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ReCup Lazio, numero in tilt e liste d’attesa infinite: la protesta dei cittadini

"Le attese sono infinite e cade la linea: un servizio pessimo". È il grido di protesta di numerosi cittadini che spesso riscontrano problemi ad accedere al servizio di ReCup

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Roma – “Il numero del ReCup della Regione Lazio non funziona da giorni“. È la denuncia di una cittadina che, come altri, da giorni prova a chiamare il numero 06.9939, servizio per la prenotazione delle visite e degli esami diagnostici e specialistici nelle varie Aziende Ospedaliere e negli ambulatori delle Asl di Roma e del Lazio.

Secondo le proteste e le lamentele presenti fra i commenti postati su internet “le attese sono infinite e spesso cade la linea”. In molti riscontrano problemi ad accedere al servizio di prenotazione delle prestazioni sanitarie ReCup, che dovrebbe essere attivo dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 ed il sabato dalle 7.30 alle 13.00, come riportato sul sito ufficiale.

“Rispondono persone molto scortesi ed inesperte. Mi dispiace solo che non posso dare meno di una stella” e ancora “questo numero è vergognoso, ci si affida ad un sistema di programmi con i quali non si riesce a fare una semplice prenotazione nel proprio ospedale” scrivono alcuni utenti online. Il problema però non riguarda solo le lunghe attese al telefono, ma anche le impegnative urgenti, a cui il paziente ha diritto entro 72 ore.

“Il medico mi ha prescritto un’impegnativa urgente – racconta a ilfaroonline.it una cittadina -, il Cup però mi ha risposto che non c’è posto, consigliandomi di andare in intramoenia. Non è possibile per una persona che vive solo con una pensione pagare privatamente visite mediche così importanti e urgenti”.

“Per una visita ad ottobre 2019 al Nuovo Regina Margherita – prosegue -, mi hanno dato appuntamento a novembre 2020. Questi disservizi sussistono da molto prima del Covid-19. Inoltre, ora il numero per prenotare le visite è staccato, non risponde nessuno. Ho contattato la Regione Lazio, la quale sostiene che non può fare nulla poiché è una cooperativa a gestire il servizio”.

“Secondo me si tratta di un’interruzione di pubblico servizio, cosa dobbiamo fare? In un paese civile non dovrebbero accadere queste cose, soprattutto per quanto riguarda la sanità” conclude esasperata la donna.

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