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Regione Lazio, approvato il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti

6 agosto 2020 | 15:07
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Regione Lazio, approvato il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti

Ecco i contenuti del Piano, la relazione e la replica dell’assessore, gli interventi dei consiglieri e l’iter di approvazione in Aula

Regione Lazio – Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato a maggioranza il Piano regionale di gestione dei rifiuti della Regione Lazio (la Proposta di deliberazione consiliare n. 40 del 10 dicembre 2019). Il voto finale è arrivato al termine di una seduta iniziata martedì 28 luglio e conclusa oggi, dopo sei sessioni di Aula in cui sono stati approvati circa 130 emendamenti sugli oltre 700 presentati. Alcuni di questi hanno innescato ampi dibattiti, come quelli sulla definizione degli ambiti territoriali ottimali e quelli sui termovalorizzatori.

Il nuovo Piano si articola in quattro parti: la “Sezione Rifiuti Urbani”, che ha impegnato maggiormente l’Aula, con cinque sedute dedicate; la “Sezione Rifiuti Speciali”; la “Sezione Criteri di Localizzazione”; infine, la “Valutazione ambientale strategica” (Vas), non emendabile.

Nella seduta del 28 luglio, l’assessore Massimiliano Valeriani aveva illustrato i punti principali della proposta di delibera e replicato agli interventi della discussione generale. Oggi, il Consiglio ha concluso l’iter dopo aver ampiamente dibattuto sulle due questioni principali, che già avevano attirato l’attenzione nel corso della discussione generale. Si tratta della definizione degli Ambiti territoriali ottimali (Ato), le zone in cui viene diviso il territorio regionale per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti stessi, e la questione dei termovalorizzatori.

Sul primo punto, alla fine, l’Aula ha approvato un emendamento dell’assessore Valeriani che prevede il ritorno alla definizione degli Ato su base provinciale, cancellando quindi la previsione di un sub ambito riferito alla città di Roma. Che però sarà comunque obbligata a essere autosufficiente per quanto riguarda gli impianti di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, discariche comprese. Stesso principio si applicherà anche alla Provincia, quella che l’assessore ha definito “la ciambella”: il territorio dell’area metropolitana escluso il Comune di Roma.

In base all’emendamento di Valeriani (votato con alcuni subemendamenti), i cinque Ato dovranno essere autosufficienti, ma una volta raggiunto questo obiettivo non potranno essere autorizzati nuovi impianti se non di nuova tecnologia, nel rispetto dei principi dell’economia circolare. I singoli Comuni, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Piano, potranno chiedere di essere assegnati a un Ato differente da quello “territoriale”. Fino al raggiungimento dell’autosufficienza, gli Ambiti potranno utilizzare impianti presenti in altri Ato, per un periodo massimo di 36 mesi. Entro 120 giorni dalla data di pubblicazione del Piano sul bollettino ufficiale, infine, il Consiglio regionale dovrà approvare una legge che regoli il funzionamento degli Ato e degli enti di gestione.

Sulla questione dei termovalorizzatori, invece, la discussione è stata innescata da una serie di emendamenti presentati (e respinti dall’Aula) da Giuseppe Simeone. “Questo è un punto importante per noi – ha detto il presidente del gruppo di Forza Italia nell’illustrare le sue proposte emendative – per noi la termovalorizzazione chiude veramente il ciclo dei rifiuti nel Lazio”. Per questo Simeone ha invitato la Giunta a “dire come avete intenzione di trattare questa materia che esce dai Tmb”.

L’assessore Valeriani ha replicato spiegando che “questo elemento della termovalorizzazione non ci convince. Lo abbiamo detto a più riprese, le opinioni sono nettamente differenti. Noi abbiamo costruito un Piano che punta a marginalizzare sempre di più gli impianti di smaltimento, termovalorizzazione e discariche, in cui abbiamo posto come obiettivo prioritario la riduzione dei rifiuti, l’aumento della raccolta differenziata e, coerenti con le previsioni dell’economia circolare, il recupero e il riuso. Da qui l’opzione di riconversione di tutti i Tmb presenti nel Lazio, che dovranno diventare, come Colleferro, impianti che recuperano la materia. Meno rifiuti. Più riciclo. Più riuso. Meno quantità da portare a smaltimento”, ha detto Valeriani.

Al termine della seduta, il presidente Buschini ha comunicato all’Aula che la Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari ha stabilito di rinviare a dopo la pausa estiva l’esame degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione consiliare.

Scheda: i contenuti del Piano

La relazione dell’assessore

Gli interventi dei consiglieri

La replica dell’assessore

L’iter di approvazione in Aula

Il commento del sindaco di Fiumicino

“La filosofia che ha ispirato il Piano Rifiuti della Regione è giusta e condivisibile, oltre che in linea con il progetto che stiamo portando avanti a Fiumicino ormai da 6 anni”. Lo dichiara il sindaco Esterino Montino.

“Perseguire l’obiettivo rifiuti zero e trasformare i rifiuti in risorsa ispirano da sempre la nostra azione – prosegue il sindaco – e ci hanno portati, ad oggi, all’80% di differenziata. Un traguardo che abbiamo raggiunto con tante difficoltà, lavorando duramente giorno dopo giorno, con le sole nostre forze e compiendo scelte precise. E ora puntiamo a chiudere il ciclo”.

“Io so cosa significa amministrare una città come Roma – ricorda Montino – e capisco le difficoltà. Ma qui siamo difronte alla totale assenza di scelte. Dopo 4 anni di amministrazione non c’è un progetto chiaro, con delle tappe definite, nessun impianto che almeno provi a rispondere alle esigenze della Capitale. Dal Campidoglio si sentono solo urla e nessun piano per i rifiuti di Roma”.

“Sia chiaro, nessuno pensa di non essere solidale – prosegue Montino -. Lo dico io che amministro la città che ospita l’unico impianto di Roma per lo smaltimento dell’umido. Non solo quell’impianto è fuori dalla Capitale, ma Fiumicino paga salatissimo quando conferisce i propri rifiuti. Quindi no, il punto qui non è la solidarietà tra comuni, sindaca Raggi”.

“Il punto è che la solidarietà ha senso quando ognuno fa la propria parte – insiste il sindaco -. Ama non approva un bilancio da tre anni, cambia presidenti e amministratori delegati in continuazione, abbiamo anche perso il conto di quanti assessori all’ambiente ha avuto la giunta Raggi, la differenziata è ferma al palo. Come si può pensare di affrontare, non dico di risolvere, ma di affrontare il tema dei rifiuti della Capitale in queste condizioni? Roma ha bisogno di un governo equilibrato, oltre che di solidarietà”.

“Voglio, quindi, ringraziare il presidente Zingaretti, l’assessore Valeriani, la giunta e il consiglio regionale del Lazio per il lavoro svolto sul tema rifiuti” conclude Montino.

Tidei-Cavallari (Iv): “Un atto concreto e di responsabilità”

“L’approvazione del Piano regionale sui rifiuti da parte del Consiglio regionale rappresenta un atto concreto e di responsabilità perché affronta in modo serio un problema – quello della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti – che negli ultimi anni è stato soggetto a dibattiti e proposte troppo spesso di natura ideologica, lontani anni luce dalle istanze dei territori”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, i consiglieri regionali Marietta Tidei ed Enrico Cavallari (Italia Viva).

“Il Piano – spiegano – individua cinque ambiti territoriali ottimali, i cosiddetti Ato, per la gestione dei rifiuti urbani coincidenti ai territori delle 5 province. All’interno di ogni Ato si deve provvedere a organizzare la raccolta dei rifiuti, ma si deve anche garantire l’autosufficienza degli impianti di selezione e delle discariche”. “Il Piano – aggiungono – punta a promuovere un principio di autosufficienza della Regione, ma anche di equa ripartizione degli impianti sui diversi territori, con l’obiettivo di non gravare solo su specifici territori ma di richiamare tutti alle proprie responsabilità”.

“Particolarmente importante – sottolineano i consiglieri – è la fase dello smaltimento. Alla luce della carenza di discariche, il Piano prevede che ogni Ato sia dotato di una discarica o più nel caso di un’estensione territoriale molto ampia. In tal senso è significativa la scelta per Roma, dove si prevede l’obbligo di uno o più siti di trattamento e altrettante discariche per l’autosufficienza che negli ultimi anni è stata invocata solo a parole. Obiettivi ambiziosi per la raccolta differenziata che dovrà arrivare al 70% entro il 2025 e un grande investimento sulla tariffa puntuale secondo il principio che chi meno inquina meno paga. S

u questo, come su altri temi, sono stati approvati anche diversi nostri emendamenti, volti a promuovere comportamenti virtuosi da parte dei cittadini intervenendo anche sulle piastre logistiche di interconnessione territoriale, in particolare porti, aeroporti, Ferrovie, dove la produzione dei rifiuti è incontrollata. E poi emendamenti volti a rendere efficaci le disposizioni di legge nazionale per incrementare il livello di raccolta differenziata da parte dei Comuni e per garantire un significativo apporto tecnologico sia per quanto riguarda l’utenza, sia per quanto riguarda l’amministrazione nella tariffazione puntuale”, concludono Tidei e Cavallari.

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