Spy story in Vaticano: “Hacker cinesi infiltrati nella rete informatica del Papa”

29 luglio 2020 | 18:40
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Spy story in Vaticano: “Hacker cinesi infiltrati nella rete informatica del Papa”

Il report di “Record Future”: hacker cinesi hanno violato negli ultimi tre mesi la rete informatica del Vaticano, prima dell’inizio di importanti negoziati tra la Santa Sede e Pechino

Città del Vaticano – Hacker cinesi hanno violato negli ultimi tre mesi la rete informatica del Vaticano, prima dell’inizio di importanti negoziati tra la Santa Sede e Pechino. Sono le conclusioni alle quali è giunto “Record Future”, un gruppo privato che ha sede a Somerville, nel Massachusetts, secondo quanto riporta il New York Times.

Le “intrusioni informatiche”, che “Record Future” attribuisce ad hacker legati agli apparati cinesi, hanno avuto inizio a maggio e gli attacchi sarebbero i primi condotti direttamente contro il Vaticano e la Missione di studio in Cina, che ha sede a Hong Kong ed è di fatto il rappresentante vaticano presso Pechino.

Il Vaticano e la Cina dovrebbero iniziare a settembre una serie di colloqui per discutere della nomina dei vescovi e dello status dei luoghi di culto, nell’ambito del rinnovo dell’accordo provvisorio firmato nel 2018, che ridiscusse i termini delle attività della Chiesa cattolica in Cina.

Colpito il Pontificio istituto per le missioni estere

Fra le vittime vi sarebbe anche il Pime (Pontificio istituto missioni estere) di Milano. Lo scrive il direttore di Asianews, padre Bernardo Cervellera, riferendo pure che “il sito di AsiaNews, che ha un server speciale e autonomo non è stato colpito, anche se i webmaster hanno notato nelle scorse settimane alcuni tentativi anonimi di attacco, andati a vuoto”.

“L’attacco – spiega Cervellera – è stato scoperto dalla compagnia privata di monitoraggio del web, ‘Recorded Future’. Nel suo rapporto, reso pubblico, la ‘Recorded Future’ spiega che gli attacchi sono cominciati lo scorso maggio e grazie all’uso di lettere della Segreteria di Stato, gli hacker sono riusciti ad inserire un malware che ha loro permesso di entrare nella posta della diocesi di Hong Kong, della Missione di studio (che agisce come una specie di nunziatura per la Cina) e nella posta del Vaticano”.

Il direttore di AsiaNews scrive ancora che secondo la “Recorded Future”, “l’attacco è stato opera di un gruppo chiamato RedDelta, che è sponsorizzato dallo Stato cinese. La compagnia Usa ritiene che l’attacco sia legato al tentativo di carpire segreti e spiare la posizione vaticana nell’imminenza di un possibile incontro fra delegazioni della Santa Sede e della Cina, che avrebbe come tema il rinnovo dell’Accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi, firmato due anni fa e che scade il prossimo settembre. Finora da parte del Vaticano non vi è stato alcun commento”.

L’attacco alla posta del Pime sarebbe avvenuto in giugno. Il segretario generale del Pime, padre Marco Villa, fa sapere Cervellera, “ha comunicato a tutti i membri malfunzioni e blocchi nella posta per settimane. In passato si erano verificati blocchi solo per brevissimi momenti”. (fonte Adnkronos)