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Anzio, atti intimidatori e corruzione: in manette 5 persone, due sono poliziotti

4 agosto 2020 | 10:30
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Anzio, atti intimidatori e corruzione: in manette 5 persone, due sono poliziotti

Le indagini sono scaturite nell’anno 2019, da un atto intimidatorio concretizzatosi con l’incendio allo stabilimento balneare “Il Tritone”, ad Anzio

Anzio – In manette cinque persone, tra cui due poliziotti del Commissariato di Anzio e Nettuno, per l’incendio doloso avvenuto nel 2019 allo stabilimento balneare “Il Tritone” a Lavinio.

Alle prime ore di questa mattina, intorno alle 6:00, il personale della Squadra Mobile della Questura di Roma, unitamente a personale del Commissariato di Polizia di Stato di Anzio, al termine di una complessa indagine di polizia giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri, ha dato esecuzione a cinque Ordinanze di Custodia degli arresti domiciliari emesse dal G.i.p. presso il Tribunale di Velletri.

Le indaginisono scaturite nell’anno 2019, da un atto intimidatorio concretizzatosi con l’incendio allo stabilimento balneare denominato “Il Tritone”, ad Anzio, località Lavinia. Tale struttura – come si legge in una nota diffusa dalla Questura di Roma – già oggetto di sequestro e confisca da parte dello Stato, veniva annualmente affidato in gestione a privati dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati per l’esercizio della stagione estiva.

L’atto intimidatorio era proprio finalizzato ad impaurire e scoraggiare eventuali partecipanti all’asta quali gestori della struttura balneare per la stagione estiva 2019; difatti l’incendio dello stabilimento ha provocato l’allontanamento dei pretendenti consentendo ad una sola persona, peraltro unica partecipante, di ricevere la conduzione della citata struttura.

Le serrate indagini, hanno consentito di risalire all’esecutore materiale del fatto, un uomo di anni 52, al mandante di anni 64 anni e alla persona che fraudolentemente si era aggiudicata l’asta, resisi responsabili in concorso dei reati di turbata libertà degli incanti, danneggiamento seguito da incendio, simulazione di reato e, per il solo mandante, anche per istigazione alla corruzione.

Le stesse indagini inoltre hanno portato ad acclarare il coinvolgimento anche di due appartenenti alla Polizia di Stato, entrambi di anni 47 anni, che sebbene estranei all’incendio della struttura balneare, sono comunque risultati responsabili a vario titolo dei reati di corruzione e di rivelazione di segreti di Ufficio a favore del mandante e truffa in danno dello Stato.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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