del rischio per la riattivazione del servizio da parte di RFI e si predisponga, con un addendum al Contratto di Servizio con Trenitalia, a modificare il servizio da gomma a ferro e a reperire i treni necessari.
È un cammino lungo – ha concluso la Presidente di Legambiente Terracina – e non sarà semplice raggiungere l’obiettivo, ma perlomeno è stato condiviso un approccio e una metodologia di lavoro, che non potrà che essere apprezzata da tutti i cittadini e i turisti di Terracina che potranno essere informati correttamente su quanto riguarda la questione treno senza proclami superficiali e affrettati trionfalismi del momento”.
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